“Dire di sì”. Dialogo tra Gus Powell e Joel Meyerowitz

Redazione Web

“Dire di sì”
Dialogo tra Gus Powell e Joel Meyerowitz

Rimini, 20 agosto 2022 – In occasione della mostra Family Car Trouble, che è possibile visita-re in questi giorni al meeting di Rimini, il maestro dello scatto Gus Powell è stato invitato a dialogare con un altro celebre fotografo americano, Joel Meyerowitz, su come la fotografia può rappresentare e celebrare la vita di fronte e attorno a noi.
L’incontro dal titolo “Dire di sì”, è stato presentato dal giornalista e critico d’arte Luca Fiore. Meyerowitz – intervenuto da remoto – ha passato nove mesi nel cratere di Ground Zero do-po l’abbattimento delle Torri Gemelle per documentare il dolore, la morte, i soccorsi, la rico-struzione, la speranza di quell’evento. Dunque foto come storie, sensazioni, istanti, voglia di raccontare e guardare il mondo attorno a noi, per cristallizzarne il fascino, che la fotografia immortala.
«Il fotografo dice di sì alla realtà», ha detto Powell, «a quello che vede succedere, ma anche a ciò che potrebbe accadere e che lo scatto lascia solo intendere. Sono istanti di bellezza immortalati e al tempo stesso tappe di un percorso».
«Le fotografie suscitano domande e interpretazioni, suggeriscono ipotesi di lettura della realtà che spesso è carica di ambiguità e mistero», gli ha fatto eco Meyerowitz, «mostrano che c’è una bellezza trascendente nei luoghi normali. Il tempo ci allontana dagli eventi acca-duti, ma la foto ci ricorda che abbiamo bisogno di bellezza nella vita».
La mostra di Gus Powell è un romanzo per immagini, che raccoglie foto di famiglia scattate nei mesi precedenti alla morte di Peter, il padre del fotografo. La persona è il centro del suo interesse, nella complessità di sguardo di un artista coinvolto con le storie che immortala. Nello stesso periodo, infatti, Powell ha fotografato le sue due figlie in momenti di vita quoti-diana, mentre giocano e imparano a conoscere il mondo. Peter è ritratto a letto o seduto in poltrona, con i segni di un’operazione alla gola che lo ha reso muto, mentre le due piccole scorrazzano per casa.
In parallelo il romanzo fotografico cristallizza gli ultimi momenti di una vita, e la quotidianità giocosa. La vita e la morte, dunque. Le vicende di famiglia, si intrecciano anche con quella di Jimmy, la Volvo 940 Turbo station wagon del 1993 che entra ed esce dalle officine per inter-venti mai risolutivi. Spiega Powell: «Family Car Trouble racconta la storia di un viaggio. Ri-guarda la vita, la morte e i guasti di un’auto. Mostra i problemi della mia macchina, che ho potuto risolvere, e le situazioni familiari e di salute per le quali, invece, potevo fare poco, e la possibilità di andare avanti insieme».
(M.B.)

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