Quel capodanno del Meeting a Berlino a un mese della caduta del muro

Novembre 2019
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«Rivedere nelle immagini il grande striscione che avevamo portato per l’occasione, con la scritta Meeting per l’amicizia fra i popoli, colpisce per la pertinenza a quel contesto dove stava crollando un muro che aveva spaccato in due la vita di un popolo. Ma al tempo stesso è una provocazione a renderci che oggi siamo chiamati a lanciare ponti di amicizia in contesti diversi dove altri muri sono stati costruiti».

Davanti agli occhi del presidente del Meeting per l’amicizia fra i popoli, Emilia Guarnieri, scorrono le immagini di un vecchio video amatoriale. Siamo nel dicembre 1989. Dopo quello storico 9 novembre, gli amici riminesi del Meeting avevano pensato di trascorrere il capodanno a Berlino, alla porta di Brandeburgo, insieme ai tedeschi dell’Ovest e dell’Est riuniti dopo la caduta del muro.

In trecento, tra cui anche alcune decine di liceali, raccolsero l’invito condiviso dal Meeting con un volantino che portava scritto “Andiamo a vedere l’alba al muro di Berlino” e si mischiarono in mezzo a decine di migliaia di persone arrivate da tutto il mondo. In Pariser Platz la sera del 31 dicembre alzarono lo striscione del Meeting con tutto l’“impeto di libertà” che li aveva mossi verso quel capodanno insolito.

«Il crollo del Muro rappresentava un grido di libertà che si affermava», aggiunge Emilia. «Volevamo condividere con i protagonisti quel grido e l’entusiasmo per un fatto che stava accadendo e che ci pareva avesse una portata storica».

La delegazione del Meeting, che a Berlino Ovest incontrò anche esponenti del governo, rimase stupita soprattutto, ai piedi del muro, dal rumore delle mazze sugli scalpelli di tanti che, ognuno per sé e in autonomia, erano arrivati lì per scrostarlo, per conservarne un pezzo come souvenir, per raccoglierne il più possibile da rivendere, o semplicemente e liberamente per distruggere un obbrobrio. Dall’altro lato del muro, da Est, silenzio e vuoto. Chi si muoveva dalla Ddr, circa un migliaio di persone al giorno, lo faceva per raggiungere l’Ovest. Per il resto tutto era fermo, le strade erano deserte.

Il 30 dicembre a Spandau, quartiere periferico di Berlino, il Meeting organizzò un incontro a cui invitò i giovani dell’Est. Furono in 150 tra 16 e i 25 anni a lasciarsi incuriosire dal volantino affisso nel giro di poche ore alle porte delle chiese cattoliche. Nel corso della serata si brindò, si mangiò il panettone, si cantò e si ballò, ci si fermò in silenzio per ascoltare gli interrogativi che questi giovani portavano con sé, i dubbi sulle reali possibilità offerte dall’Ovest consumistico. Soprattutto, si riflettè insieme a partire da precise domande: su quali fondamenti costruire una società per l’uomo? Come cominciare a ricostruire la storia partendo dall’incontro con Cristo? E al termine di un viaggio indimenticabile, in molti rientrando a Rimini ebbero l’impressione di aver davvero visto “qualcosa che assomiglia all’alba”.