Il coccolone della mente americana

Redazione Web

PROTEGGERE TROPPO LA LIBERTÀ FINISCE PER NEGARLA: L’EPOPEA DEGLI USA, TRA ANELITI, PAURE E ATTESE DI FELICITÀ

 

Rimini, 20 agosto – «Greg Lukianoff, presidente Foundation for Individual Rights in Education, ha scritto il libro “Il coccolone della mente americana”: da cosa nasce questo lavoro?». Così ha introdotto l’incontro in Salone Intesa Sanpaolo B3, padre José Medina, insegnante. «Tutto ha avuto origine da una forte depressione di cui sono stato vittima nel 2007 e da cui credevo non sarei mai uscito» ha risposto Lukianoff. «La “terapia cognitiva” mi ha guarito, attraverso la analisi del mio comportamento. Il mio lavoro di avvocato, specialista in cause contro le Università, mi ha messo di fronte a comportamenti che ho analizzato con il metodo di questa terapia, e che mi dimostravano che qualcosa era andato storto nei Campus. Ad esempio, un professore è stato licenziato perché ha postato su un social una foto della figlioletta con una maglietta con stampata una frase della serie “Trono di spade” in cui compariva la parola “fire”, fuoco: questo ha portato gli organi direttivi dell’università a temere che il professore avesse intenzioni omicide e quindi lo hanno licenziato. È l’esempio di un corto circuito che si è prodotto nella società per cui la gente si sforza talmente di garantire le libertà da negare quelle altrui». L’effetto, secondo Lukianoff, è una distorsione cognitiva che genera ansia, depressione e che ha prodotto “genitori elicottero”, sempre sopra ii figli organizzando tutto il loro tempo, con intenzioni protettive e di garanzia ma che li disabituano alla libertà. «Studi statistici confermano questa opinione perché è stato rilevato che la generazione dei nati dopo il 1995, definita generazione Z, ha posticipato rispetto alle generazioni precedenti le tappe della vita post adolescenziale».

Martina Saltamacchia, associate professor di Storia Medievale all’Università del Nebraska, Omaha, Usa, ha cercato di capire questo fenomeno studiando l’epopea della frontiera. «Nel 1862 il governo Usa emanò il primo “Homestead act” legge che attribuiva la proprietà di 160 acri, circa 65 ettari – di terra a chi vi si stabilisse, coltivandola, per cinque anni» racconta la professoressa «cosicché persone provenienti da tutto il mondo si sono ritrovate in un territorio enorme, privo di qualsiasi struttura sociale precostituita: quindi se, in tale situazione, da un lato la libertà non aveva limiti, dall’altro la profonda solitudine ed isolamento dei pionieri li ha costretti a contare solo su loro stessi». Ne è scaturita una struttura sociale nella quale sono stati rimossi tutti i condizionamenti delle società di provenienza, ma si è anche originato un rapporto degli americani con la solitudine affatto particolare che si esprime con due diversi vocaboli: “loneliness” che indica il dolore dell’isolamento e “solitude” che indica la gioia di essere soli e come tali padroni di se stessi.

Medina ha poi chiesto a Lukianoff del convegno tra professori universitari che è solito organizzare: «È un esperimento molto interessante, che mira a sviluppare la capacità di ascolto tra persone con opinioni radicalmente diverse» . Anche Saltamacchia ha partecipato ad uno di questi convegni «ed è stato scioccante assistere a lezioni in cui il relatore esponeva le proprie opinioni. Appena lui ha terminato, si è alzato un partecipante sostenendo di essere in disaccordo con ogni cosa del primo. Attraverso l’ascolto si è tuttavia pervenuti a posizioni mediate, che attenuavano l’attuale polarizzazione che ha generato disordini in America».

 

(C.CAP.)

 

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