La Fiera per comunicare e fare business: presentazione del nuovo quartiere
espositivo di Rimini

Martedì 24, ore 18.30

Relatori:

Lorenzo Cagnoni,
Presidente Ente Fiera Rimini

Clemens Kutsch,
Studio Gmp di Amburgo

Cagnoni: L’investimento che la provincia di Rimini ha deliberato per la nuova Fiera, è un investimento di tutto rispetto: 214 miliardi per quanto riguarda il quartiere in senso stretto e alcune decine di miliardi per le opere di collegamento. Quest’investimento è il più ingente tra quelli che stiamo affrontando e viene a sovrapporsi ad una serie di altre realizzazione infrastutturali di grande rilievo: un centro agro-alimentare, una nuova darsena per oltre 800 posti barca e l’inizio dei lavori della metropolitana di costa. Credo di poter dire, tra l’altro, che in campo fieristico l’Italia abbia accumulato notevoli e colpevoli ritardi. Mentre gli italiani sono stati coinvolti nella strana e teorica discussione sulla rivoluzione informatica e le conseguenze per il sistema fieristico, succedeva che altri paesi, come la Germania, investissero molto tempestivamente migliaia di miliardi nel potenziamento delle proprie fiere. Non c’è città tedesca, di media dimensione, che non abbia un impianto fieristico decisamente moderno; nel mondo, in Cina e Russia per esempio, i tedeschi hanno messo solide radici nei quartieri fieristici, soppiantando gli italiani, che erano i primi nel settore. Il sistema fieristico come sistema di promozione nel sistema produttivo non ha esaurito la sua funzione, la mantiene intatta a patto che si sappia rinnovare, sappia capire che non è più il tempo delle fiere generiche, ma di quelle specializzate e con forte tasso di internazionalità.

In Italia la Fiera di Rimini è la quarta per dimensione di attività e per fatturato: la capacità di rendimento delle sue strutture è ampiamente dimostrata dal fatto che l’investimento per la costruzione della nuova Fiera è autofinanziato nella misura quasi del 70%. L’Ente Fiera, che io presiedo, è responsabile della gestione del quartiere fieristico e si concepisce come impresa a tutti gli effetti; nel nuovo quartiere continuerà in questa prospettiva di professionalità e promuoverà il vecchio quartiere come Palacongressi che possa diventare il più importante e accogliente d’Italia.

Il nuovo quartiere ha dimensioni medie ed è dotato di moderne soluzioni tecnologiche. Spesso si pensa che siano necessari finanziamenti faraonici per realizzare opere all’avanguardia, e che le opere con pochi fondi finiscano per essere vecchie e inadeguate: il nostro progetto tenta invece di fare un prodotto concorrenziale senza dispersione di denaro. Per non buttare via i soldi, è necessario sin dall’inizio creare un coordinamento con le altre fiere locali; realizzare, contemporaneamente alla Fiera, un impianto come la stazione ferroviaria della linea Rimini-Bologna, consente di rendere subito raggiungibile il nuovo polo fieristico. Sempre nella direzione delle infrastrutture legate ai trasporti, il nuovo quartiere dovrebbe essere anche il punto terminale raggiunto dalla metropolitana di costa.

Il nostro punto di forza sarà il rispetto delle scadenze. Siamo partiti due anni fa conoscendo il progettista; oggi i lavori sono iniziati da cinque mesi, stanno mantenendo i programmi di attuazione, e confido che la data del 29 dicembre del 2000, per la consegna di tutta l’opera, venga effettivamente mantenuta. L’inaugurazione è fissata per il 20 gennaio 2001 e la prima manifestazione si terrà il 27 gennaio con gli espositori Sigep. Se vi fosse uno spostamento significativo nei tempi sarebbe una sciagura dal punto di vista imprenditoriale. Se funzionano tutti tasselli di cui abbiamo parlato e, in particolare, un buon sistema di collegamenti, il luogo per il Meeting del 2001 sarà naturalmente il nuovo quartiere fieristico: uno spazio interamente condizionato e con padiglioni di dimensioni maggiori di quelli attuali.

Stiamo anche attendendo che il Parlamento discuta il disegno di legge relativo alla trasformazione degli Enti Fiera in società per azioni: un’occasione per esaltare le capacità imprenditoriali del settore. In particolare Rimini e il nostro ente ospiteranno un convegno a cui saranno invitati governo, regioni e fiere di tutto il mondo, per approfondire gli elementi della legge e di questa trasformazione.

Kutsch: La progettazione, che come è stato ricordato ha avuto tempi molto stretti, ha dato vita ad una collaborazione fra Italia e Germania, inedita, ma, ed è quel che conta, proficua. Si è tentato sin dall’inizio di coinvolgere nella progettazione tutti gli aspetti della Fiera, non solo il progetto del quartiere dell’edificio stesso, ma tutto il verde intorno, la segnaletica, gli arredi fissi, la stazione ferroviaria: sinergie utilissime per evitare i problemi che nascono molto spesso da una successione staccata dei diversi progetti.

Per quanto riguarda l'impostazione del progetto del quartiere fieristico, lo slogan che lo rappresenta è quello di una fiera tra innovazione e tradizione. Molto spesso ormai nel visitare il mondo gli aereoporti sono uguali dappertutto, le stazioni e in genere i grandi luoghi rischiano di diventare dei non luoghi, dei luoghi senza una identità precisa. Noi invece vogliamo riuscire a creare un quartiere fieristico moderno, funzionale, funzionante sotto tutti gli aspetti, ma non anonimo.

Il linguaggio architettonico sarà usato per creare un forte legame con il territorio e con le tradizioni locali, andando anche a ritroso nel tempo. Saranno presenti elementi come portici, colonnati, cupole, volte. Nella scelta dei colori e dei materiali si farà riferimento ai paesaggi tipici di questa regione. Il progetto alla fine risulterà originale perché non potrà essere collocato in qualsiasi punto del mondo; nel momento in cui si visiterà la fiera ci si accorgerà di trovarsi a Rimini e non ad Hong Kong.