Lunedì 25 Agosto, ore 15

TRA MICROCOSMO E MACROCOSMO

I 139 Mandala della collezione NGOR

Incontro con:

Kohei Sugiura,

curatore della mostra

Mario Guaraldi,

editore spettacoli.

K. Sugiura:

(…) Il Mandala appare nel nucleo, nel nodo della potenza cosmica. Nel mondo c'è un punto ideale dove la forza del cielo discende e si incontra con la terra. Dal cielo discende la luce e dalla terra emerge l'acqua. Gli spiriti dei vari Buddha vengono a realizzarsi in luoghi in cui l'energia nasce dal suolo: in Asia vengono definiti l'ombelico della terra. Gli uomini scoprono questi luoghi, vi costruiscono edifici e così viene a strutturarsi un luogo sacro. In India, ad esempio, il Mandala diventa un vero e proprio tempio, una vera e propria costruzione che si innalza verso il cielo e rappresenta quindi una condensazione dell'energia cosmica. "Mandala", nella lingua sanscrita, è costituito da due elementi, manda che significa "essenza", la che sta per "avere", "possedere", Mandala: la cristallizzazione dell'essenza cosmica. Il Mandala viene a costituirsi dal nulla, per ritornare nuovamente al nulla. In questo luogo consacrato vengono svolte delle preghiere per richiamare la forza cosmica per la costituzione del Mandala. L'unità di misura base da cui si parte per la grafica del Mandala è costituita dal dito. La misura basata sul dito viene presa su un filo che viene a volte moltiplicato, a volte invece diviso, costituendo diverse grandezze. Quindi le misure del Mandala sono strettamente connesse alla natura. Il Mandala viene costituito con piccoli granelli colorati di sabbia. Attraverso un piccolo ago perforato all'interno, i granelli di sabbia vengono fatti cadere per costituire il disegno. Questi piccoli granelli vengono così a simboleggiare il pulviscolo atmosferico, l'energia primitiva dell'Universo. I monaci, per non far volare via questa minutissima sabbia, trattengono il respiro, giorno dopo giorno, impiegando a volte anche settimane nella costituzione del Mandala che, dopo la preghiera, viene distrutto, fatto volare al vento oppure dissolto nelle acque di un fiume (…). Nel Mandala ci sono 3 cerchi distinti. Quello più esterno è il cerchio del fuoco e viene orientato secondo le lancette dell'orologio. Fuoco che deve distruggere le tenebre, la sofferenza, le preoccupazioni. Sono molte le figure dei Buddha che con rabbia emettono il fuoco che servirà a distruggere l'ignoranza. Più all'interno, dopo la fascia del fuoco, c'è la fascia radiante, il cerchio della salvezza, fascia della saggezza, chiamata anche fascia del diamante. E’ la concentrazione dell'intelligenza. Dopo il cerchio del fuoco e quello del diamante, all'interno sono disegnate grandi stilizzazioni di fiori di loto. Il fiore di loto, a cominciare dall'India, ma in tutta l'Asia buddista, è simbolo di purezza, di calma, di vita e di rigenerazione, ed è anche il fiore che fa nascere il Buddha. Il Buddha è seduto su un grosso fiore di loto rosso e nella mano sinistra sostiene un più piccolo fiore di loto che a sua volta si aprirà per generare ancora un Buddha. Il fiore di loto, che si apre in otto direzioni, sostiene le varie forme dei Buddha. Talvolta all'interno del terzo occhio, trovano posto anche altre divinità. Questo è il cerchio bianco, dove vedete le divinità induiste. Talvolta, invece, vengono presentati anche luoghi di sepoltura: e da questo confronto con luoghi di morte, i cerchi esterni trovano ancora più forza, più energia (…). All'interno del Mandala trovano posto i Buddha. All'esterno dei Buddha viene disegnata una struttura quadrata, geometrica e questa rappresenta i vari templi buddisti, oppure i vari elementi che vanno ad abbellire questi templi, la base che sostiene il palazzo, il cancello, il portone d'entrata del tempio: quindi il Mandala di per sé anche se su una superficie unidimensionale, rappresenta un tempio. La forza, l'energia del Buddha seduto al centro del Mandala, viene emanata in tutte le direzioni, secondo i punti cardinali. Il Mandala di diamante è quello che ha avuto una costituzione sia grafica che spirituale più chiara e maggiormente razionalizzata. Il Buddha che siede all'interno viene accompagnato da altre 37 figure di Buddha. L'est viene presentato con il colore blu, il sud con il giallo, l'ovest con il rosso, e il nord con il verde e talvolta il nero. I vari Buddha che sono seduti nelle varie posizioni, vengono raggruppati (…). La serie di Buddha più piccoli presenti nella cornice, i mille Buddha, rappresentano gli uomini, noi stessi. Questo significa che tutti quanti, attraverso la forza dei Buddha Vailothana, riusciranno ad avvicinarsi al Buddha stesso e a raggiungere l'illuminazione (…). Ci sono diversi e svariati movimenti delle mani di Buddha, che vengono presentati all'interno dei Mandala. Secondo il pensiero delle varie religioni asiatiche, le mani simboleggiano l'energia e ogni uomo ha in sé energia che gli viene data dal divino. Viene considerata con molta importanza e serietà il ki, l'energia, sia in studi come quello dell'agopuntura, sia nella ricerca delle arti marziali. I vari punti delle mani vengono a rappresentare la costituzione intera del cosmo. Quindi vengono paragonate le varie dita agli elementi, cominciando dal mignolo, l'acqua, il metallo, la terra, il legno, l'etere. La mano destra rappresenta il sole, il mondo del divino, mentre la sinistra, il mondo della terra, degli uomini. Ci sono significati diversi a seconda delle posizioni e di quale dito viene a contatto con l'altro. Attraverso la giunzione delle mani, è possibile unire l'energia che viene sprigionata dalla parte destra del corpo con l'energia che viene sprigionata dalla parte sinistra. Nel buddismo, in particolare in quello tibetano, viene detto che è possibile creare un'unione tra l'energia di sinistra e quella di destra, l'elemento femminile con quello maschile, l'unione della forza del sole con quella della luna, il liquido seminale con il sangue e la sapienza che dà e fa nascere le azioni. Questo significa anche creare la base del raggiungimento dell'illuminazione. Il Mandala si muove, e con forte energia viene a ripetersi la creazione e la distruzione; è come se portasse con sé strutturalmente un movimento dinamico (…). Il Mandala non è qualcosa che va soltanto visto, è qualcosa che nasce all'interno del nostro cuore e che possiamo portare con noi. Nel buddismo tibetano, ma anche in alcune forme di meditazione del buddismo giapponese, i monaci che si pongono in meditazione cominciano ad avere una immagine mentale di Mandala che si crea all'interno della persona stessa. Prima di tutto si pensa all'etere, a uno spazio indefinito e anzi infinito che tutti voi potete vedere chiudendo gli occhi. In questo vuoto infinito, un vento tranquillo comincia a muoversi e man mano si rafforza creando un vortice che gira verso destra. Questo vento comincia a dar forza ad un fuoco che nasce all'interno, si concentra e dà vita all'acqua, la quale si concentra, si sedimenta e dà vita alla terra. Con questo passaggio attraverso i cinque elementi si arriva ad una condensazione della terra che è il frutto di più elementi che sono mutati. Il Buddha Airochanà, rappresentato al centro con colori smaglianti, bianchi, comincia a sprigionare nella zona dell'ombelico la sua forza, ed è come se un dolce nettare venisse sparso sull'intera terra, coprendo ed illuminando le zone buie della psicologia dell'uomo. Questo nettare costituisce anche il mare, al cui interno appare una tartaruga in gialli colori smaglianti. Sulla schiena di questa tartaruga viene a costituirsi un'enorme, grandissima montagna. Sopra questa montagna viene a crearsi un enorme fiore di loto. Stiamo parlando di grandezze cosmiche; la tartaruga è grandissima, molto grande il fiore di loto, tanto da sostenere la terra intera. Dall’interno di questo fiore di loto una montagna comincia pian piano ad ergersi. In Asia questa montagna viene chiamata Monte Meru: è tanto grande da poter oscurare la luna e far da schermo al sole. Il Monte Meru costituisce l'asse cosmico di queste dottrine nate in Asia (…). La parte inferiore sotto la struttura della tartaruga raffigura il buio, le tenebre, il mondo della ignoranza. La stessa zona però rappresenta anche il subconscio, gli elefanti simboleggiano anche gli elementi saggi; da questo stato di subconscio si passa man mano ad uno stato di veglia e di sapienza. Ancora sopra il mondo degli uomini e nella parte superiore del monte Meru, la zona del Divino. Gli asiatici pensano che la forza degli animali, degli uomini e l'energia divina siano elementi in stretta correlazione tra di loro.

Se non ci fosse stata una rottura, non ci sarebbe stata la distruzione del mondo e la divisione (…). Il Mandala è quindi la costituzione del subconscio asiatico che può essere compreso nel piccolo corpo di un uomo.

M. Guaraldi:

Vorrei spiegare perché abbiamo accettato questa sfida pesante per la nostra intelligenza e per la nostra sensibilità. E’ vero, quello che abbiamo sentito dal Prof. Sugiura e dal concerto di ieri sera sembra essere molto lontano dalla nostra cultura. Credo però sia una lontananza che in qualche modo dobbiamo annullare. Fino a qualche anno fa il mondo era davvero molto esteso, e tutto ciò che era lontano veniva definito esotico, e ci si poteva permettere il lusso di considerarlo una semplice curiosità, che in fondo non riguardava la nostra vita di tutti i giorni, Oggi il mondo è diventato molto piccolo, al punto che si può fare colazione a Tokyo e cena a New York; persino il gioco dei fusi orari annulla in qualche modo il tempo. Anche la nostra intelligenza deve raccogliere questa sfida. Se non capiamo cosa sta alla radice della cultura dei popoli che si sono nutriti di queste cose, non riusciremo neanche a costruire un rapporto con loro, quel progetto di pace che invece è la grande scommessa che tutti dobbiamo raccogliere.