«Nell’esperienza di Dio si può gioire della positività di tutta la realtà»

Aprile 2020
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È scomparso la vigilia di Pasqua il vescovo emerito di Rimini, monsignor Mariano De Nicolò, una figura ben nota ai visitatori del Meeting: aprì dodici edizioni della manifestazione dal 1990 al 2006 e partecipò anche ad altri eventi, tra cui due edizioni del Premio Internazionale Medaglia d’oro al merito della Cultura Cattolica. Vescovo di Rimini per 18 stagioni, aveva 88 anni ed era malato da tempo, accudito dalla comunità di Montetauro.

Come ricorda il comunicato stampa della diocesi di Rimini, monsignor Mariano De Nicolò è nato a Cattolica il 22 gennaio 1932 da babbo Giuseppe e mamma Teresina Vanni. Terzogenito di otto figli (due dei quali Vescovi: mons. Giacomo e mons. Paolo De Nicolò) è stato ordinato sacerdote il 9 aprile 1955, ed è stato eletto Vescovo di Rimini e di San Marino-Montefeltro l’8 luglio 1989, consacrato Vescovo nella Cattedrale di Rimini il 23 settembre dello stesso anno. Era Vescovo Emerito di San Marino - Montefeltro dal 25 giugno 1995 e Vescovo Emerito di Rimini dal 15 settembre 2007. Ha servito per 18 anni la Chiesa di Rimini. Il 3 luglio 2007, per raggiunti limiti di età, la Santa Sede ha accolto le sue dimissioni.

Ricordiamo alcune sue frasi, molto attuali nel contesto di questi giorni, pronunciate nell’omelia della Santa Messa in apertura del Meeting 1997: «È nella relazione di vita con Cristo che abbiamo la formidabile possibilità di contemplare la realtà nella sua dimensione ultima e coglierne il linguaggio che parla di Dio. La frase di Dostoevskij messa a tema di questo XVIII Meeting per l’amicizia tra i popoli coglie con forza questa capacità contemplativa dei cristiani sulla realtà: “Davvero tutto è buono e splendido perché tutto è verità”. È solamente nell’animo di chi ha fatto esperienza di Dio, pur in mezzo a tante vicende dolorose che lo hanno messo alla prova nella sua fede, che è possibile sperimentare e gioire della positività di tutta la realtà. Noi che siamo riuniti nel nome del Signore abbiamo la possibilità di sperimentare la gioia di riappropriarci della nostra vita e di tutto il Creato. È la gioia che ci fa sperimentare come “Davvero tutto è buono e splendido perché tutto è verità”».