Accogliere, accompagnare, educare. Esperienze di vita in famiglia

Agosto 2022
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in collaborazione con Askanews

Rimini, 25 agosto 2022 – ACCOGLIERE, ACCOMPAGNARE, EDUCARE. ESPERIENZE DI VITA IN FAMIGLIA


Luca Sommacal è il presidente dell’associazione Famiglie per l’Accoglienza, che descrive così: “Una rete di famiglie che si accompagnano nell’esperienza dell’accoglienza. Celebriamo quest’anno i 40 anni dell’Associazione, una storia che tocca migliaia di famiglie” che si accompagnano e accompagnano “anziani, bambini, giovani, disabili e ora anche profughi di guerra”. Così è intervenuto all’incontro ‘Accogliere, accompagnare, educare. Esperienze di vita di famiglia’ al Meeting di Rimini. Davide De Santis, presidente associazione La Mongolfiera , ha presentato i relatori o, per meglio dire, i testimoni: Giampaolo Pambianco, Letizia e Leonardo Speccher, Mariangela Tarì che ha scritto ‘Il precipizio dell’amore’.

Tarì è presidente dell’associazione La casa di Sofia e ha raccontato la propria esperienza: “Ho una bambina con disabilità grave, successivamente al fratello è stata fatta una diagnosi di tumore. Era difficile abbracciare quella realtà così complessa era forte. Abbiamo iniziato ad accettarci e scoperto che la vita è fatta di attimi infiniti. La disabilità allontana e ho iniziato a segnarmi tutte le persone che restavano. Ho incontrato persone capaci di donarsi agli altri, e così è cambiato il mondo. Il dolore fa come l’amore: rinomina il mondo”.

Giampaolo Pambianco ha 27 anni, è nordafricano: “Venivo da una famiglia emarginata anche socialmente. A 11 anni è arrivato l’affido, ero voluto bene ma avevo sempre paura di quello che sarebbe successo e dopo qualche tempo sono andato via. Non mi sono fatto sentire per tre anni dalla mia famiglia affidataria, un giorno li ho richiamati e mi hanno risposto che erano preoccupati. Così è scattato il desiderio di riallacciare quel rapporto. Mi sono sentito abbracciare e da lì è ricominciato qualcosa che non era mai finito”.

Letizia e Leonardo Speccher sono moglie e marito: “Abbiamo accolto in affido un ragazzo di 13 anni che aveva messo un muro nei nostri confronti e se ne era andato. Dopo qualche mese ha chiesto se potevamo riaccoglierlo. Era proprio un inginocchiarsi davanti a lui e fare un pezzo di strada insieme”. Successivamente è stato chiesto loro di fare compagnia ad una bambina ricoverata da sola in ospedale e, in seguito, di prenderla in affido.
“Quando l’ho vista la prima volta in ospedale – ha raccontato Letizia – faceva impressione. Era evidente che dovevamo dire quel sì a Caterina. Gli anni passati con lei sono stati pieni di gioia, eppure siamo passati per decine di ospedali. I genitori non c’erano più, l’abbiamo adottata. Ci sono state circostanze in cui sentivo la mia impotenza, ma gli amici non ci hanno mai abbandonato. L’anno scorso abbiamo fatto un ultimo viaggio breve in elicottero verso l’ospedale: ho percepito che lei non era nostra, che ci era stata donata”.
(DT)