La Riforma di San Carlo Borromeo: passione per l’uomo d’ oggi.

Press Meeting

La mostra sulla Riforma di S. Carlo Borromeo, curata dalla Fraternità sacerdotale dei Missionari di S. Carlo, è stata presentata oggi pomeriggio in un incontro cui sono intervenuti Davide Dall’Ombra, dell’Associazione Giovanni Testori e fra gli ideatori della esposizione, don Massimo Camisasca, Superiore Generale della Fraternità S. Carlo, e Luca Doninelli, scrittore e giornalista.
In apertura Dall’Ombra ha fatto vedere al numerosissimo pubblico presente uno dei tre video, quasi dei cortometraggi, che costituiscono la parte principale della Mostra. Il problema che i curatori si sono posti, risolvendolo col ricorso alla tecniche video, è quello di verificare l’attualità del messaggio del grande riformatore lombardo. Ai filmati, parte rilevante della proposta espositiva, sono stati uniti testi tratti dagli scritti di S. Carlo illustrati con immagini e scerne di vita contemporanea. Gli accostamenti sono stati perfetti e calzanti, ma l’attualità della testimonianza di S. Carlo è documentata soprattutto dalla personalità e dalla vicenda storica del Santo che non ha amato l’umanità in genere, ma – da principe qual era – l’uomo con il suo nome e cognome, nel suo bisogno terreno, “Per me S. Carlo è espressione di una vera Riforma, un rinnovamento che conduce avanti” disse l’allora cardinal Ratzinger in una citazione richiamata da don Massimo Camisasca. S. Carlo ha ricostruito la Chiesa milanese senza tornare al Medioevo; ma invitando alla conversione, attraverso la testimonianza ed il cambiamento dell’io. E questa è “la più grande riforma”, come ha teso a sottolineare Luca Doninelli. Il “più grande”, infatti, è l’elemento che differenzia il titolo della mostra dal titolo dato alla presentazione. Quel “più grande” sta proprio a significare la grandezza e l’attualità della riforma vissuta da S. Carlo: la Chiesa può rivivere solo ripartendo dal corpo di Cristo, ma partire dal corpo di Cristo vuol dire partire dall’io. Le “cose importanti, vere ed eterne”, come dice il santo, si giocano nella passione per sé e per l’uomo, nella passione per il cambiamento in Cristo. E da questa passione nasce l’amore per le “cose caduche”, per il pane quotidiano dei poveri, per la miseria dei malati. Santo del fare, santo milanese, il Borromeo, nel quale si incarna la pienezza della sensibilità lombarda per l’operare, per il costruire.

E.P.
Rimini, 26 agosto 2005