Dai nostri inviati negli States

Febbraio 2023
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Una trasferta di una decina di giorni per partecipare al New York Encounter, rivedere vecchi amici e conoscerne di nuovi, incontrare personalità, creare relazioni in vista dei prossimi Meeting. Il nostro congress manager Marco Aluigi e la responsabile delle mostre Alessandra Vitez sono negli States in rappresentanza del Meeting. Ecco il loro diario: appunti di viaggio, spunti e tracce di incontri in testi, video e immagini.

Venerdì 17 febbraio

Non si comincia esattamente con il piede giusto: più di un giorno di viaggio per arrivare a New York, per problemi all’aeroporto JFK. Ma non si pensa alla fatica, l’avventura sta cominciando. Ed è già tempo di visite e incontri istituzionali alla rappresentanza italiana alle Nazioni Unite, al Consolato generale d’Italia a New York e all’Istituto Italiano di cultura che in questi giorni ospita una mostra dell’artista Marck Art.
Prima dell’inizio del New York Encounter una visita al Met, The Metropolitan Museum of Art, dove la bellezza, la storia e l’arte (incredibile la mostra sui Maya) sono di grande spunto. Poi finalmente siamo al Metropolitan Pavilion per l’apertura della prima giornata del New York Encounter. Molto sfidante il tema: “Who am I that you care for me?”, chi sono io perché tu ti prenda cura di me? E intanto avvicinandosi al Pavilion ammiriamo la metropoli, che ha sempre il suo impatto.
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Sabato 18 febbraio

Ci sono piaciute molto le mostre del NYE di quest’anno. Percorsi originali che partono da domande che emergono dalla quotidianità e non dispensano risposte ma suggeriscono l’ipotesi di una verifica leale con le proprie domande. E così si intravvede la possibilità di cosa voglia dire vivere alla grande, anche dentro le circostanze difficili.

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Tutte raccontano di uomini, di testimoni che non si sono arresi di vivere senza un significato. Da “Enzo Piccinini - chirurgo, figlio, padre e amico” -, che ha vissuto ogni istante come se fosse l’ultimo, a Nietzsche e la sua inquieta ricerca della verità. Niente è banale quando si domanda la verità. Quanto è convincente questa affermazione negli occhi delle guide che ci introducono a queste mostre! E poi la mostra “Perché lavoriamo”: un titolo che non è un interrogativo, ma un percorso dentro il lavoro - per com’è realmente oggi - attraverso gli occhi di testimoni decisivi. Infine “Segni in attesa di essere scoperti”: la storia delle rocce ci dice qualcosa? Le trasformazioni geologiche e l’uomo che ne prende coscienza non possono che riportarci al titolo dell’Encounter: chi sono io perché tu ti curi di me?

In giro per il Pavilion vedi famiglie provenienti da diverse città, giovanissimi e bambini (tanti) a gattoni in giro per le mostre e le sale. I punti di ristorazione sono sempre affollati, con lunghi tavoli in cui si condividono un buon piatto americano (fatto a mano) e racconti di vita. I volontari sono sempre lo spettacolo più bello! In tanti sono qui, al centro della Grande Mela: commossi, attratti, stupiti: al lavoro con la propria umanità.

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Ci siamo anche noi: commossi, attratti, stupiti da una bellezza sempre nuova. Se non c’è qualcosa che accade e vive ora sarebbe tutto impossibile da spiegare. Anche qui all’Encounter ci sono file continue alle mostre. Dialoghi stupendi, tanta commozione e bellezza. Una proposta che mette al lavoro.

Domenica 19 febbraio

Intervistiamo Maurizio “Riro” Maniscalco, presidente del NYE: ci racconta della partecipazione, mai così alta in questi 15 anni, un segno visibile e tangibile che «questo è il tipo di luogo e di esperienza che tutti cercano e quando lo trovano si sentono a casa».

«Siamo figli del Meeting», racconta Riro, «abbiamo imparato questa modalità di presenza da voi e la portiamo in un terreno diverso e più impegnativo. I due titoli, quello dell’Encounter e quello del Meeting 2023, hanno tanti punti di contatto. Ci sentiamo sempre più legati al Meeting». Notevole anche la presenza di rappresentanti di primo piano della Chiesa Usa.

Lunedì 20 febbraio

Marco è in partenza per Washington. La sintesi di questi tre giorni? Sono stati molto ricchi di incontri, volti, facce, temi. Emerge tutto l’umano, la speranza di scoprire che non siamo da soli, di scoprire che siamo voluti, che la possibilità di costruire c’è anche quando sembra che non sia più possibile. Tutto questo è stato evidente nei convegni, nelle mostre, nei cinquecento volontari, e poi in una folla davvero importante, che quasi rendeva molto piccolo lo spazio del Metropolitan Pavilion. Forse i nostri amici della Big Apple dovranno trovare uno spazio più grande per il 2024?

Impossibile tenere traccia di tutti gli incontri, ne citiamo uno solo, quello con monsignor Borys Gudziak, arcieparca metropolita di Filadelfia della Chiesa greco-cattolica ucraina, intervenuto sul tema “Peace on Earth” assieme all’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite. Ci portiamo con l’incontro davvero significativo con lui, così come le facce di tanti amici.

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Martedì 21 febbraio

Alessandra dopo il New York Encounter ha ripreso l’aereo per l’Italia. Io sono a Washington dove è iniziata una serie di incontri e appuntamenti molto stimolanti, tesi a individuare temi, prospettive, scenari e anche possibili relatori e collaborazioni in vista del Meeting 2023 e non solo. C’è anche la prospettiva di verificare la possibilità che il Meeting venga a presentarsi nella capitale degli Stati Uniti in sedi istituzionali e in luoghi di prestigio. Constato ancora una volta che il Meeting è tenuto in grande considerazione qui negli Usa.

All’Ambasciata italiana ho condiviso il tema del prossimo Meeting, incentrato sull’amicizia, e i suoi possibili addentellati, presentando le tematiche che ci stanno a cuore e verificando la possibilità di condividere punti e spunti di lavoro con loro.

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Un’altra conversazione molto interessante, tra i vari incontri di oggi, è stata quella con Federico Giammusso, direttore esecutivo per Italia, Portogallo, Grecia, Malta, Albania e San Marino presso il Fondo monetario internazionale. È il successore di Domenico Fanizza, più volte presente al Meeting, con il quale il dialogo è stato di lunga data e ricco di spunti. Con Giammusso abbiamo ragionato su temi di natura economica da sviluppare al Meeting, tra i quali le disuguaglianze, l’economia di fronte alle sfide della guerra, dei terremoti e di altre situazioni di gravi crisi nei paesi economicamente più deboli.

Mercoledì 22 febbraio

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Oggi ancora incontri con varie personalità. Molto bello e approfondito  – siamo stati a colloquio a lungo – quello in Nunziatura (nella foto) con il Nunzio apostolico negli Usa monsignor Christophe Pierre, che nel 2018 tenne al Meeting l’incontro sul tema “Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice”. In questo audio vi racconto com’è andata.
Al Nunzio ho chiesto anche un suo commento in video sul tema del Meeting 2023, “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile”; non si è sottratto e mi ha proposto in due minuti una riflessione di grande profondità e spessore umano. Davvero pertinente anche lo spunto iniziale, quando ha ricordato che l’amicizia in generale non esiste, e che possiamo capire cos’è l’amicizia solo partendo dall’esperienza del rapporto con i nostri amici.
In serata poi ho cenato con Gaël Giraud, economista francese, già consigliere economico di François Hollande e direttore dell'Environmental Justice Program della Georgetown University oltre che ricercatore senior del Cnrs (Centre national de la recherche scientifique) di Parigi. Giraud è internazionalmente noto per i suoi saggi sull’economia e la transizione economica. La cena è stata un’ottima occasione, oltre che per invitarlo al Meeting, per approfondire dove sta andando l’economia attuale in un contesto di guerre e profonde disuguaglianze. Con me c’era un amico e un esperto come Samuele Rosa, senior economist al Fondo monetario internazionale. L’incontro con Giraud è un’altra tappa di un percorso significativo verso il prossimo Meeting, per la costruzione di un programma che faccia nascere domande sull’amicizia inesauribile come fondamento dell’esistenza umana.
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L’1 marzo poi Simone Cantarini, giornalista dell’Agenzia Nova, specializzata in esteri, ha intervistato Marco Aluigi sul viaggio del Meeting negli Usa e sulla dimensione sempre più internazionale del Meeting di Rimini. Leggi l’intervista.
Le immagini del viaggio negli Usa
230217 Viaggio negli Usa e New York Encounter