Bussetti al Meeting: “Senza educazione non c’è libertà”

Redazione Web

Rimini, 23 agosto – «Oggi torno qui al Meeting di Rimini, a distanza di un anno, come ministro uscente. Ma torno con la serenità e con la forza che derivano dalla consapevolezza di aver lavorato con impegno e costanza ad un unico vero e solo obiettivo: il bene dei nostri ragazzi, dei nostri docenti, di tutto il personale della scuola, dell’università e del mondo della ricerca». È con queste parole di Marco Bussetti, ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, che si è aperto l’incontro “Il sistema scuola-impresa. Educare i giovani ad essere agenti del cambiamento e orientarli ai mestieri del futuro”, in Arena Sussidiarietà&Lavoro B1.

Un tema senza dubbio complesso quello dei giovani e del mondo del lavoro, ma che merita un’attenzione costante ed un forte impegno, e che deve coinvolgere tutti, a partire dalle istituzioni. «Abbiamo la necessità di creare una formazione di sempre più alto livello» ha aggiunto il ministro «perché i nostri ragazzi possano entrare con maggiore facilità nel mercato del lavoro e, contestualmente, le imprese possano avere a disposizione capitale umano qualificato». E per far si che questo accada, bisogna investire molto sull’educazione, sulla ricerca. Come ha sottolineato Bussetti «senza studio e conoscenza non c’è sviluppo sociale e soprattutto sviluppo economico. Senza educazione e formazione non esiste libertà. Senza libertà non può esistere un futuro».

Un’educazione però che per essere considerata realmente funzionale non deve e non può solo ed esclusivamente basarsi sul “saper fare”. L’arte educativa, così come ci ha ricordato il ministro, deve infatti riguardare ogni aspetto della persona, senza dimenticare mai quello intellettivo e soprattutto emozionale. Ed è proprio per far in modo che questo ambizioso progetto possa concretamente realizzarsi risulta ad oggi fondamentale che scuole ed imprese dialoghino tra loro, con l’obiettivo primario di creare percorsi condivisi. «La formazione» ha concluso «deve essere per questo orientativa. Ed è solo così che potremo incidere in modo puntuale nel contrasto alla disoccupazione giovanile, indirizzando i nostri ragazzi verso un percorso a loro più consono».

E davanti ad un mondo del lavoro che cambia così rapidamente, oggi non basta più trasferire ai giovani competenze specifiche. Stefano Antonio Donnarumma, ad Acea e presidente di turno del consorzio Elis, ha evidenziato la necessità di «trasmettere ai ragazzi la capacità di risolvere problemi. La capacità di analizzare e capire le informazioni». Non esiste mestiere moderno dove non siano fondamentali apertura mentale e flessibilità. Donnarumma ha anche sottolineato l’importanza che ricopre oggi il lavoro di squadra: «Il lavoro si fa sempre in collegamento con gli altri. Bisogna essere in grado di dialogare, di lavorare insieme, di darsi dei compiti, di scambiarsi tali compiti. Lavorare per obiettivi condivisi con obiettivi condivisi». E l’esperienza riportata da Enrica Arena, co-founder Orange Fiber, e Lorenza Moradini, impact investor e executive vice president Impact Hub Milano, ne è in questo senso un chiaro esempio. Grazie alla loro collaborazione infatti è stata data vita ad un prodotto assolutamente innovativo, un tessuto interamente creato con bucce d’arancia, utilizzato anche per la creazione di collezione di importanti e conosciuti marchi quali Salvatore Ferragamo e H&M.

Valentino Magliaro, 100 Forbes under 30 e founder Humans to Humans, ha ancora una volta sottolineato quanto sia fondamentale oggi il miglioramento della didattica. Questa secondo Magliaro «deve trasformarsi in sviluppo delle competenze. Ogni docente, ogni persona, dentro e fuori la scuola, deve lavorare per creare impatto, lavorando sui messaggi, sui perché. Mettendo al centro le persone e comunicando loro quei messaggi. E far si che quelle persone, una volta che sono al centro, decidano di uscire e creare a loro volta impatto nel pianeta».

Lavorare sulle competenze, sugli altri, ma in primis su se stessi. Questo è il messaggio che ha voluto condividere con la platea il giovanissimo Giuseppe Cuna, in arte Azel, studente di istituto tecnico e campione mondiale di Human Beatbox. Nessuno dovrebbe mai smettere, secondo Azel, di «credere in se stesso e di fare un passo indietro quando ne sente il bisogno. E soprattutto tutti noi dovremmo sempre cercare di essere quello che sentiamo di essere veramente, sempre ed in ogni momento». Una ricerca quella di se stessi, non sempre facile, ma che deve essere perseguita con ogni mezzo necessario e che passa inevitabilmente anche dall’educazione e dalla formazione. Lorella Carimali, insegnante di matematica e fisica, candidata al Global Teacher Prize, inspiring fifty lady, ha sottolineato infatti l’importanza ed il diritto che «ciascuno ha di trovare la propria radice quadrata della vita». Questo obiettivo deve essere perseguito da tutti indistintamente, perché bisogna aiutare i giovani a diventare persone che «possano realmente realizzarsi».

«Senza reciproca stima tra scuola, mondo del lavoro e famiglie, non si va da nessuna parte» ha poi ricordato a conclusione dell’incontro, Gigi de Palo, presidente nazionale Forum delle Associazioni Familiari. Formare i ragazzi al giorno d’oggi è quindi chiaramente una sfida complessa, che potrà essere vinta soltanto con un concreto impegno ed una reale collaborazione da parte di noi tutti.

 

(G.C.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

Scarica