L’Islam nella vita quotidiana

Press Meeting

La risposta al titolo della tavola rotonda, “l’Islam nella vita quotidiana”, è stato veramente il filo rosso che ha unito gli interventi del dottor Magdi Allam, vicedirettore de “Il Corriere della Sera”, del professor Nasr Hamid Abu Zaid, islamologo, e del direttore editoriale del sito www.musulmaniditalia.com, Khalid Chaouki. Si è trattato, in effetti, di tre articolate testimonianze di vita che hanno indirettamente onorato quanto ha detto il Papa a Colonia parlando ai rappresentanti di alcune comunità islamiche tedesche:”Non possiamo cedere alla paura, né al pessimismo”. E ciò che i tre relatori hanno raccontato è stata proprio una testimonianza di coraggio e di onestà intellettuale.
Il vicedirettore del “Corriere” ha esordito denunciando come Italia ed Europa abbiano spalancato le porte a troppi estremisti, che poi si sono impossessati delle moschee d’Occidente. Si è diffusa così un’idea di Islam radicale che sta divenendo l’immagine esclusiva dell’Islam stesso, mentre i musulmani moderati, quelli che vivono la fede e la vita di ogni giorno, con le difficoltà, le speranze e i problemi di tutti i cittadini, si vedono identificati in uno stereotipo che non li rappresenta. Per questo, perché essi potessero dialogare con una realtà libera come quella di Rimini, Allam ha proposto al Meeting un incontro con il professor Abu Zaid e con Khalid Chaouki, due personaggi che, con storie diverse, vogliono affermare la propria identità di musulmani che vivono la fede con libertà. Zaid, docente universitario, è assertore di una lettura storico-scientifica del Corano, ma per questo, nel 1995, un tribunale civile egiziano lo ha accusato di apostasia e costretto a divorziare dalla moglie. Chaouki, 22 anni, di origine marocchina, militante fra i giovani islamici italiani, si è dimesso dalla presidenza dell’associazione per scelta sofferta e responsabile e ha promosso il sito di cui attualmente è direttore editoriale.
Anche Abu Zaid, come prima Allam, ha denunciato gli stereotipi entro i quali oggi, in Occidente, si incapsula il buon islamico: madrasse e scuole religiose, martiri e al-Qaeda. La vita quotidiana è altro: lo studente delle madrasse, come tutti gli studenti, fa inquietare il maestro perché non vuol studiare e vuol giocare! Il quotidiano è diverso dallo stereotipo, molto diverso. Così il buon padre non prega 24 ore su 24, ma ha problemi di lavoro, si preoccupa dei figli ed ha a che fare con l’ordinaria quotidianità con la quale tutti i padri di oggi sono impegnati.
Chaouki, ha raccontato la sua amarezza di non sentirsi più a casa propria in moschea, mentre spera che la moschea torni ad essere un luogo di spiritualità e di incontro nella fede per uomini di tutte le nazioni , e non più un luogo strumentalizzato politicamente.
Magdi Allam, ha infine sottolineato, rispondendo ad una domanda sulla libertà posta a tutti tre i relatori dal coordinatore, come non sia un caso che tutti tre i relatori siano venuti al Meeting dopo aver pubblicato libri autobiografici: l’autobiografia è strumento per veicolare idee che ognuno dei relatori ha considerato fondamentali per raccontare la propria spiritualità e per descrivere la complessità del mondo in cui è immerso.

E.P.
Rimini, 23 agosto 2005