ALL IS HOLY?

Tre accordi e desiderio di verità: il rock ‘n’ roll come ricerca d’infinito da Simon and Garfunkel a Elvis Presley, da Leonard Cohen ai Mumford and Sons e i Coldplay. Concerto della Rock Culture All-Star Orchestra.

 

E se alla fine fossero nulla più che canzonette, e avesse ragione l’Edoardo Bennato – burattino senza fili dei bei tempi che furono?
E se per caso non avesse del tutto torto, peggio ancora, chi ironizza amabilmente sulla sacralità sprigionata da un brano da 3 minuti e mezzo basso-chitarra e batteria? Davvero è poco sensato andare alla ricerca di echi di infinito nei solchi di uno spartito?
In realtà, rinvenire i nessi oggi esistenti tra il rock ‘n‘ roll e il desiderio di verità è tentativo più che legittimo. Perché è un fatto suonato e cantato da quando il rock era solo un genere musicale in fasce in braccio al blues e al gospel. C’è veramente di tutto, sul piano dei temi affrontati, nel rock che si affaccia in buona salute nel secondo secolo della sua storia. In maniera calvinianamente leggera, ma quasi mai banale, tra il testo e il pentagramma vi si può ascoltare di questioni fondamentali dell’esistenza, di ricerca dell’identità, di nevrosi e frustazioni (“Gesù, Gesù aiutami / Sono solo in questo mondo / Ed è anche un mondo incasinato” cantano gli Un in Wake up dead man), fino al mistero della presenza/assenza di Dio nel mondo.
La festa finale del Meeting 2012 è l’ideale soundtrack della mostra curata da John Waters “Tre accordi e il desiderio di verità”. E non sarebbe blasfemo arruolare come apripista al concerto quel S. Agostino che – intonato o meno – affermava: “chi canta prega due volte”. È vero: sul palco del Meeting come sui giradischi gracchianti vinile o dai più moderni lettori cd non si alzano preghiere canoniche, ma ballad potenti e “pistolettate” a sette note condite da voci roche o potenti, alle volte suadenti di regola sempre incisive. Ma song come I still haven’t found, Sister of Mercy o Gotta Serve Somebody che altro sono se non la colonna sonora che accompagna l’afflato di infinito dell’uomo contemporaneo? Non c’è solo “spettacolo” o “intrattenimento” nello spartito del XX e XXI secolo. Chi non fa l’esperienza della sera che scende duramente sulla giornata, della stanchezza, della finitudine, delle lacrime che solcano il viso? L’uomo non può vivere senza una certezza sul proprio destino. Per ciascuno è possibile, qui ed ora, stendersi come un ponte sopra le acque agitate della vita.
In inglese suona Bridge over troubled water, un capolavoro che dobbiamo a Simon e Garfunkel. E cantando con il Leonard Cohen della mirabile Sister of Mercy, anche noi uomini soli abbiamo una scelta: o diventiamo santi o rimaniamo peccatori.
(Paolo Guiducci)

Data

24 Agosto 2012

Ora

21:45

Edizione

2012

Luogo

Arena D3 Superflash
Categoria
Spettacoli