Conferenza stampa Lukianoff – Blangiardo

Sofia Bronzetti

Rimini, 20 agosto – Il presidente dell’ISTAT e professore ordinario di Demografia all’Università di Milano-Bicocca, Gian Carlo Blangiardo, e il presidente Foundation for individual rights in Education (FIRE), Greg Lukianoff, hanno anticipato, nella conferenza stampa in Sala Ravezzi al Meeting per l’amicizia fra i popoli, alcuni dei temi trattati nei convegni pomeridiani. Ad introdurre gli interventi Eugenio Andreatta, responsabile Comunicazione e portavoce Meeting.

Lukianoff, autore di numerosi libri e saggi sulla situazione sociale, i diritti civili e, in particolare, sulla condizione dei giovani all’interno dei campus americani, si è occupato del fenomeno della polarizzazione politica e della tendenza in atto fra i giovani universitari di isolarsi, di chiudersi in gruppi ristretti, in una “bolla” personale. «Paura diffusa, stress, cambiamenti repentini di umore , fino a casi di violenza autoinflitta, di autolesionismo e suicidi in numero crescente» ha detto il ricercatore, «sembrano aver preso il sopravvento fra gli studenti universitari».

Dagli studi di Lukianoff, autore di un libro sul fenomeno diffuso della polarizzazione, è emerso che esso colpisce in particolare le generazioni degli anni ’95/’96. «L’ostilità dei ragazzi rivolta verso esponenti politici ai quali viene vietata la partecipazione quali relatori a seminari all’interno delle università», ha detto, «viene spiegata dai giovani in quanto soggetti dannosi al positivo clima studentesco. I ragazzi», ha proseguito, «si polarizzano rifiutando tutto e tutti coloro che non la pensano come loro». Per Lukianoff una prima spiegazione sarebbe questa: «Questi giovani appartengono alle generazioni dei social media e delle tecnologie diffuse e invasive, a loro completa disposizione a partire da quegli anni». Lukianoff ha concluso dicendo che il fenomeno, di cui si è parlato nel convegno, è sotto esame e costantemente monitorato.

Sulla situazione demografica e sociale del nostro paese è intervenuto il presidente dell’ISTAT, protagonista del convegno “L’Italia ce la farà? Numeri alla prova”. Blangiardo vede il bicchiere mezzo pieno: «Non posso dire sì o no», ha detto. «Dai dati raccolti posso dire che sono più ottimista che pessimista. Le partite che abbiamo esaminato sono di natura economica e demografica. La prima presenta aspetti problematici, stagnazione dell’economia, diminuzione del Pil, ma ci sono aspetti positivi, un mix di segnali positivi e negativi provenienti dall’occupazione e dalle esportazioni. La partita demografica è più complessa e ci vede in affanno», ha proseguito. «Dal 2015 la popolazione italiana è diminuita di 400 mila unità, compensata solo da un incremento di stranieri. L’indice di natalità è il più basso di sempre. Nel 2018 i nati sono stati 440 mila, con un altro segnale in negativo. Nei primi tre mesi del 2019 i nati sono scesi ancora del 2 per cento rispetto ai primi tre mesi del 2018. Anche la popolazione anziana è aumentata. Vi dico solo un dato che fa riflettere», ha concluso Blangiardo: «Gli anziani con meno di 90 anni oggi sono 800 mila. Seguendo questa tendenza con calcoli statistici, fra 30/40 anni la popolazione con questa età sarà di due milioni e mezzo di persone, a fronte di una popolazione italiana di 60 milioni, con ripercussioni sul sistema sanitario». Cosa fare? «Ragionare, capire e agire prendendo spunto dagli anni Settanta, anni non certo facili dal punto di vista sociale, ma con impegno, fantasia, capacità, buona volontà, come allora ci sono le condizioni per venire fuori dalla situazione. Con questi dati cerchiamo di dare suggerimenti e spunti di riflessione».

 

(G.G.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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