L’insolita mostra sul presepe… ad agosto??

23 Agosto 2023

Iniziamo il nostro viaggio alla scoperta del significato e dell’importanza di questa tradizione millenaria.

 

Padre Marco è un frate cappuccino, residente in un grande convento a Milano. I suoi superiori gli hanno affidato la responsabilità di coordinare un centro culturale, il ROSETUM, che ha come principale obiettivo quello di testimoniare la presenza di Gesù nella storia attraverso concerti, mostre e spettacoli teatrali. 

 

In che modo hai scelto di diventare un frate?

“Non ho scelto. Un giorno nella mia vita ho incontrato alcuni frati, persone che condividono uno scopo comune, dei valori spirituali che mi rappresentano. Sono entrato a far parte di una comunità all’interno della quale ho potuto riempire quella mancanza che sentivo dentro di me. Quel modo di vivere corrispondeva a quello che io desideravo. Questo legame profondo ha portato nella mia vita gioia, realizzazione e un senso di appagamento spirituale”.

Come mai hai deciso di allestire una mostra sul presepe proprio ad agosto?

“Quest’anno si celebrano gli 800 anni del primo presepe realizzato da San Francesco, a Greccio. Questo presepe nasce dall’amicizia tra Francesco e Gesù, e tra Francesco e un  nobile residente nella città, il signor Giovanni, che è stato fondamentale nella sua realizzazione”.

Perché ti è venuta in mente l’idea di realizzare una mostra sul presepe?

“Sono un grande appassionato di presepi. Essi sono come un Vangelo: si leggono non attraverso le parole, ma attraverso le immagini. Nel 1223, quando nacque il primo presepe, molte persone non sapevano né leggere né scrivere. I dipinti, le statue e di conseguenza anche i presepi erano un ottimo mezzo tramite i quali Francesco cercava di evangelizzare tutto il popolo”.

Ci sono differenze tra il presepe di dicembre e il presepe di agosto?

“No, non c’è nessuna differenza. Una frase recita “se non è Natale oggi, non è Natale neanche il 25 dicembre”. Ed effettivamente è così: Gesù nasce non solo oggi, ma tutti i giorni”.

Hai costruito tutti i presepi da solo?

“Il presepe più grande è stato realizzato da me e da un altro mio amico frate, che mi ha dato una mano. La stessa cosa vale per le casette. Questo per ribadire nuovamente il concetto che il presepe nasce in un contesto di amicizia e di aiuto reciproco”. 

In questa mostra qual è la tua parte preferita e perché?

“La mia parte preferita è il dipinto che rappresenta il momento in cui Francesco risveglia la statuina del bambin Gesù. Si tratta di un miracolo, miracoli che ritroviamo di continuo nella nostra quotidianità e nemmeno ce ne accorgiamo. E proprio dentro questo miracolo ci troviamo di fronte all’essenza del presepe: il desiderio di abbracciarsi l’un l’altro. Francesco si avvicina a Gesù e nello stesso momento egli si muove verso Francesco. Il nostro compito qui risiede nell’essere aperti per accogliere il suo abbraccio”. 

 

 

Perché proprio una mostra?

“Vengo al Meeting da più di 20 anni. Ho scelto di allestire proprio una mostra perché come San Francesco ha voluto raccontare la nascita di Gesù attraverso il presepe e quindi attraverso le immagini, ho pensato che sarebbe stato interessante seguire la sua stessa modalità. Il mio compito è quindi quello di mostrare al pubblico, sia bambini che adulti, la nascita di Gesù“. 

Una parola che rappresenta il presepe: quale sceglieresti?

Letizia. Letizia è una parola cara a San Francesco, a cui aggiunge l’aggettivo “perfetta”: dentro la povertà del presepe risiede tutta la bellezza e la meraviglia di un evento che ha cambiato la storia del mondo, ovvero la nascita di Gesù”.

 

Redazione Enjoy square: Maddalena Alberio, Anna D’Addario, Rebecca Cellamare.