Il Meeting per Rimini capitale italiana della Cultura 2026

Marzo 2024
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«A Rimini il desiderio di conoscenza, la curiosità verso gli altri ci fa ogni volta alzare i piedi per guardare cosa c’è oltre il limite del presente». In occasione dell’audizione a sostegno della candidatura di Rimini capitale italiana della cultura 2026, il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad usa un’immagine per dare forma all’anima della sua città.
Tre figure umane, due adulti e un bambino, in abiti della tradizione contadina, di spalle. Guardano il mare con gli occhi sull’orizzonte e i piedi nudi sulla battigia. È una foto del 1959 del fotografo Paolo Di Paolo. Titolo ‘Rimini, la prima volta al mare’. Uno scatto che racconta il ruolo di Rimini nel fenomeno della “democratizzazione della vacanza”, ma anche l’atteggiamento positivo, di attesa, verso il futuro.
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La cerimonia si è svolta nella preziosa cornice della sala Spadolini del Ministero della Cultura a Roma e il Meeting ha avuto l’onore di prenderne parte. Il direttore della Fondazione Emmanuele Forlani ha colto al balzo le parole del sindaco. «Curiosità, accoglienza, capacità d’incontrare l’altro sono anche all’origine di un evento che nasce nel 1980 che si chiama Meeting di Rimini», ha sottolineato Forlani. In 45 edizioni «il Meeting è sempre stato l’occasione per dimostrare che essere luogo di incontro e di vacanza non significhi assenza di proposta culturale, ma, al contrario, pienezza di contenuti. Per queste ragioni sosteniamo appieno e convintamente questo progetto».

Tratto distintivo del Meeting di Rimini «è essere fatto da giovani, proposto da giovani, con un’offerta culturale che sia per tutti». Ha detto Romano Guardini: «Nell’esperienza di un grande amore tutto diventa avvenimento nel suo ambito”. La cultura, ha ribadito Forlani, «ha origine dentro questa dimensione di amore e di accoglienza che il nostro territorio esprime».
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Si è parlato di giovani, come la studentessa Diletta Casali, protagonista del video di sintesi che accompagna il dossier della candidatura. «Rimini ci permette di creare solide radici e di sviluppare la consapevolezza che sarà sempre punto di riferimento e una casa. Rimini è letteralmente e metaforicamente un mare dove ognuno può trovare il suo posto». Con questa candidatura «vorremmo che la nostra voce fosse ascoltata, per costruire il nostro futuro qui e ora».
Le direttrici artistiche della candidatura, Francesca Bertoglio e Cristina Carlini, hanno evidenziato i punti di forza culturali di Rimini, tra cui il Meeting, e l’approccio partecipativo del progetto. Rimini «è una città che ha un immaginario potentissimo, giovane, dinamico e creativo», ha ricordato Bertoglio. Un laboratorio «di sperimentazione, dove le nuove generazioni della Romagna e di tutta Italia saranno invitate a sperimentare e innovare», ha aggiunto Carlini.
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Per la Regione Emilia Romagna, l’assessore alla cultura Mauro Felicori ha parlato di «candidatura generosa: Rimini subito dopo l’alluvione di maggio ha scelto e chiesto di allargare la proposta alla Romagna». È quindi “Romagna mia”, nella versione al violino di Federico Mecozzi, a chiudere l’audizione.

Il video integrale dell’audizione al Ministero della Cultura per Rimini Capitale Italiana della Cultura 2026. Intervento del direttore del Meeting Emmanuele Forlani al minuto 21.