Il racconto della mostra del meeting esposta a Torino

Dal 30 gennaio al 2 febbraio si è svolta a Torino la mostra “Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi? Genetica e natura umana nello sguardo di Jerome Lejeune” ispirata al fondatore della genetica clinica.
La mostra esposta per la prima volta nel 2012 in occasione del “Meeting per l’Amicizia fra i popoli”, parte dalla testimonianza di Jérôme Lejeune e sviluppa l’indagine sulla natura umana. Lo straordinario sviluppo di questa disciplina apre grandi possibilità ma alimenta l’interrogativo: conoscere per curare o per selezionare? Mentre le più recenti acquisizioni della biologia evoluzionista rendono difficile pensare ai viventi, e soprattutto all’uomo, come a esseri totalmente determinati dai geni, riaffiora l’idea, cara a Lejeune, che ogni uomo sia “unico” e “insostituibile” e come tale vada guardato.
Abbiamo intervistato il Dott. Valter Dal Pos, organizzatore della mostra e presidente dell’ Eamas, l’Associazione che si occupa di dare ascolto a tutti coloro che intendono condividere ed ampliare le conoscenze sulla sindrome di Mc Cune Albright e su altre malattie genetiche rare:
“L’idea di portare la mostra a Torino è nata dalla particolare attenzione ed alla sensibilità che la nostra Associazione rivolge sul tema bioetico di Jérôme Lejeune. La mostra e l‘argomento trattato riconducono all’obiettivo primario della nostra Associazione, ossia l’ impegno a divulgare le informazioni raccolte ed a organizzarle in modo che costituiscano un utile contributo all’assistenza ai pazienti ed ai loro famigliari”.
“In effetti – continua il Dott. Dal Pos – l’aspetto della genetica è fondamentale per genitori e ragazzi. La mostra su Lejeune ha avvicinato giovani, famiglie e professionisti a scoprire un mondo interessante e nonostante potesse sembrare inizialmente un argomento di nicchia, l’esposizione è stata valutata positivamente dai visitatori.”
“E’ stato fondamentale l’aiuto volontario dei ragazzi, anche studenti universitari, che hanno allestito e seguito la mostra fin dal primo momento. L’affluenza è stata buona, al di là del target famigliare e giovanile, si sono avvicinati anche studiosi torinesi interessati al tema della genetica”.
Inoltre la nostra Associazione – conclude il presidente dell’ Eamas – attraverso la mostra ha cercato di focalizzare l’attenzione sulle malattie genetiche con lo scopo di condividere le esperienze e contribuire attivamente all’ampliamento delle conoscenze, scientifiche ed assistenziali, e renderle disponibili alla collettività.”
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