“Il dialogo non si ferma”

Agosto 2020

di Chiara Ugolini

Dialogo, questo è il Meeting di Rimini. “Dialogo fra tutte le parti – sottolinea Luigi Cammi, responsabile di Meeting Salute - Operatori, medici, infermieri, dirigenti, politici. Qui al Meeting si è sempre trovato un punto di incontro per parlare senza discutere, senza pregiudizi o principi ideologici, per il bene comune e per la cura della persona”.

In questi giorni sono passati al Meeting esponenti del mondo scientifico, medico e farmaceutico. Tema centrale il Covid: come migliorare il sistema sanitario. Una delle soluzioni, proposte sia dal commissario straordinario per l'emergenza Covid Domenico Arcuri che dal ministro della Salute Roberto Speranza è investire di più nella sanità, “basta ai tagli”, per essere pronti anche a una possibile seconda ondata. Secondo lei è la scelta migliore?

“Sicuramente è la scelta migliore, ma lo diciamo da quattro anni. Il continuo abbassamento degli investimenti nel sistema sanitario prima o poi avrebbe avuto un impatto. Poi è arrivato il virus che ha fatto emergere la necessità di un cambio di rotta. I fondi arrivano e arriveranno sul sistema sanitario italiano ma anche europeo. Quello in discussione ora è come verranno utilizzati questi fondi. Come ha detto Mario Draghi bisogna distinguere debito buono e debito cattivo”.

Molti degli esponenti intervenuti hanno concordato con l'ex presidente della Bce, riguardo al non avere paura di creare un debito buono.

“Per un reale cambiamento del sistema sanitario nazionale dobbiamo investire, puntare sulla formazione del personale, scommettere sui giovani, implementare la ricerca, guardare alla digital trasformation”.

Si è posta attenzione anche sulla medicina territoriale e sul contributo che questa ha dato durante il Covid. Sono state evidenziate delle carenze però, come la poca preparazione dei territori e la poca comunicazione con il sistema centrale. Cosa secondo lei andrebbe rivisto e sviluppato?

“Uno degli interventi più interessante è stato quello di Marco Trivelli, direttore generale del Walfare in Regione Lombardia, che partendo dalla sua esperienza di approccio con il territorio a Brescia ha evidenziato che non sono i sistemi a imporre una collaborazione, ma le persone. Quindi prima di parlare di sistema, bisogna parlare di persone, di formazione e disponibilità delle persone a dialogare per mettersi in gioco per il bene comune. Per quanto riguarda il territorio, bisogna sottolineare anche il grande ruolo di tutte le associazioni dei volontari che si sono attivati durante l'emergenza: un tessuto importante dell'ambito sociale che non può essere distinto dal sistema sanitario e per questo deve essere incluso all'interno di questo investimento e questa ristrutturazione del sistema”.

Secondo lei era necessaria l'emergenza per mettere un campanello d'allarme sulla sanità?

“No, anche se avrei preferito non imbattermi nell'emergenza Covid. I latini però guardavano l'emergenza da un punto di vista positivo, come qualcosa che fa emergere. Quindi sta a noi prendere il buono: la pandemia ci ha dato la possibilità di metterci in gioco e di migliorare uno degli aspetti fondamentali della nostra vita, la salute”.

A prescindere dal virus, riguardo la sanità che prospettive sono emerse durante il Meeting?

“Il focus sul Covid è stato fatto non con l'idea di guardare al passato, come abbiamo affrontato l'emergenza, ma pensando al futuro, fra quattro o cinque anni. Il virus ci ha imposto di rimanere ancorati alla realtà. Non è stato nemmeno scontato fare il Meeting in questa modalità, però abbiamo dimostrato che stando alle regole possiamo dialogare con tutti”.

Sono stati trattati tutti gli argomenti che vi eravate prefissati o avete dovuto trascurarne qualcuno?

“I temi sulla salute, post virus e non, ne avevamo tantissimi e ne avremo tantissimi altri da portare avanti: riabilitazione, ruolo dei medici e degli infermieri, tutta la parte della cronicità, sono argomenti che avremmo voluto affrontare, ma non c'è stata la possibilità in questa edizione speciale. Walter Ricciardi, presidente del World federation of public health associations, ha rilanciato a livello internazionale la possibilità di collaborare perché l'esperienza del Meeting possa essere estesa nel tempo: un insieme di menti che cooperano allo sviluppo del sistema sanitario nei prossimi quattro o cinque anni. Noi vogliamo cogliere questa occasione”.