20 agosto agenzia meeting

Agosto 2023

ULTIM’ORA MEETING RIMINI 2023 in collaborazione con Askanews

Rimini, 20/08/2022 – 16,34

CARD. ZUPPI E IL DOLORE DEL PAPA PER L’UCRAINA: “DOBBIAMO CONTINUARE AD AVERE LO STESSO STRUGGIMENTO”

L’amicizia sociale come costruzione di pace. All’incontro che apre il Meeting di Rimini ‘Fratelli tutti. Testimonianza di un’amicizia operativa sulle orme di papa Francesco’ il cardinale Matteo Zuppi, Presidente CEI e Arcivescovo di Bologna affronta anche il tema del conflitto in Ucraina, per il quale papa Francesco lo ha voluto come inviato di pace.

“L’amicizia sociale – ha detto il cardinale – è un liberare da tanta rabbia, odio, individualismo. La Fratelli tutti, di papa Francesco, raccoglie i tanti sogni della generazione che ci ha preceduto, che ci ha consegnato dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale i desideri e gli strumenti per un mondo di pace”.

Una missione mossa dallo struggimento: “Papa Francesco ci chiede di non abituarci alla guerra. A me ha commosso la commozione di papa Francesco l’8 dicembre in Piazza di Spagna. Dobbiamo continuare ad avere lo stesso struggimento: ogni giorno che passa vuol dire tante persone che muoiono, l’odio diventa più profondo, l’inquinamento diventa più insopportabile. È davvero una guerra mondiale, non solo a pezzi, che già coinvolge tanto”.

La missione del card. Zuppi nasce da questo. E di fronte all’attesa che in tanti ripongono in questa missione l’arcivescovo di Bologna ricorda: “Pace non significa tradimento. La pace richiede la giustizia e la sicurezza. Non ci può essere una pace ingiusta, premessa di altri conflitti, c’è un aggressore e un aggredito, e serve una pace sicura per il futuro”.

Attenzione per “la parte umanitaria”, con i bambini ucraini che sono in Russia per “provare a capire cosa si può fare per il ritorno di chi deve tornare nelle proprie case”.

Alla domanda su come stia vivendo questa missione di pace, il card. Zuppi ammette: “Vivo con la consapevolezza di quanta gente prega per la pace. Mi dà una responsabilità in più, ma anche il senso di una grande invocazione che ci spinge a trovare la via della pace”. Come per la pandemia, “dobbiamo fare tesoro anche di questo per trovare gli strumenti che possano comporre i conflitti”. (AC)

 

Rimini, 20/08/2022 – 18,36 

MEETING RIMINI, CENTO ANNI FA NASCEVA TESTORI: LA SUA AMICIZIA ERA LIBERA E SENZA PAURA 

Il video che apre l’incontro sul centenario testoriano è quello dell’intervento di Testori al Meeting del 1989: “Cl non mi ha preso per teorie ma mi ha preso quando sono venuti tre o quattro a trovarmi, per una tenerezza che gran parte della società anche cristiana ha buttato via per inseguire uno stramorto progressismo”. Nella Sala Neri in Fiera a Rimini la sua voce ‘nebbiosa’ prosegue: “La cosa che mi ha fatto più dolcezza è vedere quanti giovani ci lavorano da chi lo costruisce e chi lo mette in atto a chi è lì e portano in auto, tutto gratuitamente, questa offerta di sé”.

Davide Dall’Ombra, direttore dell’Associazione culturale Casa Testori, chiede: “Come si arriva a quel 1989?”. Riccardo Bonacina, giornalista, fondatore anche di Vita, il primo settimanale dedicato interamente al mondo del volontariato, era fra quei tre ragazzi citati da testori, che andarono a trovarlo. Volevano conoscerlo dopo averlo letto nel Corsera sulla strage di Via Fani. “Ci lasciò senza fiato. Aveva scritto di non avere reperito, nella cronaca della strage, ‘una domanda: non ci è stato concesso di imbatterci in una sola domanda religiosa’. Nacque un’amicizia che non è finita”. Diceva loro: non svendete la vita, il pensiero, le parole, prendetevi tutte le libertà che solo il sì all’unico Mistero vi permette di prendervi. Il rapporto con Testori è stata un’amicizia “senza dipendenza, un uomo che si è fatto padre di noi e figlio del nostro incontro”.

Anche Emilia Guarnieri, cofondatrice del Meeting per l’amicizia fra i popoli, parte dagli editoriali: “Ci aveva colpito trovare qualcuno che poneva la questione del senso in un momento in cui la cultura ideologizzata nemmeno metteva in conto che il cristianesimo potesse essere un fattore nella vita. Nel marzo 78 mancavano due anni all’inizio del Meeting e quegli editoriali avevano a che fare con la gestazione del Meeting”. E con lui niente era scontato, arrivò anche il momento dell’incomprensione. “Leggendo i giornali qualcosa l’aveva disturbato, venni a saperlo e andai a trovarlo. Non ci siamo chiariti, abbiamo ritrovato il punto di tensione alla verità, e da lì siamo ripartiti, è partita una storia con Branciaroli e altri, storia che ha dato tantissimo al Meeting”.

La presenza di Testori al Meeting è continuata anche con la mostra nel 2013 dei suoi ‘Pugilatori’ e la pubblicazione dei suoi scritti nel volume ‘La maestà della vita’ a cura di Giuseppe Frangi e Davide Rondoni.

Angela Demattè, drammaturga e attrice, interpreta dal vivo l’incipit della Monaca di Monza, dramma scritto da Testori, e afferma: “Questa monaca cerca l’amore in tutti i modi anche non leciti. Come faccio a stare al mondo con le mie contraddizioni, i miei dilemmi? Non lo so, ma posso metterli in gioco, che è quello che faceva Testori”. (DT)

 

Rimini, 20/08/2022 – 19,20

MEETING RIMINI, SOTTOSEGRETARIA ALL’ECONOMIA, ALBANO: 1,7 MILIONI DI NEET IN ITALIA. SPESSO RIFIUTATO LAVORO ANCHE CON STIPENDIO DIGNITOSO 

“Il lavoro: una vocazione?”. Al Meeting di Rimini, all’interno di un confronto tra imprese, terzo settore ed associazionismo sul lavoro a fronte delle crescenti domande di senso, la sottosegretaria all’economia Lucia Albano si è chiesta: “Il lavoro può essere considerato solo un mezzo di sopravvivenza, strumentale e funzionale per gestire poi il mio tempo libero oppure contribuisce a creare la mia personalità?”. Se la pandemia – i cui postumi permangono – ci ha lasciato la necessità di avere più tempo e più spazio per noi, “dobbiamo capire in che modo usare questo tempo e questo spazio”. La felicità dopo il lavoro o la felicità nel lavoro. Per la sottosegretaria Albano il lavoro è un bene ricevuto da tramandare, anche se in Italia “ci sono 1,7 milioni di NEET che non studiano né lavorano. Spesso anche a fronte di uno stipendio dignitoso non viene accettato il lavoro, perché se ne ha paura, perché si cerca benessere, perché non si fa un sacrificio”. Albano ha attaccato il reddito di cittadinanza: “Le politiche che hanno sostenuto il reddito di cittadinanza come risposta alla necessità di lavoro non sono politiche che possono tramandare la nostra cultura del lavoro”. E in merito al salario minimo “se il lavoro è un valore di per sé, non possiamo stigmatizzarlo con un valore minimo. A problemi complessi bisogna rispondere in maniera approfondita. Su questo tema ci sarà su una riflessione. Più che di salario minimo vogliamo affrontare il problema del lavoro povero”. (AC)

 

Rimini, 20/08/2022 – 19,25

MEETING RIMINI, MONS. SANTORO: CHIESA MOBILITA DA TEMPO SU COMUNITÀ ENERGETICHE

Parrocchie ‘green’, attente alla transizione energetica e digitale. Un’energia vera è un’energia inesauribile: è questo il focus dell’incontro dal titolo Comunità energetiche e povertà energetica: la democratizzazione dell’energia, al Meeting di Rimini. È stato monsignor Filippo Santoro, arcivescovo emerito di Taranto a lanciare il tema. “La Cei – ha detto – ha costituito un tavolo costante di lavoro per favorire in tutte le diocesi e in tutte la parrocchie la costituzione di comunità rinnovabili, proposta creata durante la 49esima Settimana Sociale che si è svolta a Taranto. Abbiamo bisogno di circa 7 gigawatt di nuova produzione da fonti rinnovabili se vogliamo raggiungere l’obiettivo di emissioni nette zero nel 2050”, ha aggiunto l’arcivescovo. “In Italia ci sono 25.610 parrocchie; se si costituisse almeno una comunità energetica che produce al massimo possibile 200 kw o facendo nascere più comunità che arrivano a quella produzione possiamo arrivare a diminuire l’emissione del 2% di CO2 nel 2030 e possiamo arrivare ad eliminare totalmente le emissioni nel 2050”. In tal senso “la Chiesa italiana si è messa in cammino per investire nelle parrocchie. Certo, non si può fare in tutte le parrocchie, c’è da studiare soluzioni e poi vanno rispettati i decreti del governo, però che grande progresso che si riuscirebbe a fare”.

Da parte sua il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha ricordato che “fin dal 2019 la Regione Puglia ha emanato una legge sulle comunità energetiche, che ha ispirato immediatamente diversi luoghi tra cui Biccari che è già partita in questa direzione. Nonostante in Puglia siano già stati investiti 14 milioni di euro per sostenere la creazione delle Comunità energetica il processo è ancora bloccato”, ha però denunciato Emiliano. “Se escludiamo l’idroelettrico su cui non siamo competitivi, per fotovoltaico ed eolico siamo la prima regione italiana come capacità produttiva”.

Emiliano ha poi sottolineato: “La Regione ha messo a disposizione qualche milione di euro – potremmo fare molto di più con l’aiuto del governo centrale – consentendo alle famiglie a basso reddito di installare su propria abitazione impianti di produzione di energia, di immettere surplus nella rete e con quello si riesce a ‘guadagnare’ dal surplus ri-alimentare il fondo”.

Per Fabrizio Iaccarino, Responsabile Sostenibilità e Affari Istituzionali Enel Italia, occorre “rimanere al passo con i tempi”. “Oggi Enel produce solo il 18% dell’energia elettrica italiana perché abbiamo quasi 2 milioni di produttori che siamo noi. Come società di distribuzione dell’energia elettrica – ha aggiunto – allacciavamo circa 60mila impianti da rinnovabili l’anno in tutta Italia, l’anno scorso 200mila, quest’anno al 30 luglio siamo a 220mila e supereremo le 350mila proiezione a fine anno”.

Infine, Mario Antonio Scino, Capo di Gabinetto Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha ribadito: “I soldi ci sono, gli incentivi ci sono, l’11 settembre scade il termine per la nostra risposta, stiamo organizzando una delegazione per andare a chiudere la vicenda a Bruxelles”. (PT)

 

Rimini, 20/08/2022 – 21,00 

MEETING RIMINI, I GIOVANI NON CERCANO SOLO STABILITÀ, MA UN LAVORO RISPETTOSO DELLA PROPRIA VITA 

Un salario corretto e rispettoso delle mansioni svolte è fuori da ogni dubbio. Ma un giovane che si presenta oggi a un colloquio di lavoro chiede all’azienda anche altri ‘sostegni’: maggiore flessibilità di impegni e di orari, tanta formazione per rimanere al passo con i tempi che cambiano, un aiuto per affrontare le sfide della vita come l’arrivo di un figlio. È questa la sintesi delle testimonianze raccolte al Meeting di Rimini al panel Competenze, talenti e partecipazione al lavoro.

Marco Ceresa, Group Chief Executive Officer Randstad Italia, ha presentato i dati di una ricerca condotta ogni anno per misurare le richieste di chi si approccia per la prima volta al mondo del lavoro. “Negli anni abbiamo notato delle variazioni – ha detto Ceresa -. C’è stato il momento in cui era importante equilibrio tra vita privata e lavorativa; poi il momento in cui erano importanti soldi e carriera; oggi c’è qualcosa di diverso: le persone giovani cercano un equilibrio soddisfacente tra lavoro e vita privata. La prima domanda del candidato giovane è di conoscere la politica dello smart working dell’azienda”.

I lavoratori di oggi chiedono alle aziende di dare loro una formazione di qualità perché hanno capito che quello che loro sanno oggi, probabilmente non sarà valido tra qualche anno. Ma come agire per rispondere tempestivamente alle nuove istanze e necessità al fine di attrarre e trattenere i talenti? Prima di rispondere al quesito, Mauro Nori, Capo di Gabinetto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha presentato i dati sulla situazione lavorativa in Italia. “Da giugno 2022 a giugno 2023 abbiamo 385mila nuovi posti di lavoro, la maggior parte contratti a tempo indeterminato. Abbiamo una riduzione della disoccupazione di 178mila unità e una riduzione del tasso di inattività di 280mila unità. L’economia italiana ha dimostrato alla conclusione della pandemia di avere una capacità reattiva molto importante anche nell’ambito del mercato del lavoro”. Rimane, però, il problema legato all’inverno demografico: “dal 2023 al 2027 si stima che l’Italia avrà bisogno di 3,8 milioni nuovi lavoratori, di cui 2,7 in sostituzione di quelli che cesseranno. L’aspetto demografico non si risolve con azioni congiunturali”. Ecco perché, secondo Nori, occorrono “risposte flessibili” e “capacità di dinamiche di aggiustamento delle competenze”. Per questo “credo che sia antistorico presentare un modello legislativo sul salario minimo”.

“Come imprenditore trovo difficoltà ad avere leve, strumenti per assumere nuovi talenti – ha spiegato Stefano Scaroni, Amministratore Delegato Gruppo Deles -. In altri paesi, per esempio in Polonia dove siamo presenti, sugli under 28 abbiamo grandi agevolazioni per assumere, nel nostro paese è un po’ più difficile. Non è neppure da sottovalutare la richiesta dei ragazzi di flessibilità. Negli ultimi cinque anni mi trovo davanti a persone che non cercano la garanzia” del posto fisso, “ma uno spazio, una disponibilità di ascolto. Quando offro a loro opportunità di lungo termine vogliono più libertà, flessibilità, la possibilità di vivere la loro vita liberamente, ambienti di lavoro più interessanti e la responsabilità sociale”.

Secondo Manuela Kron, Direttore Corporate Affairs & Marketing Consumer Communication del Gruppo Nestlé in Italia, “per i giovani il lavoro agile è un elemento importante: è importante la carriera, ma anche la formazione. Il pacchetto retributivo deve essere corretto, ma non lo stipendio in sé ma anche quello che ci sta attorno, dalla formazione ad altri pacchetti retribuiti che possono includere varie cose”.

“Il lavoratore cerca oggi tre cose in azienda: dignità, benessere e protagonismo – ha detto il segretario generale Cisl Luigi Sbarra -. La dignità di un salario adeguato e di un riconoscimento reale concreto, anche economico, dell’apporto della persona ai risultati dell’azienda. Il benessere di un ecosistema sicuro, di una formazione continua e di qualità, di un welfare negoziato che lo accompagni anche fuori dal posto di lavoro, di flessibilità organizzative capaci di coniugare meglio genitorialità, tempo libero, e lavoro. E poi, il protagonismo di chi non è solo un ingranaggio e dunque ambisce a strumenti di partecipazione attiva e creativa, alla vita, agli utili, alle decisioni dell’impresa.  Questo è il sentiero tracciato nella nostra proposta di legge sulla partecipazione su cui chiamiamo governo, imprese, forze politiche a convergere responsabilmente in un ampio e costruttivo fronte per un cambiamento equo. Abbiamo bisogno della più grande campagna di ’emancipazione’ del lavoro, che richiede lo sblocco di massicci investimenti pubblici e privati per innalzare qualità e quantità dell’occupazione”.

La formazione, la riqualificazione, l’innalzamento delle competenze sono “chiavi di volta fondamentali” di questo percorso e baricentro di una nuova cittadinanza del lavoro. (PT)

 

 

Rimini, 20/08/2022 – 21,05 

MEETING RIMINI, FASOLI (SWISS PLASMA CENTER LOSANNA): “ENERGIE RINNOVABILI DECISIVE, MA DA SOLE NON BASTANO”

Il tema della fusione nucleare, delle stelle e del futuro del Pianeta, delle energie rinnovabili, è posto al Meeting di Rimini, con Marcella Marconi, direttore Osservatorio astronomico di Capodimonte, Istituto Nazionale di Astrofisica, Napoli e Ambrogio Fasoli, Direttore Swiss Plasma Center (Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne) Losanna, Presidente Consorzio EUROfusion.

“Nessuno può mettere in dubbio che nel nostro futuro energetico avranno grande importanza le energie rinnovabili – ha spiegato Fasoli – ma nessuno, al giorno d’oggi, può al tempo stesso sostenere che possiamo avere esclusivamente energia rinnovabile. Vediamo il caso della Germania che oltre a implementare l’energia rinnovabile ha costruito decine di centrali a carbone o a idrocarburi – esattamente ciò che non si deve fare per mantenere la salute del nostro Paese”.

Sull’importanza dell’energia rinnovabile, Fasoli ha riportato un esempio: “Milano ha circa 2 milioni di abitanti, lo stadio di San Siro ha 80mila posti. Per alimentare in energia la città di Milano con combustibili fossili – ha aggiunto – dobbiamo riempire completamente lo stadio di San Siro di carbone. Quando la fusione funzionerà sulla terra non ci vorranno dei treni, penso che con il rimorchio della mia bicicletta alimenterò l’intera città di Milano”. (SS)

 

 

Rimini, 20/08/2022 – 21,10 

MEETING RIMINI, BELLAMY (EUROPARLAMENTARE, FILOSOFO FRANCESE): “CERCARE INSIEME LA VERITÀ È IL SENSO DELL’AMICIZIA”

L’esistenza è un’amicizia inesauribile, sostiene il titolo di questa 44esima edizione del Meeting ma Andrea Simoncini, Vicepresidente Fondazione Meeting e docente di Diritto costituzionale all’Università di Firenze, fa notare che questo titolo esce “mentre assistiamo a un fenomeno opposto, crescente, quello della cultura della cancellazione, la cancel culture. Un fenomeno paradossale: per difendere valori si cancellano opinioni. Non si dibatte, si elimina. Nella rete, nelle università, si rimuovono, cancellano appunto, persone che si considerano colpevoli di aver espresso idee contrastanti quel nucleo di valori politically correct”.

Il dibattito pubblico, afferma Sergio Belardinelli, professore ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Bologna, si trasforma in una guerra civile condotta con altri mezzi. “Sono diffidente quando sento un eccesso di foga, davanti a chi vuole eliminare le posizioni più stravaganti”. L’antidoto più forte agli emotivismi identitari? “Lo spirito di verità e l’amicizia”.

Joseph H.H. Weiler, University Professor at NYU Law School and Senior Fellow at the Center for European studies at Harvard, provoca il pubblico con un esempio ipotetico: immaginiamo l’eccidio di Marzabotto. Immaginiamo che nel paese di origine di uno degli ufficiali tedeschi decidano di intitolargli una scultura. “Da che parte sareste? – chiede Weiler – Libertà di ricordare o di cancellare?”. Un punto di svolta si ha quando non riserviamo alla cancel culture lo stesso suo trattamento. Non la eliminiamo dall’orizzonte, ma “possiamo trattenerne una certa sensibilità”, senza dimenticare cosa offende l’altro.

François-Xavier Bellamy, Europarlamentare, filosofo e intellettuale francese sottolinea il fatto che “intrattenendomi, parlando, compio un atto di umiltà, che è prerequisito fondamentale per accettare l’incapacità umana di possedere la verità. E che cercarla insieme è il senso dell’amicizia”. Per convincere l’altro – prosegue Bellamy – si deve aver la consapevolezza che la coscienza dell’altro è inviolabile. L’altro non può credere nemmeno volendolo, se non crede veramente. “Abbiamo bisogno di coraggio verso noi stessi. Dobbiamo lottare contro noi stessi per avanzare nella verità. La vita politica sarebbe molto più bella se si potesse dire ‘la ringrazio perché grazie a lei ho capito’, se avessimo il coraggio di vedere la realtà”. (DT)