Se non un posto, che sia almeno un percorso

Press Meeting

Centralità del lavoro nella vita dell’uomo quale possibilità della sua realizzazione, servizi che garantiscano questa centralità e questa realizzazione, necessità di mettere in campo strumenti che evolvano nel senso di una formazione continua e che anche durante il percorso lavorativo permettano flessibilità: questi i temi affrontati oggi in Sala Neri da Maurizio Sacconi, Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Alberto Guglielmo, Assessore alla Formazione, Istruzione, Lavoro della Regione Lombardia, e Savino Pezzotta, Segretario Generale CISL, coordinati da Massimo Ferlini, Vice Presidente della Compagnia delle Opere.
Sacconi ha descritto l’Italia come un Paese che rispetto all’Europa ha uno tra i più bassi tassi di occupazione regolare, di scolarizzazione e di apprendimento continuo, una bassa mobilità sociale prodotta dal sistema educativo, un’elevata disoccupazione di lungo periodo e un’assenza di protezioni e reti adeguate, una mancanza di dinamismo e la presenza invece di forme improprie di flessibilità (contratti Co.co.co); ha sottolineato poi come la CdO e la legge Biagi abbiano sollecitato invece una riforma del lavoro “inclusiva”, in grado di favorire la capacità delle persone di adattarsi ai cambiamenti senza rimanere escluse, fornendo strumenti di autooccupazione e di apprendimento: strumenti che consentano di vivere i cambiamenti come opportunità e non rischi, realizzando un nuovo welfare delle opportunità insieme ad un nuovo sistema di sicurezze.
Esempi di strumenti realizzati in questo senso sono l’Anagrafe del Lavoratore e la Borsa del Lavoro della Regione Lombardia: Guglielmo ha sottolineato l’importanza del porre al centro l’uomo nella riforma del lavoro. È necessario a suo avviso che il lavoratore abbia durante la propria vita lavorativa la certezza di una tutela da parte degli enti pubblici attraverso forme di assistenza all’ingresso nel mondo del lavoro; attraverso meccanismi che frenino l’uscita dal mercato del lavoro attraverso la formazione continua; attraverso pari garanzie a chi lavora a tempo indeterminato e a tempo determinato.
Pezzotta ha sottolineato la necessità di una visione valoriale del lavoro da parte delle istituzioni: non si tratta soltanto di tutelare, ma di promuovere e creare una cittadinanza più piena attraverso una maggiore responsabilizzazione dentro il lavoro. Questo può avvenire anche attraverso la flessibilità, da intendersi come possibilità di maggiore espressione e libertà e che come tale va garantita affinché non scivoli nella precarietà.
Mancano alla nuova riforma, ancora secondo Pezzotta, due elementi che erano presenti nel disegno originario di Biagi: la riforma degli ammortizzatori sociali, attraverso la crescita di servizi del lavoro e di un welfare to work che sia un sistema di protezione entro il mercato del lavoro e non solo nel momento dell’uscita dallo stesso, ed uno Statuto del lavoro. Tuttavia sappiamo – ha concluso il Segretario CISL – che siamo all’interno di un cambiamento in atto, che il lavoro sulla riforma è ancora in progress e che molto ancora può essere realizzato attraverso la negoziazione e l’incontro tra le parti sociali.

P. D.
Rimini, 23 agosto 2004