Non è chiedere troppo

Agosto 2020

di Guadalupe Arbona Abascal

Poche settimane fa sono uscita di casa dopo molto tempo di lockdown a causa della pandemia. Ho sperimentato il gusto rinnovato di andare per la strada, respirare l’aria fresca, salutare un vicino di casa o guardare le foglie nuove che la primavera faceva nascere. Le cose attorno vincevano le nostre paure; almeno per un istante, il nostro sguardo era grato. Questa esperienza, nutrita dalle cose concrete, ci ricorda che ci piace la realtà. E attraverso questa esperienza, può bastare anche un solo un istante, riscopriamo di essere fatti per la meraviglia e, perché no?, per chiederci chi ce la dà.

Le circostanze non certo desiderabili di dolore e malattia che abbiamo vissuto, e ancora viviamo in tutto il mondo, hanno fatto emergere molte cose di noi stessi cui magari non badavamo, o che magari addirittura ignoravamo: domande, pregiudizi, conoscenze, desideri.

Nasce da questa semplicissima elementare  presa di coscienza l’idea di offrire un ciclo di interviste a personalità che hanno scoperto, attraverso le attuali circostanze, che quello che è successo e succede ancora è un’occasione per accorgerci che il nostro desiderio non si ferma, vuole sempre di più. “Not too much to ask” – “Non è chiedere troppo” - è il titolo di questa ciclo di interviste.

Il titolo ci è stato ispirato da una canzone di Bob Dylan - “Too much to ask”- “E’ chiedere troppo” - ed è la risposta che un povero vagabondo dà ad un tizio che gli chiede di rinunciare a qualcosa: dalla sua risponde che “non è mai troppo chiedere”.

Il Meeting offre le voci di quattro personaggi che ci aiutano a guardarci dentro e ad approfondire. Quella dello scrittore González Sainz, che attraverso un lungo percorso esistenziale,  fa suo il verso di Antonio Machado: “Il mio cuore non dorme”. Poi il dialogo tra l’afroamericano Cornel West e Robert George, testimonianza di una (im)possibile amicizia perché, da posizioni opposte, essi capiscono di avere un fuoco dentro più grande di loro. Infine il poeta italiano, Fabrziio Maggiani,  ci dice una cosa che può indicare l’inizio di una liberazione per tempi come i nostri: che non ci bastano le nostre forze: “Sono io che devo essere costruito, non io che costruisco”.

Ma oltre a queste voci, il Meeting ci fa incontrare grandi figure di amanti della bellezza, e veri maestri, nella letteratura, nella musica, nel cinema.  Ci fa incontrare il grande scrittore russo Fëdor Dostoevskij nello spettacolo “Il sogno di un uomo ridicolo”, produzione video Meeting per l’amicizia fra i Popoli, tratta dallo spettacolo di Mario Sala “Il sogno di un uomo ridicolo”, Teatro Out Off di Milano. Protagonista un uomo che si sente inadeguato alla vita e cui è indifferente tutto ciò che lo circonda. E’ attratto dall’idea del suicidio finché accade... Vi lasciamo la sorpresa.

Il maestro Pier Paolo Bellini, con il suo concerto in collaborazione con Spirto Gentil
guiderà gli spettatori alla scoperta di due sonate di L.V.Beethoven per pianoforte, “La tempesta” e “Gli addii”, eseguite dal maestro Giulio Giurato. Non mancano appuntamenti con cantautori di oggi: Massimo Bernardini conduce un dialogo di analisi e confronto su uno degli anni più difficili del nuovo secolo, con Brunori SAS, vincitore della Targa Tenco 2020 e con Mallika Ayane, una delle voci più colte e stimate dell’ultimo decennio.

In occasione dei 100 anni di Federico Fellini, la nipote Francesca Fabbri Fellini presenta un  grande evento per ricordare e riscoprire il maestro riminese, cinque volte Premio Oscar, autore de La Dolce Vita, Amarcord, La strada, I Vitelloni, attraverso la voce degli artisti che lo hanno conosciuto, amato, citato e che, attraverso di lui, hanno deciso di intraprendere la loro carriera nel mondo del cinema, come Giuseppe TornatoreSergio RubiniNicolaPiovaniMatteo GarroneLiana OrfeiPupi AvatiPaolo Virzì, Carlo Verdone…

Tante testimonianze, insomma, che ci insegnano che, sì, è possibile aprirsi sempre a un sublime (forse Infinito?) che desidera la nostra povera umanità.