Imprenditoria e comunicazione pubblica e privata: i protagonisti

Carlo Lavezzari

Mercoledì 28, ore 19

Carlo Lavezzari è presidente dell’IRITECNA.

Lavezzari: Il 26 febbraio del ‘45, in piena guerra, al I anno di ingegneria, a Pavia, durante la guerra partigiana quattro giovani appartenenti ad una formazione garibaldina comunista sterminarono quasi tutta la mia famiglia: tre fratelli, mia madre e mia nonna. Io fui gravemente ferito, e mio padre si salvò perché era assente.

Finita la guerra per pagarmi gli studi feci il camionista per quattro anni e lì nacque la mia attività di imprenditore privato. Ho iniziato raccogliendo e vendendo ferro, poi ho avviato altre attività nel campo dell’edilizia, della lavorazione del metallo, del turismo. Ho lavorato moltissimo all’estero, ho messo a punto moltissimi brevetti nel campo della meccanica, della elettrochimica, anche dell’elettronica, soprattutto però nel campo dell’elettrodeposizione, ossia della combinazione acciaio-metano.

Ho costruito dei grossi impianti all’estero; come privato ne sto ultimando ancora adesso in tutto il mondo. Recentemente sono stato nominato presidente dell’Iritecna, dove stiamo ponendo le basi per farci conoscere all’estero. Mi piace molto questo lavoro perché mi consente di viaggiare e di conoscere moltissime persone e grosse personalità tra cui non pochi capi di governo.

Ho ancora tanto entusiasmo; malgrado i miei 65 anni compiuti, vivo come se dovessi campare 1000 anni. Mi sento molto vicino ai giovani, mi diverto, il mio più grosso divertimento è fare proprio il maestro di vita per questi giovani, perché il futuro è dei giovani.

Io penso che i giovani d’oggi debbano capire che ciò che conta è imparare un mestiere. Purtroppo abbiamo sfornato, e continuiamo a sfornare troppi diplomati e troppi laureati in materie che oggi non servono... Dobbiamo cercare di fare delle scuole professionali, di insegnare veramente ai giovani un mestiere.

C’è da ringraziare Comunione e Liberazione e il Movimento Popolare, perché hanno saputo mantenere nei giovani il senso spirituale della vita, perché tutti hanno bisogno di avere dentro qualcosa di spirituale. Stavamo avviandoci verso un periodo in cui si buttava tutto via, era tutto solo puro materialismo; in fondo, oggi stiamo scoprendo che invece ciò che conta è veramente lo spirito nella vita.