mercoledì 29 agosto, ore 15.00

TURISMO GIOVANILE: NUOVI MERCATI

Incontro con

Claudio Bonvecchio

Delegato ENIT a Francoforte ,

Prisco Camarro

Ispettore Capo aggiunto delle Ferrovie dello Stato

Marino Corona

Presidente Generale dell’ENIT

Mario Falcone

Direttore Generale dell’ENIT

Piergiorio Togni

Delegato ENIT a Stoccolma

Modera:

Fabio De Ponti

F. De Ponti:

E’ con vero piacere che al Meeting di quest’anno ospitiamo una delegazione così rappresentativa di persone, d’amici, di profondi conoscitori e di profondi tecnici dei fenomeni del turismo giovanile, della costa adriatica e della situazione del turismo italiano, nonché profondi conoscitori dei bisogni e delle domande turistiche. Il tema di questa tavola rotonda è approfondire le dinamiche, i bisogni, le prospettive del turismo - in particolare verso l’Italia, ma anche nei paesi internazionali in particolare del turismo giovanile. Quindi domande, aspettative, bisogni, priorità, sviluppi da qui al duemila, del turismo giovanile e non, ma in particolare giovanile, perché è il turismo di domani. La parola al dottor Mario Falcone.

M. Falcone:

Ringrazio il dottor De Ponti per la sua presentazione. Noi, come l’ENIT, abbiamo voluto essere presenti a questo Meeting per presentare la problematica del mercato dei giovani con riferimento ai mercati emergenti. Nello scenario che va delineandosi in vista dell’integrazione europea del’93, il fenomeno turistico si colloca in un contesto profondamente mutato, in fase dinamica, com’emerge dall’analisi d’alcuni dati significativi. Mentre raddoppiano le spese dei viaggiatori internazionali, che dal 1984 al 1989 sono passati da 102 ad oltre 200 miliardi di dollari, l'Europa, tuttora il più grande bacino turistico del mondo, viene scippata da considerevoli quote di mercato a tutto vantaggio di destinazioni emergenti, come le aree del Sud-Est asiatico, del Nord Africa, del Pacifico. Si è delineata dunque una situazione di stallo che deve fare riflettere soprattutto l’Italia, se non vogliamo perdere ulteriori posizioni, dal momento che siamo scesi al quarto posto per le entrate e gli italiani sono collocati ormai all'ottavo posto tra i turisti che spendono di più per viaggi all’estero. Eppure il nostro paese, che ha dovuto cedere la leadersheep mondiale delle vacanze, detiene ancora un importante e significativo prima è sempre in testa alla domanda del turismo giovanile internazionale. I giovani turisti, come i viaggiatori del gran tour ottocentesco, vedono nell'Italia il fulcro culturale del vecchio continente, una tappa obbligata per comprendere l’Europa sempre più vicina all’unione. Si calcola che sull’intero movimento turistico mondiale - 403 milioni circa - il 30% sia rappresentato dal movimento turistico giovanile. L’ENIT si pone questi problemi, nell’ottica della promozione all’estero di questo segmento. In effetti, far capire, soprattutto ai nostri operatori, quale sia la dimensione di questa clientela emergente, che nell’anno europeo del turismo ha ricevuto un autorevole riconoscimento dai dodici della CEE, è uno dei nostri compiti e dei nostri impegni primari. Ci sembrano importanti gli obbiettivi concreti delineati dalla seconda conferenza europea del turismo sociale giovanile, svoltasi a Roma, per iniziativa del Ministero del Turismo: la realizzazione di un assegno turistico europeo, la costituzione di una rete europea di villaggi per ferie - sia per i giovani che per le famiglie -, iniziative rivolte alla formazione dei giovani nel settore turistico. Ci rendiamo conto che il turismo giovanile ha molteplici sfaccettature e travalica i confini della promozione, del marketing. Pensiamo ai ritardi che vanno recuperati al più presto, come quello dei servizi e delle strutture d’accoglienza. Anche l’89 per l’Italia è stato un anno che ha fatto registrare un buon incremento rispetto all'anno precedente, ben 620 mila sono stati i pernottamenti negli ostelli della gioventù, di cui 540 mila stranieri e 80 mila italiani. I dati evidenziano come il potenziamento di strutture per l’Italia sia fondamentale per non perdere quell’unico primato che ancora detiene. Se questa tendenza prosegue il mondo dei viaggi sarà sempre più monopolio delle multinazionali delle vacanze. Ma importanti sono anche la predisposizione di condizioni appropriate che riguardano il costo dei trasporti, il costo delle vacanze, le possibilità di divertimento associate all’approfondimento culturale e alla possibilità di conoscere realtà nuove. Poiché questa tavola rotonda vede presenti qualificate rappresentanze del mondo politico, culturale e turistico, ritengo che attraverso le analisi delle varie proposte che scaturiranno, si potrà arrivare a formulare anche quello che deve essere il punto d’arrivo di questo dibattito, e cioè la costruzione della politica europea del turismo, in cui la componente del turismo giovanile trovi una collocazione pari alla sua importanza sociale. L’ENIT ha già proposto il suo piano di programmazione per il 91-93 e in questo piano sono previsti due progetti importanti, Progetto Europa e Progetto Mercati Emergenti Comunque l’ENIT trarrà beneficio da questo dibattito per sviluppare nuove campagne e nuove proposte in un'ottica europea perché riteniamo sia necessario superare i confini delle nostre nazioni per aspirare ad assumere i confini dell’Europa come limiti reali del nostro pensare e agire quotidiano. Grazie.

P. Togni:

Ormai danno tutti per scontato che negli anni 2000 il turismo rappresenterà la più grossa industria mondiale. L’Europa continuerà a rappresentare la parte più importante di tale fenomeno, ma dovremo attendere ancora qualche anno prima di vedere un grosso flusso verso i Paesi dell’Est. E’ comunque previsto nei prossimi anni un grosso flusso dai Paesi dell’Est verso gli altri Paesi dell’Europa. Nell’89 si è verificato un fenomeno interessante. Si è assistito ad un incremento al di sopra d’ogni aspettativa del traffico dal Sud-Europa al Nord-Europa, e i due bacini da cui proveniva questo grosso incremento erano l’Italia, al primo posto, e la Spagna, al secondo. I trend che caratterizzeranno il traffico nell’Europa unita dovrebbero essere i seguenti. Innanzi tutto l’incremento dei viaggi verso le grosse città aumenterà in modo più consistente dei viaggi mare Questo per due motivi: il crescente traffico d'affari e il fattore arte, cultura, shopping che costituiscono elementi trainanti del turismo. Proprio questi tre elementi saranno quelli che determineranno lo spostamento delle grosse masse. Il turismo che subirà più forte aumento è quello che si muoverà lungo le direttrici Sud-Nord, Est-Ovest, anche se la direttrice Nord-Sud continuerà a rimanere quella più consistente. Il traffico verso i Paesi CEE, una volta cadute le barriere doganali, aumenterà più consistentemente di quello del traffico interno. I viaggi effettuati durante il periodo invernale verso le città d’arte saranno superiori rispetto a quelli verso le località sportive invernali. I tre segmenti che registreranno il maggior aumento sono i viaggi culturali per giovani, i viaggi d’affari e i viaggi per i pensionati. Per quanto riguarda il tema del Convegno CEE sul turismo giovanile, la facilità di viaggiare con la caduta di frontiere doganali e l’abbattimento delle tariffe dei mezzi di trasporto, farà sì che assisteremo a grossi flussi turistici nei prossimi dieci anni. In particolare le nuove possibilità offerte ai giovani dell’Est europeo trasformeranno alcuni mercati in un bacino turistico di primo ordine a cui dovrà esser dedicata la massima attenzione. Al fine di assicurarsi una parte consistente del flusso, è tuttavia necessario effettuare una politica del turismo giovanile sia per presentare il nostro prodotto, sia per facilitare tale forma di turismo. Com’è noto, l’Italia ha di per sé quei requisiti, grazie al suo patrimonio artistico culturale, per diventare la destinazione preferita. Ci sono però politicamente dei grossi problemi. Da parte nostra quindi non dobbiamo trascurare l’informazione turistica e promozionale fatta per i giovani con prenotazioni nelle scuole, nelle università e nei circoli studenteschi. Il nostro ufficio è intervenuto nei confronti del Ministero della Pubblica Istruzione per - tramite questo - distribuire materiale informativo e per far conoscere la vera Italia, l’Italia d’oggi ai giovani. Altro elemento fondamentale è costituito dal materiale promozionale informativo. I giovani sono piuttosto esperti nell’usare le soluzioni logistiche più semplici. Ciò non significa che si tratta di un flusso turistico che va in alcun modo condizionato o limitato. Anzi, considerando quanto affermato circa la potenzialità del turismo giovanile, del fatto che saranno gli adulti di domani, va favorito. E’ importante che i giovani trovino nel nostro Paese tutte le strutture recettive che garantiscano loro un soggiorno piacevole; per lasciare, una volta rientrati nei loro Paesi, un ottimo ricordo del nostro. Ci riferiamo in particolare alla creazione di una maggior rete d’ostelli per la gioventù. Quelli che ci sono non bastano e il servizio che danno non è all'altezza di ciò che offrono i nostri concorrenti. E' poi importante garantire al giovane la sicurezza del soggiorno, in quanto i giovani sono quelli più esposti ai pericoli della malavita. L’Italia è conosciuta sempre più come un Paese poco sicuro, dove c’è la piccola malavita, gli scippi, dove ad ogni angolo c’è praticamente un rapinatore. Dovremmo fare qualcosa per migliorare questa immagine. Un altro settore dove l’Italia potrebbe incrementare il turismo giovanile, è quello dei corsi estivi di lingua, dell'arte, della cultura, della cucina, e chi più ne ha, più ne metta. Esiste un buon numero di scuole private che si dedicano a tale attività ma manca un azione coordinata; soprattutto la possibilità d’alloggio presso famiglie - come avviene in Inghilterra, in Germania e in Francia - è molto limitata. L’importanza dei giovani sotto ogni aspetto, ma anche sotto il profilo turistico, è fondamentale. Spesso ci si dimentica che i giovani d’oggi sono i "managers" e gli "opinion leaders" del futuro; e che le opinioni, il carattere e le preferenze, si formano proprio durante questi anni giovanili. Dicevo prima che nel 2000 si prevedono circa 500 milioni di viaggi all’anno e quelli dei giovani saranno quelli che subiranno il maggior aumento. Riteniamo superfluo ribadire come sia necessario immettere in mercati esteri quei prodotti particolarmente interessanti per assicurare un flusso sempre maggiore di turisti. Altre tipologie sono l’organizzazione di vacanze a cavallo, o giri turistici in bicicletta. Sono forme di turismo ancora poco sfruttate, quasi inesistenti in Italia, che, realizzate intelligentemente, possono garantire un notevole flusso di turismo soprattutto verso quelle aree poco conosciute e fuori dai grossi itinerari turistici. I giovani sono il futuro e sarebbe un peccato lavorare oggi senza gettare le basi per un futuro sempre migliore. Grazie.

F. De Ponti:

Dottor Camarro, il treno è il classico mezzo di trasporto dei giovani; ci parli delle idee e progetti delle Ferrovie per questo segmento di domanda.

P. Camarro:

Ha proprio ragione a dire che il treno è il mezzo ideale per il trasporto dei giovani. Comunque le Ferrovie, non solo italiane, hanno sempre riservato grande attenzione ai viaggi dei giovani: Questo perché i giovani costituiscono una base potenziale di notevole importanza. Le Ferrovie quindi studiano ed analizzano questo segmento di traffico per creare delle offerte di servizi a tariffe capaci di soddisfare tutte le esigenze di questa particolare clientela. Innanzitutto i giovani possono approfittare di una vasta rete di collegamenti sia interni che internazionali, sia diurni che notturni. Perché il treno è il mezzo ideale per il giovane? Il treno, oltre ad offrire sicurezza, confort e velocità, offre anche la possibilità di incontrare altri giovani. Il treno va dappertutto, è frequente e rapido, arriva direttamente nel cuore della città. Perciò è congeniale all’esigenza dei giovani clienti. Il treno è ideale quindi per viaggiare, ma anche per dormire, per mangiare, per socializzare, conoscere altre persone, scoprire panorami, cantare, suonare la chitarra, leggere, studiare. Per quanto riguarda le agevolazioni previste per i giovani, sono tante e di vario tipo, sia per viaggi all'interno che internazionali. Sarà utile fare una piccola panoramica per prendere in esame queste tariffe particolari per giovani. Per quanto riguarda i trasporti interni, credo sia ben nota a tutti la carta verde che consente l’acquisto di biglietti a prezzo ridotto; è nominativa e può essere rilasciata a giovani da 12 a 26 anni. In aggiunta alla carta verde interna, è stata creata una carta verde internazionale, valida solo per il periodo estivo, rilasciata sempre a giovani dai 12 ai 26 anni. Passando alle agevolazioni tariffarie di tipo internazionale, valide sulle ferrovie europee, è stato previsto un tipo particolare di tessera per i giovani divoratori di chilometri, cioè per i giovani che si muovono molto rapidamente. Tutte le ferrovie dell’Europa occidentale ed orientale partecipano a quest’offerta, nonché molte linee marittime. La tessera si chiama Inter-rail, ed è di tre tipi, sempre per giovani da 12 a 26 anni. Inoltre c'è un altro tipo d’offerta tariffaria destinata a tutti i giovani extra-europei, in particolare dei mercati nord-americani, ma anche dell’Oceania, dell’Africa, dei Paesi Asiatici, è uno dei tipi dell’Eur- Railpass, che consente di utilizzare tutti i treni, anche quelli a supplemento, sempre per giovani fino ai 26 anni. Per quanto riguarda l'apertura verso i Paesi dell’est, possiamo dire che le Ferrovie italiane e dell’Europa occidentale hanno avuto modo d’avere rapporti di collaborazione per iniziative soprattutto riguardanti lo sviluppo del traffico dei giovani. Ad iniziare sono state soprattutto le Ferrovie ungheresi, poi quelle cecoslovacche, le polacche e anche quelle tedesche orientali. I rapporti con queste Ferrovie riguardano la messa a punto di servizi in comune e l'istituzione di tariffe comuni, come quella europea che abbraccia quasi tutta l’Europa occidentale e buona parte dell’Europa anche orientale; per non parlare anche dei servizi diretti che collegano le due Europe. A questo punto vorrei tornare indietro sul traffico interno e parlare di un’iniziativa consistente che riguarda il turismo scolastico. E’ stato già avviato un contatto consistente con il Ministero della Pubblica Istruzione per coordinare un piano comune d’azione in materia di viaggi d’istruzione. Il tutto ha preso spunto da un'ordinanza del Ministro della Pubblica Istruzione con la quale si disciplina l’andamento delle gite scolastiche, indicando tre punti fondamentali. Innanzi tutto, scaglionare i viaggi nel tempo e non addensarli solo nel periodo di Pasqua, evitare l'alta stagione. t poi importante scegliere i Paesi dell’Est e utilizzare il treno ogni volta che sia possibile. Il programma più specifico, già programmato da parte nostra, è quello di utilizzare treni speciali di gruppo per alcune destinazioni, e noi abbiamo puntato per ora su Vienna e Parigi (con treni già utilizzabili dalla prossima primavera), con la prospettiva di poter allargare questo piano, per il prossimo anno, ai Paesi dell’Est, in funzione di questa enorme tendenza che si sta avendo per i viaggi verso Budapest, Praga, Berlino e anche Barcellona. La cosa è ancora in fase d’accordo e di studio e molto probabilmente verrà conclusa per essere proposta per questo anno scolastico. Sarà una grossa iniziativa che potrebbe anche risolvere, sotto il piano della sicurezza e della buona organizzazione, il problema dei viaggi delle scuole in Italia.

C. Bonvecchio:

Per non ripetere quanto hanno già detto brillantemente coloro che mi hanno preceduto, dedicherò la mia analisi ai nuovi bisogni e alle nuove motivazioni del turismo giovanile sui mercati internazionali, ovviamente con particolari accenti al mercato delle due Germanie (due ancora fino al 3 ottobre, o, meglio, fino al due dicembre, allorché ci saranno le elezioni politiche della Germania parzialmente riunificata). Quando si parla di turismo giovanile, secondo me, dobbiamo distinguere quello degli adolescenti da quello del giovane vero e proprio; e lo stato fisiologico e le manifestazioni vitali che si sviluppano nell’adolescenza, nella giovinezza, creano bisogni turistici del tutto particolari, più delicati e completamente diversi rispetto a quelli delle altre età evolutive dell’individuo. La diagnosi delle età, come ricerca di dati utili per l’identificazione delle sorgenti o crescenti esigenze turistiche, resta l’impegno essenziale d’ogni studio che voglia incentrarsi sulla tipologia di turismo giovanile, quella che caratterizza – è bene ricordarlo - la fase ascendente in cui si ha il graduale aumento dei bisogni turistici. Il giovane vuole socializzare liberamente con i suoi coetanei, riempire tali vuoti per realizzare la sua smania d’avventura, il suo amore per l'imprevisto, la tendenza naturale ad affrontare il nuovo, e - perché no - il pericolo o il pericoloso; quindi il desiderio di conoscere, il bisogno e il desiderio di studiare il nuovo e di incontrare, di dialogare con i coetanei, si spinge al di là d’ogni confine, si concretizza in uno spontaneo atto d’adesione nella libera accettazione delle norme che regolano la vita sociale. Su questo spontaneo atto si realizza, in effetti, il fenomeno del turismo giovanile che tende ad internazionalizzarsi sempre di più segnando tappe di un’esplorazione umana posta al centro di un giro vasto d’esperienze che si allarga a centri concentrici anche sugli altri continenti dove i tassi demografici aumentano a ritmi più espansivi, quindi dove ci sono più giovani. Una di queste tappe sicuramente più significative dei nostri tempi parte sicuramente dall’abbattimento del muro di Berlino, avvenuto nella notte del 9 novembre 1989, e giunge all’apertura dei confini, di quei confini a filo spinato dei Paesi dell’Est europeo, ad opera di giovani coraggiosi che sono scesi sulle piazze sfidando temerariamente la crudele repressione. Questi giovani, che hanno edificato un sistema d’autorieducazione, sono riusciti a rivoluzionare pacificamente la geografia politica dell’Europa schiudendo, quasi d’incanto, ulteriori grandi potenzialità, quel globalismo turistico che favorisce in primo luogo il turismo giovanile. Ecco che il movimento Scout (e voi mi insegnate che scouting significa appunto esplorazione), sorto all'inizio del secolo come organizzazione giovanile, internazionale, apolitica, amilitare, interconfessionale ed extrascolastica, sembra rivivere oggi, in questo contesto, il suo rinascimento per la riaffermazione spontanea tra i giovani di quei principi ai quali lo scoutismo si ispira. Le ricerche più recenti, incentrate maggiormente sui processi psicologici riguardanti le decisioni e le scelte turistiche dei giovani, hanno dimostrato che esiste una serie di fattori che ricorrono costantemente e che spiegano la maggior parte delle variazioni nel comportamento del consumatore turistico che vive tra l’adolescenza e la giovinezza. In una recente discussione avvenuta nella DDR tra giovani tedeschi occidentali e orientali, è emerso che gli ostelli della gioventù, la cui istituzione inizio in Germania ai primi del secolo, pur avendo svolto finora un’azione meritoria, rispondono ora meno bene, per non dire che non rispondono affatto, all’esigenza del nuovo turismo giovanile. Gli ostelli assolvono, in pratica, una semplice funzione di quartieramento, spesso con orari da dormitorio pubblico (non solo in Italia, anche negli altri Paesi) e poco o nulla fanno per favorire l’aggregazione tra i giovani turisti che vuole essere una delle motivazioni di fondo del nuovo modello di turismo giovanile. Abbozzata in tal modo e velocemente la mappa dei bisogni e delle motivazioni del turismo giovanile, non si può prescindere dal ricorso al marketing, perché per poter trasformare le aspettative del giovane consumatore in impulsi operativi per l’adeguamento dell’offerta e per il migliore sfruttamento delle opportunità occorre poter vedere in anticipo rispetto ai concorrenti le nuove aperture e le nuove potenzialità. Quest’occhio vigile deve essere rivolto, però, più che per ogni altra tipologia di turismo, direttamente alle fonti di flusso giovanile, alle associazioni, alle scuole, alle università, ai sodalizi sportivi alle confessioni, perché la grande intermediazione turistica - e qui intendo il tour operator e gli uffici viaggi - che persegue unicamente finalità di lucro, dimostra di solito, e mi sembra sempre meno, interessi limitati nel commercializzare prodotti che consentono profitti meno consistenti. Naturalmente anche il turismo giovanile deve sottostare, contrariamente a quanto si insiste a pensare, ai canoni della pianificazione e della strategia marketing. Pur trattandosi di un turismo del "fast food" o del movimento facile "on the road", - come si dice, per la dinamicità che esprime - esso deve essere preso sul serio, senz’altro più dall’operatore pubblico che da quello privato. Il suo interscambio deve venire elevato fino al rango d’accordo diplomatico e quindi al rango d’accordo internazionale bilaterale o multilaterale che sia. Sul piano operativo occorre identificare i punti di forza del prodotto per i giovani, in particolare occorre individuare il vantaggio base sul quale si può puntare l’offerta italiana del turismo giovanile che risulta potenzialmente favorita da condizioni di privilegio, basti pensare alle nostre città d’arte, ai nostri mitici centri della cultura Europea. In sede operativa si tratta di convogliare tutte queste potenzialità e stringere nell’offerta intelligente di pacchetti ben confezionati da mani esperte, agendo parallelamente su tutti gli elementi del marketing mix (mescolando quindi incontro tra i giovani, discoteche, manifestazioni culturali, manifestazioni artistiche, sportive, naturalistiche ecologiche e tutto quello che volete) e valutando molto realisticamente l’atteggiamento dei giovani consumatori turistici, ciò che purtroppo da noi è stato fatto raramente con vero impegno operativo, affinché l’insieme risultasse credibile, accettabile, coerente e ben centrato. Più che sul problema dei trasporti l’attenzione degli analisti e degli operatori del turismo giovanile deve venire orientata, secondo me, verso la soluzione dei problemi che riguardano i punti d’incontro come il Meeting, che riguardano i punti d’aggregazione dei gruppi omogenei dei giovani, il loro alloggio e la loro ristorazione. Trattandosi di una terminologia di turismo sostanzialmente itinerante, la mappa delle sue possibilità logistiche deve comprendere l'intero territorio della penisola italiana, ragione per cui appare necessario far ricorso, previo censimento e accordo, oltre che agli ostelli della gioventù di cui abbiamo messo in risalto i limiti, all'utilizzazione dei collegi, delle residenze, delle mense, dei pensionati universitari normalmente chiusi nei periodi di ferie, all’utilizzazione dei monasteri spesso abbandonati, delle foresterie, dei convitti religiosi e, secondo quanto già avvenuto a Venezia per i saccopelisti, di navi passeggeri in disarmo. Gentili signori, non si può chiudere questa breve analisi sulle problematiche concernenti la tipologia del turismo giovanile, senza far un fugace accenno al progetto Erasmus, che potrebbe venire opportunamente turisticizzato. Si tratta di un progetto d’interscambio didattico culturale, a livello d’istruzione superiore universitaria, fra Paesi europei in soggiorni che vanno da tre mesi ad un anno. Potrebbe essere utile e opportuno, a fini promozionali, che l'organizzazione turistica italiana adottasse iniziative varie, integrative, atte a sollecitare l'interesse e agevolare l'esercizio delle attività turistiche per gli studenti partecipanti al progetto Erasmus. Ci sarebbe ancora molto da dire attorno alla tipologia di turismo giovanile, ai suoi movimenti, ai flussi internazionali in un momento in cui cadono confini ed ideologie. Tutte queste sommarie indicazioni valgono per coloro che, trattando del turismo giovanile, non vogliono farsi cogliere impreparati dai mutamenti in atto. Vi ringrazio. Segue un breve dibattito, concluso dall’intervento del dott. Marino Corona.

M. Corona:

In tema di turismo giovanile, io credo che il grande salto sia proprio quello di riuscire a capire che il giovane non può essere un oggetto. Quando ormai è uscito dalla soglia dell’adolescenza, incomincia ad essere lui il soggetto di questa impresa. Sono stato in alcuni paesini della Lucania e con piacere ho trovato dei ragazzi che avevano organizzato dei campi-vacanze sfruttando il bellissimo parco del Pollino e dove loro si presentavano come operatori turistici. Io spero che queste iniziative crescano, perché solo se il giovane, diventa come state facendo qui, - mi pare che Comunione e Liberazione ci insegni qualcosa - se i giovani sapranno diventare dei soggetti, sapranno come gestire e come fare le operazioni. Noi forse siamo rimasti indietro nella velocità del mondo e forse non riusciamo a capire certe trasformazioni che avvengono. Cerchiamo di stare al passo ma, probabilmente, ci confondiamo quando cerchiamo di farli stare in questi ostelli che non riusciamo a rendere luoghi di cultura, di riunione, perché io credo che il turismo dei giovani debba avere come base la capacità di mettere insieme. Comunque la cosa più importante che sta avvenendo è la globalizzazione, sempre più tutti insieme, sempre più interscambi e solo se faremo sempre più questi interscambi, se ci conosceremo meglio, riusciremo ad amarci meglio.