Cento anni fa nasceva Sophie Scholl

12 Maggio 2021

Ricorre quest’anno il centenario della nascita di Sophie Scholl, lo abbiamo ricordato per l’esattezza il 9 maggio scorso.
Di lei e dei ragazzi della Rosa Bianca, un piccolo gruppo di amici che sfidò il nazismo, parlò al Meeting 2005 Anneliese Knoop-Graf, sorella di Willi Graf, componente del gruppo.
A questo gruppo di giovani in lotta con il regime nella Germania nazista, nello stesso anno, il Meeting dedicò la mostra La Rosa Bianca, volti di un’amicizia.
La mostra itinerante ebbe un successo straordinario e fece oltre cento esposizioni negli anni successivi, senza contare l’utilizzo nelle scuole del formato a poster.
Cosa può ancora dirci la storia di Sophie Scholl e dei suoi amici che si opposero in modo pacifico al nazismo?
Dall’intervento di Anneliese Knoop-Graf, sorella di Willi Graf al Meeting 2005, troviamo alcuni passaggi interessanti come ipotesi di risposta

“Rosa Bianca” è un gruppo di resistenza ma non è nato “contro” qualcuno: è nato da un gruppo di persone che erano per la vita, che erano per la libertà. Sono nomi di persone che si sono incontrate a volte casualmente e tra le quali è nato un rapporto in cui si è messo in gioco ciò che è la vita.

Avevano molto a cuore proprio il popolo tedesco, pur dentro quelle circostanze drammatiche e tragiche, che per primi loro stessi condannavano e rifiutavano. Erano dunque per la vita e per la libertà. A un certo punto hanno capito che non si può essere solamente per la vita, per la libertà, per l’arte, a parole o come un’esperienza estetica, ma che bisognava veramente mettersi in gioco. Loro si sono messi in gioco, hanno cominciato a giudicare la situazione in cui vivevano, la situazione politica, a mettere a fuoco qual è veramente la chiave di volta di questa ideologia e dove e perché essa è disumana e poi anche di decidere di esprimere questo giudizio pubblicamente, ma di nascosto per salvare la vita, inviando lettere in varie città della Germania e anche distribuendo volantini in università. Hanno rischiato un giudizio. In quel tempo in cui molti forse vedevano o intuivano che era disumano il modo in cui vivevano e non avevano il coraggio di esprimersi, loro l’hanno fatto.

Con tutte le loro imperfezioni indiscutibili, con tutte le loro valutazioni errate, con tutte le loro omissioni o l’impulsività impaziente, addirittura anche con il loro fallimento, questi esponenti della Resistenza assumono un profilo a-temporale. Proprio in virtù di ciò che abbiamo detto, questi amici della “Rosa Bianca” appaiono come persone con tutti i loro pregi e le loro debolezze. Non si irrigidiscono in figure storiche o eroiche. Diventano più vicine a noi, concrete, più umane. Quello che deve rimanere è il ricordo e la memoria viva.

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