Venerdì 25 agosto, ore 15

L'EUROPA E I GIOVANI PROTAGONISTI DI UN TURISMO CHE CAMBIA

Tavola Rotonda

Partecipano:

Vinicio Cantatore, Franco Carraro, Marino Corona, Mario Pascarella, Carlo Perella, Luigi Rocca.

Modera:

Armando Foschi.

A. Foschi:

Amici, spetta a me l'onore di introdurre questa tavola rotonda e di salutare calorosamente il Ministro del Turismo e Spettacolo, dottor Franco Carraro, che ha voluto onorarci con la sua autorevole presenza (…). Prima di dare la parola ai protagonisti di questo incontro, ritengo utile richiamare alcuni dati sullo sviluppo del turismo nel mondo che, negli ultimi anni, ha assunto un ritmo crescente, al punto che le statistiche del turismo mondiale nell'88 davano arrivi internazionali per 390 milioni di unità, con un aumento di ben 100 milioni di unità rispetto al 1983 e con un aumento percentuale, in 5 anni, del 137% (...). Ma la vera novità europea di questi ultimi anni è la crescita imponente del turismo giovanile, giunto ormai a livelli di fenomeno di massa in ogni Paese comunitario. Si calcola che almeno il 50% della gioventù europea viaggi abitualmente dentro e fuori i confini nazionali, spesso individualmente ma con propensione al gruppo, tenuto conto anche di tessere di sconto, facilitazioni sui trasporti, ecc. (…). Sono alcuni dati che ci dimostrano tutta l'attenzione che dobbiamo riservare al fenomeno del turismo in generale e di quello giovanile in particolare. Prima di passare la parola ai relatori e al Ministro (…), vorrei domandare se noi, nel nostro Paese, abbiamo una politica turistica per i nostri giovani (…). Noi consideriamo spesso il turismo giovanile come una sorta di turismo povero, da un'ottica dell'offerta che rischia di sottovalutarne la portata. Io ritengo invece che i giovani turisti di oggi, con le loro esigenze culturali di svago, di tempo libero, siano mossi dal desiderio di conoscersi, di avere scambi di grande amicizia e solidarietà, come questo del Meeting dimostra (…). Dette queste parole, passo il microfono, come inizio, al dottor Pascarella, che è il Segretario Generale e Vicepresidente del Centro Studentesco Giovanile (…).

M. Pascarella:

(…) Per enucleare il problema del turismo giovanile, diciamo cosa sono i giovani nel turismo: i giovani sono, soprattutto, portatori di novità. Qualche anno fa si diceva, da fonti autorevoli, che il turismo dei giovani era sovversivo rispetto ai modi tradizionali di fare turismo. Il giovane turista ha poco cura delle comodità, non gli interessa di andare in prima classe o in albergo a quattro stelle, il giovane turista, in genere, è, mosso da bisogni culturali, vuole vedere il mondo, vuole sperimentare altri costumi, vuole accrescere il suo patrimonio culturale. Diciamo che, in questo contesto, il famoso viaggio-avventura così amato fino a qualche anno fa, è un pochino, non del tutto, scaduto, diciamo che si è specializzato, c'è chi fa il viaggio-avventura per vedere il gorilla di montagna, e c'è chi lo fa per andare a villeggiare, per esempio, nell'Europa del Nord. Ecco, in conclusione, il giovane non viaggia per riposare, ma viaggia per conoscere, per sintetizzare ancora di più; il viaggio del giovane è una ricerca, una ricerca del mondo, non soltanto del mondo esterno, ma spesso anche una ricerca interiore (…). Cosa c'è da fare allora? Innanzitutto c'è da pensare semplicemente, io credo, ad allargare la rete delle strutture adatte per alloggiare i giovani. C'è da allargare ancora, benché io ammetta che siano stati fatti notevoli passi in questo settore, il settore delle agevolazioni di viaggio, in aereo ed in treno, per i nostri giovani; c'è da pensare ad un alloggio per i giovani di tipo economico, ma dignitoso e decoroso. C'è da pensare ad organizzare alcune strutture che in estate non sono utilizzate, come le scuole, gli istituti universitari: io penso che queste siano le cose da fare. Molte altre ci sarebbero da dire, ma giustamente è scaduto il tempo. Grazie.

C. Perella:

Mi occupo di politica tariffaria internazionale nell'ambito delle Ferrovie dello Stato, e naturalmente uno dei segmenti di mercato più interessanti per noi è il segmento dei viaggi dei giovani (…). Per favorire la mobilità dei giovani, noi mettiamo a disposizione tutta una vasta gamma di relazioni internazionali, diurne e notturne. Oggi raggiungere le capitali europee del turismo giovanile, mi riferisco particolarmente a Parigi, Vienna, Amsterdam, Londra, in treno non è un problema abbiamo una serie di treni che, nel giro: di una notte, consentono di raggiungere, da Roma o da Milano, le principali città europee (…). Per quanto riguarda le facilitazioni di carattere tariffario, voi sapete che, da un anno e mezzo, abbiamo lanciato la "carta verde", che ha raggiunto un successo che va oltre le aspettative (…). Per gli spostamenti internazionali, invece, abbiamo promosso l'Interrail che, come voi sapete, è una tessera particolarmente indicata per la clientela giovanile, che vale un mese, che fa viaggiare liberamente, senza limitazioni, all'estero (…).

A. Foschi:

Ora abbiamo il Dottor Vinicio Cantatore, Vicepresidente della Central Holiday Tour Incentive, che proviene addirittura da oltreoceano per questo incontro, dagli Stati Uniti d'America (…).

V. Cantatore:

Voglio partire dai dati di un sondaggio. Nell'88 è stato fatto un grosso studio di mercato negli Stati Uniti per stabilire che cosa pensano i giovani. Quando hanno chiesto quale è la qualità che voi apprezzate di più, la risposta è stata: cultura e intelligenza. Qual è il vostro eroe? Superman. Mettete le due cose insieme e avrete questa cosa complessa che è l'americano (…). L'utenza turistica giovanile USA, dai 19 ai 25 anni, è di circa 40 milioni di persone (…). Quanto alle richieste USA per facilitare il turismo giovanile in Italia, queste potrebbero consistere principalmente nell'impegno italiano a creare tariffe aeree concorrenziali, verso l'Italia, soprattutto nei confronti dell'Inghilterra (…). Inoltre, è necessario creare programmi europei per la ricezione di americani, adatti al turista americano, alla sua cultura, alle sue esigenze. Il turista giovane va soprattutto considerato perché è colui che potrebbe ritornare da adulto ed addirittura, come diceva il senatore Foschi poco fa, è colui che guiderà gli altri, in seguito, a venire in Italia. Grazie.

L. Rocca:

Vi porto il saluto di tutti gli operatori in Gran Bretagna, estremamente preoccupati per le ultime vicissitudini della zona in cui ci troviamo, l'Adriatico: se ne parla molto a Londra e se ne è parlato recentemente in occasione della visita del dottor Corona (…). La mia società, la "Pegasus", trasporta 250 mila persone all'anno in voli charter. Di questi, 65 mila sono giovani italiani che vanno a Londra per studiare, e approfittano di questi voli a poco prezzo per imparare di più, per prendere contatto con la realtà britannica. Da parte nostra vorremmo che la stessa cosa accadesse in senso inverso. Purtroppo devo dire che, nonostante i vari sforzi fatti da tutti gli operatori, noi compresi, il turismo britannico a carattere giovanile è molto limitato. In gran parte è determinato da motivi di studio. Le università britanniche sentono la necessità di prendere contatto con la nostra realtà, la nostra civiltà, la nostra cultura, le nostre città importanti e mandano costantemente ogni anno dei gruppi che fanno degli studi, da quindici giorni fino a tre mesi, nelle varie città minori italiane (…). Purtroppo l'Italia è oggi uno dei paesi della Comunità Europea più cari che si presentino sul mercato britannico (…). Se fosse possibile, bisognerebbe cercare di sfruttare maggiormente le strutture che esistono già per gli studenti, ma credo che non siano sufficienti, quindi bisogna seriamente pensare a sfruttare, magari, le scuole, le università, particolarmente durante l'estate, e offrire dei pacchetti a prezzi veramente vantaggiosi (…). Purtroppo oggi la concorrenza degli altri Paesi ci sta sottraendo questo mercato molto fiorente; la Francia, la Spagna, la Svizzera, oggigiorno attirano moltissimi studenti e giovani italiani. Quindi, vi lascio con questo pensiero: cerchiamo di fare qualcosa perché, se non corriamo ai ripari oggi, fra dieci anni non avremo turisti sui quali contare. Grazie.

A. Foschi:

(…) La parola al Dottor Marino Corona, Presidente dell'ENIT (…).

M. Corona:

Buonasera. Il piacere di essere qui è perché in effetti, come tutti voi anche noi siamo stati giovani. Mi piace, da quello che ho ascoltato, sapere che le cose non sono cambiate molto: i problemi che avevo io quando dovevo viaggiare mi pare siano rimasti gli stessi. Gli ostelli sono gli stessi di quando dovevo viaggiare io: mi pare che grandi passi, almeno verso i giovani, non siano stati fatti. È un'amara constatazione che devo fare ascoltando quello che ho ascoltato fino adesso e significa che noi abbiamo il dovere di prendere atto di questa situazione e incominciare insieme a pensare quali sono le idee nuove che possono essere portate in un mercato così ricco (…). I giovani USA vanno più verso l'Inghilterra che verso l'Italia per un problema di lingua e perché i prezzi del transfert tra gli Stati Uniti e l'Inghilterra sono più bassi che verso l'Italia. Però gli americani dicono che la loro motivazione nell'intraprendere un viaggio è la cultura (…). Mi auguro allora che le lingue non saranno un problema in futuro e che gli americani sceglieranno l'Italia perché troveranno dei giovani che li accoglieranno e sapranno rispondergli probabilmente in una lingua che conoscono. Mi auguro che presto tutti noi sapremo comunicare perché la cosa più importante per viaggiare è la comunicazione: spesso la gente non viaggia perché non riesce a comunicare. Gli americani viaggiano negli Stati Uniti d'America perché preferiscono parlare la loro lingua; vanno in Inghilterra perché preferiscono parlare la loro lingua madre e non vengono dov'è invece la cultura, dove potrebbero bere quello che vogliono a quella fonte che è l'Europa, dove di cultura ne abbiamo, e ne abbiamo da vendere. Si tratta di mettere in contatto dei giovani che conoscono questa lingua con dei giovani che vogliono vedere queste cose, prima che la nostra civiltà consumistica le distrugga.

A. Foschi:

(…) A questo punto, prima di dare la parola al Ministro Carraro, abbiamo circa un quarto d'ora per dei brevi interventi, perché sarebbe un po’ triste che si parlasse soltanto dalla parte di questo tavolo. Quindi, domande, chiarimenti e anche brevi interventi sono possibili.

Domanda:

Gentile signor Ministro, la sua presenza a Rimini è un segno concreto dell'attenzione che il nuovo governo vuole dedicare al turismo ed in particolare a questa riviera. Noi giovani albergatori, soci della cooperativa Promozione Alberghiera che unisce 300 hotel a Rimini, vorremmo sottoporle queste semplici riflessioni. Le alghe e le mucillagini non ci hanno tolto né la voglia di lavorare, né la fantasia per uscire da questa emergenza, ma paradossalmente sono servite da stimolo. Siamo consapevoli che nulla sarà più come prima e che i prossimi due o tre anni saranno in salita e decisivi per il rilancio di questa area. Non chiediamo soldi in beneficenza, né provvedimenti tampone: chiediamo invece attenzione e sostegno costante per gli imprenditori seri disposti ad investire: né più né meno di quanto si sta facendo per altre attività economiche (…). Le chiediamo di proseguire sulla buona strada della 556 con tante Carraro-bis. Noi crediamo nel nostro lavoro che è frutto di libera scelta. I progetti li abbiamo tirati fuori dal cassetto e non abbiamo alcuna intenzione di riporveli inevasi. Siamo convinti che la sua capacità imprenditoriale e la sua fantasia gioveranno a ringiovanire il nostro turismo (...).

Domanda:

Sono Grassi della rivista "Teorema" (…). Volevo rivolgere una domanda al dottor Cantatore e al Ministro Carraro. La prima è: che cosa si fa negli Stati Uniti per professionalizzare i gestori del turismo e per la formazione dei quadri del turismo: La seconda a Carraro è: quali sono le intenzioni per professionalizzare i gestori del turismo nel nostro Paese? (…).

Domanda:

Io vengo da Sabri, è un paese in provincia di Salerno (…). Secondo me, oltre agli itinerari misti, quindi mare-montagna, bisognerebbe fare anche degli itinerari alternativi (…), non solo Rimini o Amalfi o Capri. Ci sono mari e coste altrettanto belli, Palinuro o Maratea che non vengono mai pubblicizzati. E un altro problema: io sono laureato e mi interesso di turismo, perché negli anni del liceo ho iniziato a lavorare in un settore turistico e l'ho portato avanti perché mi appassiona tantissimo. Non ci sono però scuole di specializzazione post-laurea. Questa è una delle più grosse deficienze che c'è in Italia. Non c'è una scuola di specializzazione per chi voglia fare turismo.

A. Foschi:

Ha chiesto di parlare Zaffagnini, responsabile dell'Ufficio Turismo del Partito comunista (…).

Domanda:

Vorrei sapere dal Ministro se a suo parere esiste in Italia una politica nazionale del turismo e che cosa si pensa di fare per incentivare il turismo giovanile.

A. Foschi:

Direi a questo punto di passare la parola al dottor Cantatore, al quale è stata fatta una domanda precisa sulla preparazione dei manager negli Stati Uniti, e poi di passare la parola al Ministro per la sua replica.

V. Cantatore:

La risposta è piuttosto semplice. La sua domanda si riferiva agli imprenditori americani. Noi viviamo in un mondo di imprenditorialità libera, nel mondo della libera iniziativa, della libera competizione (…). Chi sono i professionisti? Sono quelli che veramente sanno fare le cose bene, sono quelli che sanno organizzare, sono quelli che sanno fare il turismo, sono quelli che sanno fare il pacchetto completo, tutto compreso. Tutto lì (…).

A. Foschi:

Ora la parola al Ministro Carraro per la conclusione di questa tavola rotonda, con il sentito dovere di rinnovargli i più sentiti ringraziamenti per aver parteci pato a questa bella manifestazione all'interno di questo grande Meeting e anche per l'amicizia che ha sempre dimostrato, con la sua attenzione e il suo impegno, verso la nostra

realtà romagnola e verso il nostro Adriatico. Grazie.

F. Carraro:

Consentitemi innanzitutto di ringraziare gli organizzatori del Meeting per avermi invitato. È la terza volta che vengo a Rimini. Due volte sono venuto nella mia qualità di presidente del CONI. Io sono, come sapete, socialista e come molti socialisti, lo hanno detto le statistiche, sono cattolico, ma debbo dire con tutta franchezza che non ho idee identiche a quelle di Comunione e Liberazione. Però penso, proprio per aver vissuto come rappresentante dell'attività sportiva in mezzo ai giovani, che questo è un movimento straordinario e che molte persone che parlano o scrivono di questa organizzazione senza essere venute qui, secondo me capiscono poco di questo tipo di organizzazione (…). Detto questo, comincio rispondendo ad alcuni quesiti (…). Esiste una politica del turismo nel nostro Paese e, in questo contesto, esiste una politica del turismo giovanile? Io credo di poter dire che una politica esiste. Debbo anche aggiungere che è insufficiente (…), soprattutto per due motivi. Innanzitutto perché l'attività turistica è sempre stata considerata marginale, come una specie di sotto-attività (…). Si tratta invece di aiutare la nostra attività imprenditoriale a ristrutturarsi (…), non con una legge episodica come è stata la 556, ma con un provvedimento organico, senza fare distinzioni tra zone forti e zone turisticamente non forti. Poi, naturalmente, dobbiamo aiutare gli imprenditori a ristrutturarsi: quelli che saranno capaci di farlo lo faranno, quelli che non sono capaci di farlo non lo faranno e soccomberanno, come e giusto che sia in un Paese di libero mercato come il nostro (…). La realtà è che la nostra imprenditorialità è molto particolare: è un'imprenditorialità alla quale si affianca qualche medio-grande imprenditore, di grandi non ce ne sono, molti piccoli imprenditori i quali però sono capaci, sono bravi; forse, dove ci dobbiamo dare un po’ più da fare, è nelle scuole alberghiere, nell'istruzione al personale che va, a mio parere, riqualificato (…). In questo contesto certamente un ruolo deve avere il turismo giovanile, per due ragioni fondamentali. La prima ragione è che il nostro Paese, proprio perché è un Paese dove risiede il 40% del patrimonio artistico di tutto il mondo, può avere un solo tipo di turismo (…), ma differenziato, che va dal turismo giovanile al turismo popolare, fino al turismo a 5 stelle (…). Il secondo motivo è che proprio perché una delle motivazioni del turismo, oltre a quella economica, è sociale, conoscersi, capirsi tra persone di lingua, di cultura, di idee politiche, di religioni diverse. Ed è certamente importante che a questo fatto sociale non si acceda a quaranta, cinquanta o sessant'anni, ma si possa accedere da ragazzini. Ecco perché è giusto pensare ad una promozione del turismo giovanile (…). E non solo ad un turismo giovanile di tipo internazionale, ma anche ad un grande turismo giovanile a livello nazionale. Non solo per un motivo economico o di autarchia, ma proprio per un motivo culturale: perché credo che si capisca meglio l'estero quando si conosce bene il proprio Paese (…). Vorrei fare poi un accenno, perché non si può non fare qui, essendo a Rimini, sul problema dell'Adriatico (…). Credo veramente che sia indispensabile pensare a salvaguardare l'Adriatico. Questo però richiede un lavoro a tempo lungo: richiede riconversioni di tipo industriale e di tipo agricolo che non sono semplici, perché non si può sovvertire un'economia chiudendo tutto (…). In tempi brevi, le cose sono soprattutto due: la prima è che dobbiamo salvaguardare, nei limiti del possibile, la balneazione (…). Il secondo, grande problema, è quello di accelerare un lavoro di ristrutturazione dell'offerta turistica (…). Questi due programmi - quello dello salvaguardia della balneazione e quello della riqualificazione dell'offerta - devono però essere concretizzati entro il mese di settembre e proprio poco tempo fa abbiamo parlato con i sindaci di Rimini e di Riccione, ecc., per vedere di riorganizzare proprio qui, in questa zona della Fiera a Rimini, una grande riunione, una borsa internazionale del turismo, qualche cosa per invitare gli organi di stampa nazionali ed internazionali, i tour-operators e spiegare, con diapositive, con foto, con filmati, ecc., che cosa l'offerta Adriatico comprenderà nel 1990. Questo per evitare che al danno notevole del 1989, si aggiunga un danno quasi irrimediabile per il 1990 (…). Vorrei poi entrare rapidissimamente su alcuni argomenti che riguardano il turismo giovanile. È stato detto come negli Stati Uniti le tariffe aeree siano molto limitate, ecc., spesso però a danno della sicurezza (…). Noi dobbiamo invece badare che la riduzione dei prezzi a tutti i livelli, pur necessaria, non avvenga mai a detrimento della sicurezza. Per chiudere, vorrei fare tre proposte concrete che l'Italia formulerà alla Organizzazione Mondiale del Turismo, che si riunisce, a partire da lunedì prossimo, a Parigi (…). Primo: trasparenza delle informazioni e maggiore informazione. Noi pensiamo che si debba avere, per chi viaggia, elementi omogenei per tutti, nella classificazione degli alberghi, nella decisione dei prezzi e del tutto-compreso, nel sapere gli orari dei posti in cui ci si reca orari dei musei, orari dei negozi, dei servizi di cui uno può aver bisogno. Nella trasparenza delle notizie che danno le agenzie di viaggio, che devono dare dettagli maggiori: proprio oggi c'è sulla stampa la notizia di mille turisti italiani che sono stati praticamente truffati andando in Spagna: poi trasparenza, e questo va fatto in collaborazione. Il secondo punto, che è molto importante, riguarda il problema dei servizi adeguati nelle località che hanno grande concentrazione turistica (…). Allora avremo un turismo non sottoposto a disagi ed avremo superato il pericolo che il turismo degradi l'ambiente. Ultimo punto, è quello dell'uso delle città d'arte (…). Le città d'arte, infatti, proprio perché sono un patrimonio dell'umanità, debbono poter essere utilizzate da tutti, ma nello stesso tempo non possono essere bruciate in dieci anni da un uso indiscriminato, che produca danni tali per cui i nostri figli non le possano vedere. Io credo che se di queste tre cose l'Organizzazione Mondiale del Turismo e, in particolar modo, la Comunità Europea che ha decretato nel '90 l'anno europeo del turismo, si occuperanno seriamente, si porranno anche le basi per un turismo giovanile che sia più efficiente e più efficace (…).