
Il filo conduttore delle mostre che Rivela propone per il 2018 è l’idea che la vita dell’uomo è un viaggio faticoso che assume significato se è accompagnata da una grande Speranza: la certezza che in questo cammino l’uomo è accompagnato da una Presenza. La fatica del lavoro dei contadini di Millet, la fatica del viaggio dei pellegrini che giungono al portico della Gloria, la fatica nei secoli dei Francescani di Terra Santa nell’essere custodi dei luoghi dell’Incarnazione, la fatica nella ricerca del dettaglio nelle tarsie di fra’ Giovanni trova il suo compimento in Gesù Cristo, che accade nella realtà e si fa vicino all’uomo in ogni circostanza della vita.
I titoli proposti per il 2018 sono:
Un dramma avvolto di splendori. Uomini e donne al lavoro nella pittura di Jean-François Millet. Jean-François Millet (1814-1875) è un pittore fondamentale nella storia dell’arte moderna. L’esposizione mette in mostra la preferenza che Millet visse, come soggetto dei suoi quadri, per gli uomini e le donne al lavoro. Il disamore generale al lavoro – scriveva nel 1910 Charles Péguy – è la tara più profonda, la tara fondamentale del mondo moderno. Qualche decennio prima di Péguy, l’artista francese Jean-François Millet aveva fatto del lavoro il tema prediletto della sua pittura: nei suoi dipinti esplode la sua simpatia profonda per la quotidiana fatica degli uomini. Il lavoro in Millet ha il valore di un’epopea che, mentre salva la dignità personale, partecipa all’opera corale della trasfigurazione della terra. Millet è particolarmente colpito dal lavoro dei campi, da quello che egli chiamerà “il grido della terra”: contadini, pastori, taglialegna sono i suoi eroi, gli umili protagonisti della storia da lui raccontata.
In fondo al cammino c’è qualcuno che ti aspetta. Lo splendore della speranza nel Portico della Gloria. Nella Cattedrale di Santiago alberga un immenso “libro di pietra” che parla al pellegrino che raggiunge Compostela dai punti più insospettati del pianeta. La mostra “Portico della Gloria. Portico della speranza” propone una lettura valida del complesso iconografico di uno dei monumenti più celebri e venerati della tradizione cristiana. La mostra offre una chiave interpretativa per comprendere l’attualità del messaggio del Portico della Gloria per gli uomini del nostro tempo. Come scrive Benedetto XVI nella Spe salvi: “Spesso gli artisti hanno fatto prevalere l’aspetto minaccioso e lugubre del giudizio sulla rappresentazione dello splendore della speranza”. Certamente il Maestro Matteo ha scelto di dare alla pietra la forma dello «splendore della speranza».
La terra più amata da Dio. La Custodia di Terra Santa. Nel 1217 Francesco, per la volontà di immergersi nella terra dell’Incarnazione, chiede ai suoi frati di andare in Terra Santa. Nel 1219 Francesco incontra il Sultano d’Egitto Melek-el-Kamel. Il 21 novembre 1342 Papa Clemente VI promulga la bolla con cui legittima l’istituzione di Terra Santa da parte dei francescani e li conferma nella loro missione dei luoghi santi. La mostra ricorda 800 anni di Custodia dei luoghi che Gesù ha abitato, conosciuto ed amato, di preghiera, di studio. La Custodia di Terra Santa tiene viva la memoria della storicità del cristianesimo inscritta in quei luoghi, spesso divisi da grandi conflitti, e accoglie i pellegrini provenienti da tutto il mondo.
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