L’impervio cammino della democrazia

Agosto 2020
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di Davide Amata

Pubblico in sala e una bella diretta sui canali del Meeting. Così si è svolto l’incontro “Un nuovo giorno per il mondo?” moderato da Bernhard Scholz ed Enrico Letta, in collegamento con   giornalisti internazionali che hanno cercato di rispondere all’interrogativo posto dal titolo.

Alla domanda di partenza del presidente del Meeting: “Che cosa cambierà nelle nostre vite personali?”, ha  risposto da Jakarta, in Indonesia, una giornalista della Cnn, Desi Anwar: “Questa è la nostra nuova normalità. Ciascuno di noi può impiegare questo tempo per riflettere. Oggi ci siamo resi conto di quanto dipendiamo dalla qualità dell’insegnamento”.

Da Mosca, lo scrittore Aleksandr Achangel’skij, ha proposto una lettura significativa del problema partendo dallo stato di debolezza in cui versa la chiesa, la cultura e la democrazia: “Abbiamo sacrificato in questo periodo la libertà di andare a Messa, di partecipare a momenti culturali, anche le democrazie sono state messe alla prova mentre i regimi autoritari apparentemente hanno retto l’urto della pandemia, tuttavia – aggiunge – l’Italia ha dimostrato al mondo che la società si è saputa organizzare, dimostrandosi più forte dello Stato”.

Da Buenos Aires in Argentina, il saggista Ceferino Reato si è chiesto: “Quali sono le relazioni che contano? Ognuno di noi è importante, non è una nullità. Siamo in un mondo che deve essere migliorato – poi ha aggiunto - l’Europa sta impiegando degli strumenti efficaci per combattere la crisi della pandemia, come il recovery Fund, fino ad ora in Sud America ogni paese sta cercando di salvarsi da solo”. In collegamento dagli Stati Uniti, David Brooks, editorialista del New York Times, ha evidenziato la sua preoccupazione per l’individualismo presente in America: “Viviamo sconvolgimenti profondi, la generazione dei baby boomer è cresciuta in questo clima. C’è poca fiducia tra le persone e tra i giovani, siamo in un periodo di disincanto. Emerge un desiderio di ordine e sicurezza”. In sala, Enrico Letta riprende alcuni spunti proposti: “La riflessione sulla fatica della democrazia va messa al centro, c’è bisogno di rinnovamento e di strade nuove”.

Incisiva come un taglio di Lucio Fontana, la conduttrice televisiva francese, Christine Ockrent, è senza mezzi termini: “La pandemia ha mostrato all’inizio il peggior volto dell’Europa. Ѐ stato scioccante vedere l’Italia abbandonata a sé stessa. L’accordo di luglio ha rappresentato un punto di svolta. Il Covid per quanto atroce penso sia una grande lezione per tutti noi. Ora noi europei comprendiamo di avere un destino comune nelle nostre mani. Siamo circondati da regimi che ci osservano, è nostro compito proteggere i valori di solidarietà sociale”. Al fotofinish, Bernhard Sholz ha rilanciato la provocazione di Christine Ockrent: “L’Europa sarà all’altezza di questa prova?”. Prudente la risposta di Enrico Letta: “L’Europa può morire o può rinascere con la pandemia. L’Europa non ha risolto tutto ma si è messa su una buona strada. In autunno si aprirà la conferenza sul futuro del Ue”.