Il ruolo delle C.C.I.A.A. in Italia e in Europa

per le piccole e medie imprese

Tavola rotonda promossa da Compagnia delle Opere

e da Unioncamere

Martedì 22, ore 18.30

 

Relatori:
Danilo Longhi,
Presidente dell'Unioncamere Nazionale
Antonio Camillini,
Presidente della Camera di Commercio di Modena
Ivano Spalanzani,
Presidente Confartigianato

 

Longhi: Le 101 Camere di Commercio italiane sono collegate fra loro in rete in modo tale che in ciascun punto di esse è possibile avere informazioni su tutte le imprese italiane che sono 4.500.000. Esse sono collegate in rete anche con le 600 Camere di Commercio europee (costituendo così una delle reti più importanti per l'imprenditoria per potersi muovere all'interno dello spazio europeo). Nessuna Camera di Commercio ha il bilancio in rosso, perché è stato attuato il federalismo fiscale (ricevono direttamente dalle imprese in sede locale le risorse, e quindi anche il controllo sulla spesa): per questo, non dubito del fatto che il sistema delle Camere di Commercio sia un pezzo dello Stato.

La legge di riforma delle Camere di Commercio è significativa perché fa delle Camere di Commercio non solo l'istituzione delle imprese, ma essenzialmente una istituzione per le piccole e medie imprese.

L'azione per le piccole e medie imprese è essenzialmente di promozione, all'interno e all'esterno del Paese. A questo proposito, ad esempio, è essenziale il tema dell'informazione economica: in un mercato domestico allargato, non è necessario un bombardamento di dati, ma quei dati che occorrono a un certo tipo di imprenditore per poter intraprendere, e quindi allargare il suo mercato.

Infine, vale la pena di sottolineare un altro dato: nell'utilizzare i contributi del Fondo Sociale Europeo, il sistema camerale italiano, soprattutto nel Mezzogiorno, ha destinato la maggior parte delle risorse chieste alla comunità per poter svolgere servizi alle imprese, essenzialmente quei servizi fuori cancello che sono la condizione fondamentale perché una impresa possa progredire e attuare quel principio virtuoso che significa investimento, profitti, nuova occupazione, quindi benessere complessivo per la società.

Camillini: Nella mia esperienza concreta di imprenditore che si è trovato a condurre la Camera di Commercio di Modena tra i vincoli e le rigidità della normativa vigente, ho cercato in particolare di orientare l'ente verso un concreto ed efficace sostegno alle piccole e medie imprese, sviluppando la loro potenzialità verso il mercato europeo e mondiale, scrollandosi di dosso la soggezione verso i mercati esteri, in particolare quelli europei.

Sappiamo che, a medio e lungo termine, si mantiene un ruolo ed una presenza sul mercato solamente se si è presenti con della qualità, di prodotto, di servizi, e soprattutto qualità nel sistema del post-vendita. Come Camera di Commercio di Modena, abbiamo svolto un grosso lavoro per curare ed incentivare la diffusione della cultura della qualità nel mondo imprenditoriale locale, che di fatto è costituito quasi totalmente da imprese medio piccole. Abbiamo poi cercato di stimolare le imprese con delle incentivazioni finanziarie e con dei supporti tecnici tesi ad affrontare i percorsi del controllo della qualità, sia da un punto di vista "prodotto", che da un punto di vista "processo".

Abbiamo inoltre sostenuto diversi organismi esterni che hanno particolare competenza sui temi della qualità in settori specifici (penso al Centro Ceramico, o al Laboratorio Tessile di Carpi) ed abbiamo cercato, attraverso convenzioni, di orientare almeno parte della loro attività su bisogni contingenti e specifici delle piccole e medie imprese della nostra realtà provinciale legati proprio alla presenza sui mercati esteri.

La piccola e media impresa ha un grande imbarazzo, una grande soggezione ad affrontare i mercati oltre Atlantico: per questo, ha bisogno di un supporto camerale, ha bisogno di un supporto in loco, perché non ha né la forza, né lo spessore economico per potersi muovere da sola.

Pur agendo sempre in modo il più possibile raccordato con tutti gli altri organismi che operano per incentivare e agevolare i rapporti con l'estero, come Camera di Commercio di Modena abbiamo intrapreso anche strade nostre: abbiamo ad esempio un ufficio in Ungheria, uno in Slovacchia, uno in Messico... Presso la sede di Modena abbiamo poi un ufficio del Programma Paranà-Europa, che sta lavorando intensamente per promuovere l'interscambio fra l'economia emiliana e il Brasile, con risultati promettenti.

Non dobbiamo però dormire sugli allori: a Modena, come in tante altre province, siamo carenti di infrastrutture (infrastrutture viarie, scali merci ferroviari..) e abbiamo un cattivo funzionamento di diversi uffici periferici dello Stato, tutte cose che influiscono pesantemente sulla struttura economica.

Per tutelare davvero gli interessi delle categorie economiche, le Camere di Commercio devono svolgere un grosso ruolo di analisi critica, stimolo e rappresentanza degli interessi complessivi dell'economia delle rispettive province.

Spalanzani: Credo che il ruolo fondamentale delle Camere di Commercio sia quello di procurare tutta una serie di servizi, specie nell'ambito dell'esportazione: la polverizzazione produttiva che abbiamo nel nostro paese necessita di momenti di aiuto affinché ci possa essere uno sviluppo verso l'esportazione. Siamo un paese che ha una creatività e una fantasia impressionanti; credo che la nostra creatività debba trovare anche all'estero uno sbocco, perché i nostri prodotti sono di qualità e sono creativi.

Occorre a questo proposito stare attenti a evitare sovrapposizione di ruoli e dispersione di risorse finanziarie: di commercio estero, infatti, si interessa il Ministero del commercio estero, il Ministero degli Esteri con la legge sulla Cooperazione, le Regioni, l'Union-Camere provinciale e regionale, le Camere di Commercio locali, qualche volta le Provincie con i gemellaggi, a volte anche le parrocchie...

Un altro argomento sul quale è necessario far chiarezza parlando dell'imprenditoria italiana, è quello del fisco. Credo che sia ora di finirla con la criminalizzazione di milioni di persone: se c'è il problema dell'evasione fiscale, si vada a trovare chi evade, ed è ora che si trovino gli strumenti affinché si colpiscano i veri evasori, ovvero le grandi società. Ci sono le bare fiscali, ci sono le sottofatturazioni all'esportazione e le sovraffatturazioni all'importazione... di fronte a questo, il sistema fiscale non può prendersela col falegname, con l'idraulico, col barbiere!

Una frase rivoluzionaria, a mio avviso, ha detto il Santo Padre ad Agnone, in provincia di Isernia, nel giorno di S. Giuseppe, il 19 marzo: "Basta con il cercare un lavoro per la sola retribuzione". Questa frase è certamente contraria alle teorie keynesiane: basta con un certo tipo di assistenzialismo. Per questo, bisogna pagare gli operai, bisogna pagare gli artigiani e non criminalizzarli, i commercianti, i professionisti, gli agricoltori, i cooperatori, quelli che lavorano e che rischiano in proprio. Credo che questo paese si possa risollevare solo e soltanto se si cominciano a ridurre le spese, e non sempre e soltanto colpire le categorie produttive.