In lockdown, per il mondo. Il nostro Meeting in Argentina

Agosto 2020
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di Costanza Penna

«Sono ormai cinque mesi di lockdown, eppure con il Meeting scopro che anche qui a casa sono nel mondo, che io sono per il mondo». Lo racconta Pilar, ragazza argentina che non è potuta venire a Rimini e allora, insieme ad alcuni amici, ha deciso di portare il Meeting oltreoceano, proponendone l’esperienza a tutta l’America Latina.

All’inizio, c’è il dialogo con un amico, che la invita a partecipare come volontaria della Special Edition 2020: ha pensato proprio a Pilar per l’attenzione e la passione con cui aveva seguito la scorsa edizione del Meeting, di cui non si era persa niente. «Quello che ci chiedono ora è proprio ciò che hai fatto tu, ma stavolta puoi pensarlo più in grande e non solo per te, ma per tutti».

Pilar è così affezionata al Meeting da accettare subito: «Ogni anno l’esperienza del Meeting è stata per me un regalo e non posso che desiderare di riviverne il fascino». Anche a casa propria, in Argentina. La lontananza da Rimini, infatti, si rivela non un ostacolo, ma una possibilità inedita di incontro. Fin da quando, postando su Instagram un video di invito a diventare volontari, Pilar viene contattata da una vecchia compagna di scuola che non sentiva da anni. L’amica, incuriosita, dopo essersi fatta spiegare meglio, decide di prendere parte all’iniziativa. Con chiamate e incontri Zoom, comincia così l’organizzazione. Pilar e le sue amiche colgono appieno la peculiarità della Special Edition, puntando tutto sulla presenza nel territorio e sulla comunicazione con amici e conoscenti. «Tra gli incontri e gli eventi organizzati dal Meeting, abbiamo scelto i più interessanti per la nostra comunità e abbiamo riproposto un programma della manifestazione a nostra misura. Alcuni di noi si sono dedicati alla diffusione online dei contenuti, altri invece hanno approfondito i temi delle mostre per poter fare da guida».

Non solo la trasmissione di quanto accade a Rimini, dunque, ma la costruzione di un vero e proprio Meeting per l’amicizia fra i popoli, capace di coinvolgere ciascuno secondo le proprie passioni e inclinazioni. «Abbiamo pensato di introdurre ogni incontro di cui proponiamo la visione, a cui segue poi una chiusura per riprendere i punti principali. Mi ha stupito che, dovendo decidere chi si sarebbe occupato dei vari incontri, un’amica docente si sia subito proposta per introdurre il dialogo sull’educazione. Questo è il bello del Meeting: è per ognuno così com’è, per quello che è. E, così, diventa per tutti». Lo si può vedere concretamente: anche se costretti ad organizzare gli incontri ognuno dalla propria casa per il lockdown, Pilar e i suoi amici sono insieme, coscienti che ciò che hanno tra le mani è una bellezza che davvero parla a ciascuno di loro e, al tempo stesso, è per il mondo intero.