Luigi Berlinguer, addio a un uomo libero

Novembre 2023
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«Nella scuola il termine non è l’obbligo, è lo stimolo a crescere, è la curiosità, lo stimolare il gusto a scoprire qualcosa che non si sa. Perché quando si scopre una cosa nuova, si prova una grande soddisfazione». Sono parole di Luigi Berlinguer al Meeting 2015. «E leggo che papa Francesco parla di sana inquietudine, di cuore inquieto», proseguiva il politico e accademico. «Parla di dare risposte a interrogativi che tutti si portano dentro. Accenna al perché di san Paolo dell’Areopago e si domanda che tutti si domandino: “Che cosa stiamo a fare nel mondo? Vale la pena di vivere?”. Queste sono le domande della scuola. È una linea pedagogica il suo messaggio al Meeting. È una linea che ci dice che nella scuola oggi non si deve più trasmettere un sapere, non si deve incentrare sulla lezione, ma si deve costruire un percorso. Anzi, lui parla di un processo. “Iniziare processi senza occupare spazi”. E allora perché noi oggi dobbiamo guardare a queste cose in quest’ottica? Perché inquietudine significa ricerca, significa che il discente, l’allievo, chi impara, non deve solo registrare la conoscenza trasmessa. Non deve solo magari imparare a memoria, che pure va esercitata, ma è un’altra cosa, deve scoprire con la sua testa i problemi che stanno dentro ciascuna materia, ciascun episteme».

È solo una delle molteplici prese di posizione di un uomo libero, che aveva a cuore il destino della scuola nel suo complesso e su questo argomento sentiva inaccettabili dispute ideologiche. Ed è a lui infatti che si deve il varo della legge 62/2000 nota come legge sulla parità scolastica. «C’è uno spostamento della cultura pedagogica», diceva ad esempio da ministro della Pubblica Istruzione al Meeting 1997. «Non è la funzione manipolatoria dell’educazione a cui noi guardiamo, ma è una funzione dialettica in cui il giovane mette la parte sua di creatività e persino di maturità. Sono convinto che esiste un rapporto tra discente e docente in cui c’è una diversità necessaria, un peso diverso, un’assunzione di responsabilità diversa, e quindi non è possibile pensare a parità fra discente e docente: è un errore gravissimo che la democrazia rappresentativa abbia tentato di portare nei settori della scuola e dell’università i modelli di democrazia rappresentativa di un consiglio comunale, di un’assemblea elettiva».

Berlinguer, nato a Sassari nel luglio del 1932 e scomparso mercoledì 1 novembre, è vissuto a Siena. Si laureò presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Sassari, diventandone successivamente il Preside. Continuò la sua carriera accademica all’Università di Siena, occupando diverse posizioni, tra cui Direttore del Dipartimento di studi politici e Presidente della Commissione d’Ateneo. Oltre alla sua carriera accademica, fu attivo nella politica, ricoprendo incarichi come sindaco del Comune di Sennori (SS), Consigliere Regionale della Toscana e membro della Deputazione Amministratrice del Monte dei Paschi di Siena. Ebbe un coinvolgimento significativo nei partiti comunisti, dal PCI al DS. Berlinguer fu membro del Parlamento in vari periodi, con incarichi come Presidente del gruppo dei Deputati “Progressisti-Federativo” (1994-1996) e Presidente della XIV Commissione permanente “Politiche dell’Unione europea” della Camera dei Deputati. Fu anche Ministro della Pubblica istruzione nei governi Prodi e D’Alema dal 1996 al 2000, oltre a servire come Ministro ad interim dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica. Ricevette importanti onorificenze, tra cui la Gran Croce al merito della Repubblica Federale di Germania, la Legion d’Onore Francese e la Gran Croce della Repubblica Italiana.

Berlinguer fu membro di numerose Società Scientifiche e svolse ruoli chiave anche in organizzazioni giuridiche, come membro del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) nel quadriennio 2002-2006 e come fondatore e presidente della Rete Europea dei Consigli di giustizia (ENCJ) dal 2004 al 2007. Ricevette lauree honoris causa da diverse università internazionali. È stato infine Presidente del Comitato per lo sviluppo della Cultura scientifica e tecnologica, Presidente del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica nella scuola e Direttore della rivista digitale “Education 2.0”. Inoltre, servì come Presidente della Commissione Nazionale di Garanzia del Partito Democratico dal 2009 al gennaio 2014 e fu membro del Parlamento Europeo, dove ricoprì ruoli importanti nelle Commissioni Affari Giuridici e Cultura e Scuola fino alla sua scomparsa.

Le partecipazioni di Luigi Berlinguer al Meeting

2015 - Scuola: statale o paritaria purchè sia migliore
1997 - Anche nudi ma liberi di educare
1996 - Scuola: riforma impossibile