Lunedì 22 agosto

"STORIA DEGLI ANTENATI"

Presentazione della mostra

Partecipa:

Marie Perpère

del Museo dell'Uomo di Parigi.

Moderatore:

Dott. Sandro Chierici.

S. Chierici:

La presentazione di questa mostra dovrà avvenire in due fasi successive: una prima introduzione in questa sala, con lo spazio finale per le domande ed una continuazione in mostra. Una domanda che il mondo contemporaneo si fa sempre più frequentemente è quella intorno alle proprie origini: ma è solo per una curiosità che l'uomo contemporaneo si interroga sulle proprie origini o, come io ritengo, non è piuttosto questa domanda collegata con quella del nostro destino e del nostro futuro? L'uomo oggi sembra come aver perso il filo della sua storia, abituato oramai a dominare la natura in tutto e per tutto, ad averla docile ai suoi ordini e poterla plasmare e modificare come egli crede; sembra oggi sempre più alla ricerca di un motivo perché il proprio dominio sulla natura acquisti un senso: di qui, la nostalgia di un principio, di un'origine vista spesso come una verginità da recuperare, come un momento in cui non era così facile dominare la natura, ma era più chiaro il senso del proprio rapporto con le cose e con ciò che circondava l'uomo. Mai come quest'anno il Meeting ha spinto l'orizzonte della sua ricerca ad abbracciare coordinate di tempo e spazio così vaste. Arriviamo con questa mostra, addirittura a due milioni e mezzo di anni fa, ed è un tuffo in un mistero e in una dimensione che ci trascende completamente. Io credo che il grande valore di questa mostra, il suo perno che è la scoperta del momento in cui l'uomo si affaccia sulla terra e inizia a rapportarsi con il mondo, sia un argomento di interesse enorme e possa rappresentare, nell'arco di questo Meeting, uno dei punti più forti. La mostra che presentiamo oggi, è molto facile, secondo me, nonostante l'argomento sia a prima vista ostile, grazie anche alle ricostruzioni davvero evocative che ha curato il prof. Leroy. Ora io lascio alla prof.ssa Perpére il compito di introdurci al tema di questa mostra dopodiché ci sarà lo spazio per le domande e potremo visitarla insieme.

M. Perpère:

E’ un grande onore per me rappresentare oggi qui la Francia, il museo dell'Uomo di Parigi ed in particolare la sua sezione di preistoria diretta da Henry de Lumley. Ringrazio tutti quelli che mi hanno dato occasione di venire in Italia, di conoscere questa graziosa città di Rimini e incontrare per la prima volta il Meeting per il quale gli organizzatori hanno tanto entusiasmo e dedizione. Un grazie particolare al presidente Smurro, alla signora Adriana Guastella, alla signora Silvia e al sig. Salvatore Chiffo. La mostra che noi presentiamo riunisce i documenti in nostro possesso della storia dei nostri lontani antenati. Sei milioni di anni fa, gli australopitechi vivevano in Africa. Erano di piccola statura, circa un metro e venti, ed avevano un piccolo cervello (450 centimetri cubici). Il loro regime alimentare era vegetariano. Avevano acquisito la stazione bipede ma non fabbricavano ancora utensili ed è per questo che noi li chiamiamo "ominidi" senza dar loro ancora il nome di Uomini. Circa due milioni e mezzo di anni fa, successe un evento di notevole importanza: la fabbricazione di utensili. Questa fu la prima grande scoperta di tutta la storia dell'Umanità. È l'artigiano un nuovo ominide che noi chiamiamo homo habilis. Il suo cervello è più grosso di quello dell'australopiteco (da seicento a settecento centimetri cubici), ma è ancora di piccola statura. È l’esistenza dell’utensile che ha dato a questi ominidi, vecchi di due milioni e mezzo di anni, il diritto al titolo di Uomo. In effetti, a differenza dal semplice oggetto usato, così come trovato, da certi animali ed in particolare dalle scimmie o dai primi ominidi, l'utensile è un oggetto lavorato che riproduce un modello e che mostra l'esistenza di un pensiero concettuale presso l’homo habilis. Attualmente il primo Uomo, homo habilis, non è stato scoperto che in Africa ed é per questa ragione che noi la consideriamo come la culla dell'Umanità. È sempre in Africa che l'homo erectus appare intorno ad un milione e seicento mila anni fa. Sembra discendere da certi homo habilis ma ha invece un cranio molto più voluminoso e più robusto ed il suo cervello è più grosso (circa 800 cm cubici). È questo l'homo erectus che ha lasciato la sua culla africana per occupare, un po’ alla volta il resto della terra ed in particolare l'Europa. I più antichi utensili tagliati scoperti in Europa sono infatti di questo periodo: un milione e mezzo circa d'anni fa. Questi provengono da Chilhac, nel centro della Francia, da un luogo particolarmente ricco di resti di fauna. Si possono vedere nella mostra degli elementi di questo: cranio, mandibola e zanna di un elefante, il Mastodonte, che viveva in Francia un milione e cinquecento mila anni fa, accanto ai primi Europei. Gli elefanti, in questa epoca lontana, vivevano anche in Italia; e potete vedere sul bellissimo suolo dell'abitato di Isernia le numerose ossa ammassate da quei notevoli cacciatori italiani che, circa settecento mila anni fa, predavano l'elefante, il rinoceronte e il bisonte sul territorio del Molise. I resti umani di questa epoca sono purtroppo immaginari. Non conosciamo che una mandibola scoperta in Germania, a Mauer, la quale ci rivela soltanto una piccola parte del viso del nostro lontano antenato "Europeo". È a Tautavel, vicino al Pirenei, che si sono trovati i resti umani più numerosi e meglio conservati di questo periodo. Datati intorno a quattrocentocinquantamila anni fa, questi resti umani sono stati scoperti abbandonati sui suoli dell'abitato assieme ad ossa di animali da considerarsi come rifiuto di cucina. L'uomo di Tautavel era probabilmente cannibale, ma è probabile che questa pratica abbia avuto una significato rituale. Collochiamo intorno a quattrocento mila anni fa, una nuova scoperta fondamentale per la storia dell'Umanità: l'uomo scopre l'uso del fuoco. I più antichi focolari costruiti sono in effetti databili in questo periodo. Il fuoco cessa di essere elemento temuto, per divenire un elemento addomesticato ed integrato all'universo umano. Il focolare è inglobato nell'abitato e diviene un elemento essenziale della vita materiale e sociale degli uomini. E per mostrare l'importanza di questa tappa che abbiamo ricostruito la grande capanna in rami di Terra Amata, tale e quale doveva apparire sulla spiaggia di Nizza intorno a trecentottantamila anni fa. È necessario insistere ora sul fatto che questa ricostruzione non è solamente un'opera d'immaginazione: gli studiosi di preistoria amano presentarsi come i "detectives" del passato. Tutti gli indizi che hanno permesso questa ricostruzione sono stati notati nel corso dello scavo del giacimento preistorico. È la stessa cosa per la ricostruzione della tenda della caverna di Lazaret. Questa appartiene ad un periodo più recente e mostra il miglioramento delle strutture dell'abitato. D'ora in poi l'uomo sistema lo spazio interno e appaiono delle strutture nelle abitazioni. Due focolari bruciavano vicino alla parete rocciosa e attorno a questi vi erano zone povere di utensili e di resti di cucina, ma ricche, però, di piccolissime conchiglie marine. Questo fatto fa pensare alla presenza di letti, di alghe e l'esistenza di numerosi falangi di animali da pelliccia, e al limite d queste zone, rivela probabilmente, la presenza di pelli. L'evoluzione delle strutture dell'abitato manifesta l'evoluzione delle strutture sociali. L'homo erectus, nostro lontano antenato europeo, è stato dunque un innovatore in molti settori: ha sviluppato le tecniche di caccia, ha organizzato i primi accampamenti, ha addomesticato il fuoco introducendolo nelle sue case. Infine, l'evoluzione dei suoi attrezzi, con la fabbricazione dei bifacciali dalle forme perfettamente regolari, mostra che aveva scoperto la simmetria e il senso dell'estetica.

S. Chierici:

L'esposizione della prof.ssa Perpére ci ha portato per mano a seguire molto brevemente le prime tappe di questo cammino dell'uomo. E’ stata un'esposizione pensata per essere poi continuata in sede di mostra. Se qualcuno ha delle domande da porre adesso, credo valga la pena di approfittare della sua presenza.

Domanda:

Volevo sapere dalla prof.ssa con quale criterio vengono scelti i luoghi dove fare gli scavi, quali sono gli indizi, le occasioni che fanno sì che si inizi a cercare in un posto e non in un altro. Grazie.

M. Perpère:

Tutte le caverne sono luoghi privilegiati per trovare resti preistorici, ed anche la fortuna fa molto per noi perché, quando sono fatti i grandi lavori per costruire strade o case, molto spesso troviamo molte cose.

Domanda:

Lei parlava dell'evoluzione i dell'ominide, dell'homo habilis e dell'homo erectus. Può spiegarlo come lei pensa sia stata possibile questa evoluzione, infatti io ho letto delle critiche che vengono fatte alle teorie darwiniane, e come lei pensa che sia potuta invece avvenire questa evoluzione.

M. Perpére:

I paleontologi pensano che ci sia una continuità da homo habilis a homo erectus a homo neandertha1ensis e a homo sapiens.

Domanda:

Volevo sapere qual è la definizione di uomo che permette di sapere quando ci troviamo di fronte a un uomo e quando invece a uno stadio del suo sviluppo.

M. Perpère:

Si può dire che uomo è un creatore e la fabbricazione del primo utensile tagliato, è la prima creazione di un uomo; prima di questi utensili non parliamo di uomini, ma di ominidi, e dopo molte altre creazioni, la simmetria e l'estetica con l'evoluzione degli utensili (i bifacciali, che sono molto simmetrici e belli), viene anche la testimonianza dell'idea dell'aldilà, quando avvengono le prime sepolture. Poi anche l'apparizione dell’arte, in un periodo molto più recente (circa 35.000 anni fa) mostra un'altra dimensione nella capacità di creare dell'uomo.

Domanda:

Come potrebbe avere aiutato l'arte, cioè la scoperta dell'arte da parte dell'uomo (chiamiamolo primitivo) nel suo sviluppo verso la completezza dell'uomo attuale?

M. Perpère:

Penso che sia più un'espressione di questo sviluppo che un aiuto a questo sviluppo. L'arte mostra che l'uomo ha il tempo di fare, di pensare qualche cosa d'altro; rivela molto, ma non penso che aiuti.

Domanda:

Volevo sapere a quale epoca appartengono i resti che ci possono dire con certezza che l'uomo ha organizzazione sociale di qualche tipo.

M. Perpère:

E’ molto probabile che l'homo erectus traduca nella complessità dei suoi attrezzi questa organizzazione sociale, perché ha scoperto un metodo di tagliare la pietra che deve essere spiegato; è necessario mostrare ad altri questo metodo per tagliare e sicuramente hanno un linguaggio organizzato e un'organizzazione sociale, perché questo metodo esiste su quasi tutta la terra che parla degli uomini preistorici; questo metodo molto sofisticato di tagliare la pietra appare circa 700.000 anni fa, ma forse alcune strutture d'abitato sono anche più antiche, per cui si può pensare già ad un'organizzazione sociale.

Domanda:

Volevo chiedere se la capacità di riflettere sulla propria condizione, l'io e la libertà, sono caratteristiche umane attribuibili soltanto a uno sviluppo fisico del cervello oppure a qualcos'altro?

M. Perpère:

Si è certamente osservato che i più capaci di pensare hanno i più grossi cervelli, e forse è legato al livello della specie, ma non dell'individuo. L'evoluzione mostra un cervello più grosso e più complicato, che corrisponde a una complessità dell’organizzazione sociale, e di tutte le capacità.

Domanda:

Volevo sapere quali erano le metodiche più seguite ultimamente per la datazione dei reperti e appunto quali metodi vengono seguiti per risalire da un reperto, che può essere una mandibola, alle proporzioni, a ipotizzare le proporzioni, le misure corporee quindi, delle specie rappresentate.

M. Perpère:

Il metodo di datazione conosciuto è il carbonio 14, ma è impossibile da usare per periodi molto antichi; per questi periodi abbiamo lo studio dei relitti-fauna, perché i paleontologi conoscono bene l'evoluzione che gli animali mostrano, ed anche la datazione per l'archeologia e lo studio dei bollens che si sono conservati nel deposito, e si sono sviluppati in anni recenti metodi fondati su tecniche fisiche di misura della radioattività naturale. Questi metodi sono da provare, ma danno risultati molto interessanti. La taglia degli animali è una questione di anatomia comparata, perché le proporzioni sono le stesse; è possibile da un piccolo pezzo di osso fare tutta la ricostruzione logica dell'organizzazione.

Domanda:

Mi riferisco a una sua risposta precedente, cioè vorrei sapere se esiste una relazione fra la nascita del senso estetico dell'uomo e la nascita del sentimento religioso.

M. Perpère:

Questa domanda è molto difficile, ma penso che tutte e due corrispondano a qualcosa di totalmente esteriore al materiale; entrambe sono dello spirito.

Domanda:

Volevo dire: lei ha parlato degli australopitechi che erano in Africa, cioè i resti più antichi erano in Africa. Gli altri resti che sono stati trovati in Europa, in Italia ecc. sono di altri australopitechi che sono emigrati o hanno viaggiato e sono arrivati in Europa, oppure vivevano già in Europa e sono comparsi dopo? Cioè, se era una emigrazione, e come è avvenuta, eventualmente?

M. Perpère:

Non abbiamo trovato australopitechi in Europa e neanche homo habilis. I primi uomini trovati sono homo erectus, tutti hanno nomi differenti nelle diverse zone; in Europa sono chiamati antineanderthaliani, dunque che vengono p rima dei neanderthaliani. In Asia sono chiamati sinantropi e a Giava sono stati scoperti molto numerosi, e sono chiamati pitecantropi.

Domanda:

Io volevo sapere se dai resti della cultura materiale oppure dalla confermazione scheletrica è possibile stabilire quando l'uomo ha cominciato a comuni care con i suoi simili, e se è possibile stabilire quando l'uomo ha cominciato a parlare, perché per una organizzazione sociale penso sia importantissima la comunicazione.

M. Perpère:

Si vede questa apparizione del linguaggio nel cervello, perché alcune zone sono specializzate per questo, e lo sviluppo di queste zone è visibile sul calco interno dei crani che sono scoperti: lo studio di questi calchi è molto rilevante per questa problema.

S. Chierici:

Vedo che l'esposizione della professoressa Perpère ha suscitato già una nutrita serie di domande; credo che a questo punto possiamo trasferirci a visitare la mostra e continuare questa chiacchierata vedendo insieme il materiale esposto. Grazie.