«Tutto cambia a seconda della certezza su cui si fonda la nostra esistenza. Le certezze fragili del mondo, radicate negli stati d’animo mutevoli, non bastano a sostenere una vita piena e aperta all’altro. Occorre una certezza che vada oltre il contingente, una certezza capace di resistere ai fallimenti e agli scacchi dell’esistenza». Così disse il 27 agosto 2011, alla sua ultima partecipazione in presenza al Meeting (tornerà poi in video nel 2020), lo psichiatra e saggista Eugenio Borgna.
Il professor Borgna ci ha lasciato il 4 dicembre 2024 all’età di 94 anni. Illustre psichiatra e saggista, è stato un pioniere della psichiatria fenomenologica in Italia, ponendo al centro del suo lavoro l’ascolto empatico e il rispetto profondo per la sofferenza umana.
Al Meeting tenne sei interventi in diversi anni, sempre incisivi e penetranti, condividendo la sua profonda conoscenza e la sua visione umanistica della psichiatria. Sempre nel 2011, commentando il volume di don Luigi Giussani “Ciò che abbiamo di più caro, diceva: «Giussani ha descritto la follia non come un’aberrazione da respingere, ma come parte integrante della vita umana. Le sue parole non sono fredde o dure, ma umanissime, nascoste tra il rigore della mente e la grandezza del cuore. Solo accogliendo la sofferenza e il dolore come segni della grandezza umana possiamo intraprendere quel cammino di fede che ci rende capaci di una bellezza inedita, profonda, che sfiora vertici quasi sconvolgenti. Il libro di don Giussani è una grande iniziazione alla comprensione di una certezza che rende la vita degna di essere vissuta. La certezza che le parole che non passano, le parole dell’Assoluto, possono trasformare il nostro modo di affrontare le esperienze dolorose della vita. Questa certezza è radicata in una sete d’infinito che è inscritta nel cuore umano, una sete inestinguibile che dà senso alla nostra esistenza».
Guarda il video della relazione al Meeting 2011 sul tema “Ciò che abbiamo di più caro”
Nato a Borgomanero il 22 luglio 1930, Borgna si laureò in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Torino nel 1954 e si specializzò in Clinica delle Malattie Nervose e Mentali all’Università Statale di Milano nel 1957. La sua carriera lo vide dirigere il servizio psichiatrico dell’Ospedale Maggiore di Novara, dove adottò metodi di cura innovativi, centrati sul dialogo e sull’ascolto empatico del paziente, rifiutando ogni forma di coercizione e contenzione. Questa visione umanistica della psichiatria ha influenzato profondamente il panorama medico italiano, promuovendo una maggiore comprensione e rispetto per le persone affette da disturbi mentali.
Autore prolifico, Borgna ha scritto numerosi saggi che esplorano temi quali la malinconia, la depressione e la schizofrenia, integrando prospettive letterarie, filosofiche e artistiche. Tra le sue opere più significative si annoverano “Malinconia” (1992), “Come se finisse il mondo: il senso dell’esperienza schizofrenica” (1995) e “La fragilità che è in noi” (2014). Il suo approccio interdisciplinare ha arricchito la comprensione della psiche umana, offrendo nuove chiavi di lettura per il disagio mentale.
La sua scomparsa rappresenta una perdita significativa per il mondo scientifico e culturale italiano. Il Meeting ricorda con gratitudine il suo contributo alla comprensione dell’animo umano e alla promozione di una psichiatria più umana e rispettosa della dignità della persona.
Le partecipazioni di Eugenio Borgna al Meeting di Rimini
2020 - Le sfide del vivere nell’epoca del nichilismo
2011 - Ciò che abbiamo di più caro
2008 - Non siamo fatti per essere soli
2007 - Invito alla lettura
2005 - Medico e paziente: la libertà di un rapporto
1983 - L’uomo a pezzi