Verso il Giubileo del 2000

L’evento religioso e le opportunità

per gli operatori turistici

Lunedì 25, ore 15.30

Relatori:

Carlo Mazza, Donato Renato Mosella, Juan Careaga,

Direttore dell’Ufficio per la Presidente del Comitato Tecnico Presidente dell’Associazione

Pastorale del Tempo libero del Grande Giubileo dell’Anno 2000 degli Agenti di Viaggio Spagnoli

e Sport della CEI (AEDAVE)

 

 

 

 

Mazza: Per la prima volta nella storia della Chiesa, un Giubileo è stato definito "grande". Il Papa dedica una pagina intera, nell’enciclica "Tertio Millennio Adveniente" a chiarire bene cosa vuol dire "grande", questo aggettivo che non è semplicemente retorico, ma è un dato oggettivo. Grande perché segna la fine del ‘900, segna l’inizio del terzo millennio e segna soprattutto il duemillesimo compleanno di Gesù Cristo.

Questo evento anzitutto ha una sua delimitazione geografica, il Papa è molto esplicito in questo: il Giubileo va celebrato a Roma, a Gerusalemme, e in ogni Chiesa locale del mondo e quindi un buon cattolico, un buon cristiano che volesse acquisire pienamente la grazia del Giubileo potrebbe stare tranquillamente se non a casa sua, nella sua Chiesa locale. Questo non per evitare i flussi turistici, ma perché il Giubileo in quanto evento è un evento della religione cristiana, della religione cattolica in particolare, è un evento della Chiesa, è un evento del credente e quindi deve rispecchiare questa dimensione: Roma, Gerusalemme, e la Chiesa locale.

Il Giubileo viene da lontano, non dal 1300, bensì dall’antica tradizione giudaica (Lev 25): è un anno di grazia, un anno di giustizia, di remissione, di restituzione, un anno di riposo. Esso entra nelle grandi istituzioni dell’Antico Testamento e della grande religione ebraica. Il Giubileo richiama a una alleanza che Dio ha stabilito con il suo popolo e che in questo anno particolare dovrebbe essere ripensata, rivissuta, ripresa, restituendo il malefatto o le cose di cui si è appropriato un po’ inopinatamente.

La Chiesa ha aspettato 1300 anni prima di riprendere questa tradizione in modo ufficiale; la caratteristica del Giubileo "ecclesiastico" rispetto a quello dell’Antico Testamento è la sua risonanza di ordine, di giustizia, di ricomposizione dell’ordine, e dunque dell’alleanza con Dio. Il Giubileo ecclesiastico ha soprattutto una valenza penitenziale.

Il Papa, per il Giubileo del 2000, parla di una "grande sfida": perché una grande sfida? Dove si colloca la competizione e chi sono i protagonisti di questa sfida rappresentata dal grande Giubileo del 2000? Il Papa utilizza l’immagine agonistica della sfida più in sintonia con il linguaggio sportivo, utilizza questo linguaggio attivo, dinamico, competitivo, agonistico, appunto per rendere più viva la nostra consapevolezza rispetto a quell’evento, perché il rischio è che l’evento arrivi e noi siamo presi solo dall’organizzare l’accoglienza ai pellegrini, ai turisti o alle strade di Roma. Queste cose sono necessarie, ma la sfida dell’evento non è certamente per attrezzare Roma di strade nuove: questa sfida è il grande combattimento della fede. Il rischio che noi corriamo in questo tempo è proprio quello di illanguidire, di indebolire la nostra fede: per questo il Papa ha dato uno scopo al Giubileo, che è il rinvigorimento della fede e della testimonianza cristiana.

 

 

Mosella: C’è la forte sensazione che ancora oggi, soprattutto tra gli addetti ai lavori ai diversi livelli, ma anche all’interno della comunità ecclesiale, ci sia poca informazione sul come si sta lavorando in vista della preparazione del grande Giubileo del 2000. Ciò è dovuto in massima parte anche ad una certa discrezione ed una certa riservatezza che c’è stata in questa fase preparatoria. La Santa Sede ha insediato un comitato centrale composto da otto commissioni di studio e quattro comitati operativi. Si è creata una commissione mista tra governo italiano e Santa Sede che ha lavorato anche sul tema specifico dell’accoglienza, attraverso un disegno di legge che ha portato ad individuare le risorse finanziare per affrontare questo grande ed ambizioso progetto. C’è una sottocommissione mista che si occupa del tema dell’accoglienza di cui fanno parte anche alcuni rappresentanti della parte vaticana.

Per quanto riguarda i pellegrini, si è parlato di "accoglienza solidale", un’accoglienza che non guardi in termini freddi alla sistemazione logistica, alla mobilità, ai servizi, a una serie di categorie di persone che spesso si fa fatica anche ad identificare, ma un’accoglienza che va progettata in relazione ai pellegrini che vengono prima di tutto nel nostro paese per vivere una grande esperienza di fede. Tutto quello che ne consegue in termini organizzativi va di conseguenza. Io ho condensato in quattro punti gli elementi essenziali che devono costituire per noi i termini dell’accoglienza.

Innanzitutto, la dimensione spirituale dell’evento che è fondamentale, la premessa per capire che tipo di organizzazione, quali sistemazioni logistiche, quale mobilità e quale accoglienza riservare ai romei. Il secondo elemento è la dimensione del coordinamento, che ponga ordine nella giungla di attori che si occupano del Giubileo. La terza dimensione è quella della tecnologia: per elaborare un progetto affidabile ci sono alcuni passi obbligatori che vanno svolti (il monitoraggio della domanda di pellegrinaggio, che già si sta facendo, il censimento delle risorse disponibili in termini di uomini, di strutture e di mezzi economici, l’analisi della domanda e dell’offerta e così via). Infine, il quarto elemento è la dimensione dell’ospitalità, per fare in modo che i pellegrini che avranno la possibilità di recarsi a Roma diventino i rappresentanti dei fratelli che sono rimasti a casa.

 

 

Careaga: La Chiesa desidera, in occasione di questo avvenimento, spiegare al mondo la spiritualità e quindi rispondere a tutte le preoccupazioni, a tutte le inquietudini dell’umanità nell’avvicinarsi del prossimo millennio.

D’altro canto un evento come questo comporterà una partecipazione enorme di tutta l’umanità ai vari avvenimenti in occasione dell’anno giubilare. Da qui emerge l’importanza di considerarne due aspetti: lo studio della domanda e l’aspetto correlato all’offerta turistica.

In Spagna esistono molti tour operator che si sono specializzati in vari pellegrinaggi; tuttavia, anche gli altri tour operator spagnoli, non specializzati, dovranno valutare e dare risposte alle varie domande in occasione dell’anno 2000 organizzando viaggi a Roma, ma anche a Gerusalemme, in Terra Santa, per dare risposta alle istanze di coloro che desidereranno svolgere questi pellegrinaggi.

La rilevanza porta a sviluppare il problema dell’offerta turistica, in particolare del trasporto e quindi della ricettività alberghiera.

I mezzi di trasporto devono rispondere alle varie necessità, necessità che sicuramente aumenteranno in occasione di questo grande evento. Oggi giorno sappiamo che le linee aeree hanno una buona capacità per il trasporto per l’Italia e la Terra Santa, ma sicuramente questa capacità non sarà sufficiente per dare una risposta ai problemi che si porranno e quindi occorrerà predisporre ed organizzare nuovi voli con aerei che dovranno avere una capacità maggiore rispetto a quella attuale.

Per quanto poi riguarda la rete ferroviaria, sicuramente il treno è un mezzo di viaggio e di trasporto estremamente classico per i pellegrinaggi: siamo sicuri che le varie compagnie ferroviarie europee aumenteranno la frequenza dei loro viaggi e forniranno tutti i servizi che si riveleranno indispensabili per la predisposizione di treni speciali.

Il trasporto stradale e quindi il gran turismo sicuramente contribuiranno a dare delle risposte alla grande domanda in occasione dell’anno 2000, ma sicuramente bisognerà aumentare considerevolmente il numero di unità disponibili.

Anche il trasporto marittimo sarà potenziato, al fine di poter organizzare nel Mediterraneo delle crociere verso l’Italia e verso la Terra Santa allo scopo di poter consentire a questi pellegrini di visitare i suddetti luoghi.

L’altro aspetto cardine si riferisce all’alloggio. L’offerta, in questo caso in Italia, è estremamente importante, ma in Italia e a Roma la domanda supererà di gran lunga l’offerta e quindi occorrerà creare anche dei comitati ad hoc che possano rispondere a queste istanze. A Gerusalemme esistono attualmente 7.500 camere e si spera che per l’anno 2000 ne vengano predisposte 11.000. Nella zona del mar Morto attualmente vi è una ricettività pari a 3.500 stanze, la speranza è di poter portare questa cifra a 5.500, a Tel Aviv il numero passerà da 7.000 stanze dell’epoca attuale a 10.000. Vicino a Gerusalemme nel circondario di Betlemme, anche, gli hotel di tipo motel passeranno da 1.500 a 3.000.

E se la pace regnerà nell’anno 2000 in quei luoghi, è molto possibile che la Giordania che attualmente ha una disponibilità di 6.200 camere per l’anno 2000 ne possa predisporre 7.400 circa, soprattutto nella città di Hamman; questo potrebbe essere un’ulteriore punto di riferimento e di alloggio per i pellegrini che visiteranno Gerusalemme.

In Spagna non solo ci si occuperà degli spagnoli ma anche dell’intera America Latina, perché gli abitanti dell’America Latina useranno il nostro paese come ponte di collegamento tra i loro paesi e le varie destinazioni religiose.

Per tutto questo riteniamo che il workshop sul Giubileo dell’anno 2000 sia una validissima idea per continuare a lavorare: così potremo celebrare questo Giubileo con la preparazione necessaria per raggiungere gli obiettivi. Dobbiamo considerare in tal senso anche il progresso tecnologico nei confronti dell’anno 2000: è importante che per poter dare una risposta completa alle varie istanze vengano predisposte alcuni meccanismi che possano annoverare le tecnologie di punta.