Conferenza Stampa Brasile

Press Meeting

Robi Ronza, portavoce del Meeting, ha parlato della riqualificazione delle baraccopoli nelle grandi città dell’emisfero sud del pianeta come uno dei principali problemi urbanistici del nostro tempo.Robi Ronza, portavoce del Meeting, ha parlato della riqualificazione delle baraccopoli nelle grandi città dell’emisfero sud del pianeta come uno dei principali problemi urbanistici del nostro tempo. Negli ultimi decenni, tutti i tentativi si sono rivelati fallimentari. Tuttavia sta finalmente prendendo piede quella teoria che considera le baracche non più agglomerati abusivi ma una realtà da legittimare.
Fabrizio Pellicelli, responsabile dei progetti della Fondazione AVSI, ha brevemente parlato degli interventi di sviluppo umano e della riqualificazione urbana in corso nella città di Salvador. Interventi possibili grazie alla generosità di molte famiglie italiane – tramite il sostegno a distanza – e di enti privati. Alla raccolta dei fondi concorrono anche il governo italiano e la Banca Mondiale. Inoltre il governo dello Stato di Bahia applica il principio di sussidiarietà con cui opera la fondazione AVSI che mette la persona al centro del proprio agire.
Marcos Zerbini, Presidente Movimento Lavoratori Senza Terra di San Paolo (Brasile), già intervenuto al Meeting 2004, ha confermato che anche la loro preoccupazione primaria è l’uomo. Le persone devono diventare consapevoli della propria capacità di essere autori della propria storia personale; dice quindi ‘no’ alla visione paternalistica secondo cui lo Stato è il “salvatore della patria”. Zerbini ha continuato raccontando gli inizi del suo movimento: le priorità originarie – la casa e lo status di cittadino – si erano via via rivelate insufficienti, c’era qualcosa che sfuggiva. Così come non era adeguato l’approccio all’uomo che proponeva la teologia della liberazione, che tendeva a ridurre tutto alla dimensione politica. Quando poi incontrò il movimento di Comunione e Liberazione, si rese conto di che cosa mancava: l’incontro con Gesù Cristo. L’origine e l’obiettivo dell’azione deve essere la persona: questa è l’unico atteggiamento che possa insegnare a vivere come Gesù Cristo. In questo senso Robi Ronza ha osservato come CL sia “un movimento di educazione alla fede” e non possegga un proprio modello di sviluppo. Rispondendo a una domanda sulle ultime vicende del presidente Lula, Zerbini ha osservato che “tutti i brasiliani sono delusi”. Ha specificato poi come la sua esperienza passata l’avesse portato ad aspettarsi esattamente quello che è successo. Già da quando militava nel PT (Partito dei Lavoratori) Zerbini si rese conto che quella che imperava era “una visione stalinista, accentratrice, che appoggiava solo ciò che poteva essere controllato, e il governo brasiliano di oggi non sta certo dando un buon esempio”.

P.S.

Rimini, 23 agosto 2005
Negli ultimi decenni, tutti i tentativi si sono rivelati fallimentari. Tuttavia sta finalmente prendendo piede quella teoria che considera le baracche non più agglomerati abusivi ma una realtà da legittimare.
Fabrizio Pellicelli, responsabile dei progetti della Fondazione AVSI, ha brevemente parlato degli interventi di sviluppo umano e della riqualificazione urbana in corso nella città di Salvador. Interventi possibili grazie alla generosità di molte famiglie italiane – tramite il sostegno a distanza – e di enti privati. Alla raccolta dei fondi concorrono anche il governo italiano e la Banca Mondiale. Inoltre il governo dello Stato di Bahia applica il principio di sussidiarietà con cui opera la fondazione AVSI che mette la persona al centro del proprio agire.
Marcos Zerbini, Presidente Movimento Lavoratori Senza Terra di San Paolo (Brasile), già intervenuto al Meeting 2004, ha confermato che anche la loro preoccupazione primaria è l’uomo. Le persone devono diventare consapevoli della propria capacità di essere autori della propria storia personale; dice quindi ‘no’ alla visione paternalistica secondo cui lo Stato è il “salvatore della patria”. Zerbini ha continuato raccontando gli inizi del suo movimento: le priorità originarie – la casa e lo status di cittadino – si erano via via rivelate insufficienti, c’era qualcosa che sfuggiva. Così come non era adeguato l’approccio all’uomo che proponeva la teologia della liberazione, che tendeva a ridurre tutto alla dimensione politica. Quando poi incontrò il movimento di Comunione e Liberazione, si rese conto di che cosa mancava: l’incontro con Gesù Cristo. L’origine e l’obiettivo dell’azione deve essere la persona: questa è l’unico atteggiamento che possa insegnare a vivere come Gesù Cristo. In questo senso Robi Ronza ha osservato come CL sia “un movimento di educazione alla fede” e non possegga un proprio modello di sviluppo. Rispondendo a una domanda sulle ultime vicende del presidente Lula, Zerbini ha osservato che “tutti i brasiliani sono delusi”. Ha specificato poi come la sua esperienza passata l’avesse portato ad aspettarsi esattamente quello che è successo. Già da quando militava nel PT (Partito dei Lavoratori) Zerbini si rese conto che quella che imperava era “una visione stalinista, accentratrice, che appoggiava solo ciò che poteva essere controllato, e il governo brasiliano di oggi non sta certo dando un buon esempio”.

P.S.

Rimini, 23 agosto 2005