lunedì 27 agosto 1990, ore 15

50 ANNI ALLA CORTE CINESE: GIUSEPPE CASTIGLIONE. PITTORE DELL’IMPERATORE DELLA

Partecipa

Giulia Marzotto Caotorta

Sinologa

G. Marzotto Caotorta:

Volevo innanzi tutto ringraziare il Meeting di Rimini, perché la mia vita è dedicata a far conoscere questo pittore milanese. La maggior parte delle opere di Castiglione è in Cina, solo pochissime si trovano al Museo Guimet di Parigi, ma sono dipinti di una bellezza incredibile e conservati in maniera perfetta. Io li conoscevo da anni e facevo la corte al Museo perché, quando avessi avuto un finanziamento sufficiente, avrei voluto organizzare una mostra. Il mio scopo era soprattutto uno scopo religioso: far vedere come un gesuita italiano avesse dato tutta la sua vita in una nazione, la Cina, dove la Chiesa era ed è tuttora perseguitata. Giuseppe Castiglione è un uomo umile, modesto. Di lui si conoscono non più di due o tre lettere ed è attraverso le opinioni degli imperatori, ai quali aveva dedicato la vita, che noi possiamo conoscere la sua figura, la sua modestia, il suo desiderio di conquistare, attraverso la sua arte, le autorità e il popolo cinese alla fede cristiana. Giuseppe Castiglione è nato a Milano nel 1688, in una famiglia dove l'arte era già una tradizione. A lui viene affidato l’incarico di riprodurre alcuni dipinti con delle stampe. Via Brera, la zona di Milano dove c’è la famosa galleria, era una zona d’incisori e nella sua gioventù egli aveva già avuto sentore di questo genere d’arte, però si è dedicato alla pittura ad olio. Dei suoi maestri si sa pochissimo. La scuola di quell’epoca, probabilmente aveva dietro le spalle Caravaggio, però Castiglione si definisce allievo di un altro gesuita, Andrea Pozzo, l’autore della finta cupola della Chiesa di Sant’Ignazio a Roma. Questa tela dipinta che raffigura una cupola, è un capolavoro della prospettiva. Nel 1715, dopo avere passato un periodo di noviziato a Genova, viene mandato in Portogallo, a Lisbona perché in quell'epoca tutte le missioni dell'Estremo Oriente erano in mano dei portoghesi che avevano il padronato di tutte le comunicazioni sia di carattere commerciale che di carattere religioso. Da Lisbona, finalmente, Giuseppe Castiglione parte per Pechino. L’imperatore di quel periodo, Kangxi, era salito al trono nel 1662 ed era un uomo eccezionale, intelligentissimo. Era stato educato dai gesuiti che, sin dal tempo di Matteo Ricci (sec. XVI) si erano ben stabiliti a Pechino perché la dinastia, oltre al lato artistico di questi missionari europei, aveva apprezzato anche i loro studi scientifici di matematica e astronomia. Il primo periodo trascorso da Castiglione in Cina è contrassegnato da un grande lavoro ma anche da una grand’umiltà. La situazione cambia quando sale al trono Qianlong. Questo imperatore, fin da ragazzo, amava andare ad osservare Castiglione che dipingeva e si era innamorato della sua arte al punto tale che si dichiarava (non so se potete rendervi conto dell'affermazione enorme) suo discepolo. In questo periodo fecondo il Superiore delle missioni a Pechino, vedendo che la situazione dei nostri missionari e dei cattolici cinesi andava sempre peggiorando, per ben tre volte, affidò a Castiglione una petizione da porgere all’imperatore durante le sue visite allo studio del pittore. Questa è un’infrazione all'etichetta cinese che noi non possiamo neanche immaginare. L’imperatore, contrariamente all’usanza che avrebbe dovuto seguire, non lo fece espellere o uccidere, perché il suo amore per Castiglione era tale che era intoccabile. Quando compì 70 anni, Castiglione venne festeggiato come un membro della società cinese e alla sua morte, nel 1766, l’imperatore dettò di persona l’epigrafe sulla stele lodando la grande modestia di quell’uomo che tanto aveva dato alla corte cinese. Passiamo ora alle caratteristiche della sua pittura. Castiglione aveva capito che era inutile continuare a dipingere con il sistema che aveva imparato in Italia e abbandonò la pittura ad olio. Non dipinse mai su tavole, ma su seta o carta, trattate con ogni sorta di colle perché questi materiali diventassero più assorbenti. Gli argomenti, i soggetti che venivano ordinati dagli imperatori erano sempre allusivi, simbolici, edificanti o gratificanti per i committenti. I quadri, di solito, sono di dimensioni molto grandi, senza cornici, né vetri, sono rotoli orizzontali o verticali. Venivano tenuti arrotolati in scatole apposite e aperti soltanto in occasione della visita di un amico o di una persona cui si voleva mostrare quello che si possedeva. Si incominciava a guardarli da destra verso sinistra, srotolandone pezzetto per pezzetto, osservando, apprezzando, commentando. Castiglione è talmente entrato nella cultura cinese che quando vengono mandati in giro i suoi dipinti, le sue porcellane, spesso vengono indicate come opere di un pittore cinese. (D’altronde egli stesso firmava i suoi quadri con uno pseudonimo cinese: Lang Shining). In Italia, purtroppo, non è molto conosciuto, quindi devo ancora dire grazie al Meeting che ha dato inizio alla conoscenza di questo nostro grande pittore. E speriamo che sia solo un inizio.

Le mostre ‘50 anni alla Corte Cinese" e "Omaggio a Henri Cartier-Bresson ", che hanno avuto un periodo d’esposizione più lungo rispetto alla durata del Meeting, sono state inaugurate l’11 agosto. Oltre alla Signora Marzotto Caotorta, sono intervenuti alla manifestazione il Sindaco di Rimini, Ing. Marco Moretti e Sergio Zavoli che ha illustrato la figura e l’opera di Henri Cartier-Bresson.