Imprenditorialità giovanile: istruzioni per l’uso

 

 

Martedì 25, ore 11.30

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Relatore:

Enrico Calignano, Area Creazioni d’Impresa di Imprenditorialità Giovanile

 

Calignano: La nostra Società per l’imprenditorialità giovanile è nata nel 1994; è una S.p.A. che si inserisce nello sviluppo del Mezzogiorno previsto dalla legge De Vito dell’86. Questa legge (legge 44 del 27.2.86) è a favore dei giovani del Mezzogiorno, per aiutare e finanziare la creazione di nuove imprese. Inizialmente, eravamo un comitato per lo sviluppo di nuove imprenditorialità che dall’86 si interessa di enterprise creation (creazione di imprese); nel ‘94 il nostro presidente Borgomeo ha fatto la proposta di trasformarci in S.p.A. La struttura è così un po’ più flessibile e snella: decidiamo tutto noi, perché non c’è più né il Ministero del Tesoro né il Ministero del Lavoro che ci suggeriscono quali domande approvare o meno.

Per conto dello Stato, gestiamo due leggi, la legge 44 del ‘86 e la legge 36 del ‘93, e il prestito di onore, che oggi è stato esteso anche al Nord. Con la 44 e la 236 finanziamo società o cooperative. Con il prestito di onore invece finanziamo con la somma di 50 milioni qualsiasi attività imprenditoriale artigianale di un unico imprenditore giovanile dai 18 anni in su che voglia avviare una piccola attività imprenditoriale.

La 44 e la 236 si rivolgono a nuove società: non si possono finanziare società già esistenti e quindi non si possono finanziare ampliamenti e ammodernamenti ma soltanto nuove iniziative imprenditoriali. Queste società devono avere dei requisiti particolari, di carattere oggettivo e soggettivo. I requisiti soggettivi sono che nelle società i giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni, abbiano la maggioranza assoluta, nel momento in cui fanno domanda di accedere ai finanziamenti della legge. I soci che possono fare domanda devono avere età compresa fra i 18 e 35 anni - 36 anni non compiuti -; se nella società esiste un soggetto che va al di là dei 36 anni oppure che non ha la residenza in uno dei territori di applicazione della legge - è questo il secondo requisito soggettivo -, tale soggetto può far parte della società come socio di minoranza, purché la maggioranza assoluta sia in termini finanziari e numerici sia detenuta da giovani compresi tra i 18 e i 29 anni non compiuti. La residenza deve essere in tutti quei territori di applicazione della legge, ovvero tutti i comuni del Mezzogiorno e gran parte dei comuni del Centro-Nord. Anche la sede legale amministrativa e operativa della società deve essere in uno di questi territori.

Fatti presenti questi requisiti soggettivi, possiamo ammettere ai finanziamenti solo società o cooperative: le tipologie societarie sono società di persone - società in nome collettivo, società semplici, società in accomandita semplice - oppure società di capitali, società per azioni, società a responsabilità limitata o società cooperative - sia le mini cooperative, da tre a otto persone, che le cooperative normali, da nove persone in su.

Le iniziative ammissibili con la legge 44 sono nuove iniziative nei servizi alle imprese. Possiamo finanziare soltanto imprese di servizi che offrono tali servizi alle imprese private e non a quelle pubbliche e neanche ai singoli cittadini. La legge 44 finanzia anche attività di produzione di beni agricoli, industriali ed artigianali. Il tetto massimo del finanziamento ammissibile alle agevolazioni è di 5 miliardi, al netto d’IVA, perché l’IVA è una voce a carico dei giovani, anche se l’IVA è una partita di giro, un anticipo rispetto a cui noi otteniamo un credito nei confronti dello Stato. Non sono ammissibili finanziamenti ad aziende già esistenti per ampliamenti o ammodernamenti: finanziamo solo nuove imprese.

La legge 236 invece finanzia solo attività di servizi. Mentre con la legge 44 finanziamo solo produzioni e servizi alle imprese private, con la legge 236 finanziamo servizi a qualsiasi soggetto: possiamo erogare servizi anche alle imprese pubbliche ed a singoli cittadini, però solo in determinati settori, precisamente quelli della fruizione dei beni culturali, del turismo, della manutenzione ordinaria, delle opere civili ed industriali, della tutela ambientale e della innovazione tecnologica. Con il decreto Bersani è stato ampliato un settore della legge 236, quello della fornitura di servizi in campo agroindustriale, che possiamo rivolgere sia a singole persone che a imprese pubbliche o private. Il tetto massimo di finanziamento è di un miliardo, quindi scende il finanziamento.

Con questa legge dunque i finanziamenti scendono, e si possono creare strutture molto più snelle. Ad esempio, per la fruizione di beni culturali noi possiamo finanziare qualsiasi società costituita da giovani che vada a valorizzare un bene culturale, anche ristoranti o cinema. La maggior parte delle attività che vengono richieste sono ovviamente attività museali, dalle quali possono partire diverse attività, come la gestione dei servizi di visita o la sorveglianza.

I requisiti soggettivi della legge 236 sono uguali a quelli della 44: età tra i 18 e i 36 anni e residenza nel territorio di applicazione. L’unica differenza è quindi data dai settori di applicazione e il tetto massimo di finanziamento, con la legge 44 5 miliardi per gli investimenti e con la legge 236 1 miliardo.

I servizi che noi offriamo con le leggi 44 e 236 sono servizi di natura finanziaria e servizi reali. I servizi di natura finanziaria sono anzitutto l’agevolazione finanziaria per l’investimento, fino al 90%; nel Mezzogiorno riusciamo a coprire anche il 95% dell’investimento, esclusa l’IVA, di cui una metà erogata in conto capitale a fondo perduto, l’altra metà a mutuo agevolato. Inoltre, copriamo a fondo perduto per i primi due anni - per chi viene finanziato con la legge 44 - e per i primi tre anni - per chi viene finanziato con la legge 236 - le spese di gestione, quali l’acquisto di materie prime o semilavorati.

La grande forza di questa legge è che non eroghiamo soltanto soldi, ma servizi reali. Molti giovani si fanno accecare dal fatto che possono ottenere cinque miliardi o un miliardo, a seconda della legge, più le spese di gestione; invece la forza della nostra società è quella di poter fornire servizi reali. Noi infatti cerchiamo di intervenire, di affiancare i giovani, sia nella fase a monte della presentazione di un progetto che nella fase successiva dell’approvazione di un progetto. Nella fase a monte il nostro servizio è l’accompagnamento e la progettazione: aiutiamo i giovani a redigere il loro piano di impresa, cercando di trasferire le tecniche e le metodologie di redazione del piano di impresa. Ed infatti l’esperienza ha attestato che dei progetti presentati il 25% venivano approvati; ma se i progetti erano seguiti da noi nella redazione, la percentuale dal 25 balza al 60, 65%. Ci siamo resi conto che i giovani hanno le idee imprenditoriali ed anche la motivazione, dovevano soltanto essere seguiti, e così abbiamo deciso di scendere in campo e di seguirli. I giovani si presentano da noi con la loro idea, noi verifichiamo l’accoglibilità dell’idea e nel momento in cui è accoglibile li avviamo a questo percorso di accompagnamento e di progettazione. Facciamo partecipare prima ad un seminario, solitamente condotto da un docente universitario che spiega che cosa significa creare una impresa, e successivamente a cinque incontri individuali attraverso i quali, con i nostri responsabili di progetto - gli addetti all’istruttoria dei progetti, alla valutazione di essi - cercano di trasferire queste tecniche metodologiche di redazione di piani di impresa. Chiaramente non garantiamo l’approvazione dei progetti, ma cerchiamo di portare avanti per presentare progetti che abbiano maggiori chances. Molti giovani, anche di quelli che sono stati bocciati, sono rimasti soddisfatti perché vivono un momento di crescita, grazie a un trasferimento di cultura imprenditoriale. Se il progetto dovesse essere bocciato può peraltro essere ripresentato, perché nel momento in cui noi presentiamo il progetto c’è una cartella istruttoria dove si evidenziano le carenze dei progetti.

 

 

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