Tra realtà e percezione: quando la distorsione dei dati reali “complica” i fatti

Redazione Web

Rimini, 20 agosto- La realtà e la percezione. Due facce della stessa medaglia, spesso difficili da definire. Quanto dista la realtà dalla percezione in Italia? Quanto siamo realmente consapevoli di quello che sta accadendo nel nostro paese? Sono queste le domande centrali poste da Alberto Brugnoli, professore di economica applicata all’Università degli Studi di Bergamo e direttore scientifico Fondazione per la Sussidiarietà, nell’incontro “L’Italia ce la farà? Numeri alla mano”, che si è svolto in Arena Sussidiarietà&Lavoro.

Da una parte i dati concreti, raccolti con una metodologia chiara e precisa, che costituiscono quella che è la realtà dei fatti. Gian Carlo Blangiardo, professore ordinario di demografia all’Università Milano-Bicocca e presidente Istat, ha mostrato come ad esempio la crescita economica in Italia sia debole, fragile, incerta, e come la demografia sia costantemente in calo da quattro anni a questa parte. La relazione tra questi due fattori, ha spiegato, è molto stretta: come è facilmente immaginabile, il cambiamento di popolazione influisce inevitabilmente sull’economia di un paese.

Dall’altra parte, l’opinione pubblica, che non segue logiche precise ma che si basa su quella che è la percezione delle persone. E, come ha riportato Nando Pagnoncelli, ad Ipsos e sondaggista, in Italia si ha «in mente un paese molto diverso rispetto alla realtà del paese stesso». La tendenza è quella della dilatazione dei fenomeni, che spesso vengono anche rappresentati con estrema, e non necessaria, negatività. Questa distanza tra percezione e realtà è sicuramente dovuta, così come ha riportato Pagnoncelli, oltre ad un basso livello di istruzione e ad un’emotività che non di rado prende il sopravvento facendo prevalere sentimenti di negatività e paura, anche ad un sistema comunicativo che spesso si basa su quelle che tutti conosciamo come “fake news”. Blangiardo ha sottolineato una tendenza alla distorsione delle informazioni che provengono dalle statistiche: «Tra la realtà, cioè quello che è il dato vero, e quello che è il dato percepito, c’è qualcuno che in qualche modo trasmette, a chi lo percepisce, il dato vero. E spesso questa trasmissione avviene in maniera distorta».

Fondamentale, per ridurre questo gap tra percezione e realtà, è dunque secondo Pagnoncelli «l’assunzione di una responsabilità individuale», che possa portare anche a «superare la pigrizia di fermarsi alle informazioni immediate». Ha poi aggiunto Blangiardo: «Bisogna fare in modo che chi produce informazione e chi in qualche modo la trasmette, facciano uno sforzo». Quello che è emerso dunque è che, in un’epoca in cui  ottenere notizie è così facile e rapido, occorre che coloro che desiderano fornirle, siano consapevoli e conoscano realmente gli argomenti  di cui parlano.

E dunque, con i dati reali alla mano, cosa rispondere alla domanda “l’Italia ce la farà?” Blangiardo non ha dubbi:  se ce l’abbiamo fatta in periodi peggiori, ad esempio negli anni ’70, «perché non dovremmo farcela adesso?». Pagnoncelli ha poi concluso sottolineando l’importanza di «parlare anche delle cose positive, che non significa negare i tanti elementi  critici e le tante difficoltà che stiamo vivendo. Significa però in qualche modo fare vero quello che il Presidente Ciampi chiamava il “patriottismo dolce”. Dobbiamo riuscire a raccontare anche le cose che funzionano».

 

(G.C.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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