Il Mistero genera amicizia

Giovedì 26, ore 18.30

Relatore:

Shodo Habukawa,
Docente presso l’Università del Monte Koya e Responsabile del Muryokoin Temple

Moderatore:

Ambrogio Pisoni

Pisoni: È con una sorpresa e con uno stupore non formali che anche quest’anno il Meeting ospita il professor Shodo Habukawa, testimone di un’amicizia con noi che continua anno dopo anno, segno di una novità di cui siamo testimoni sorpresi.

Quando abbiamo parlato con lui del titolo che il Meeting quest’anno ha voluto assegnare alla manifestazione, ci siamo sorpresi insieme nel riconoscere che questo Mistero che genera stupore è anche un Mistero capace di generare amicizia: proprio su questo il professor Habukawa interverrà.

Gli uomini semplici, con lo sguardo del bambino, guardano la realtà come ad un luogo in cui il Mistero rivela la sua presenza buona: uomini così, pur provenendo da tradizioni e da lingue, da culture e da religioni molto lontane e diverse, non possono non riconoscersi in un avvenimento di amicizia.

Habukawa: Voglio spiegarvi perché secondo me il Mistero genera amicizia, soprattutto sulla base della mia amicizia con monsignor Luigi Giussani, amicizia che dura ormai da tredici anni.

Il 28 giugno 1987 insieme con altri monaci buddisti dell’università del Monte Koya abbiamo avuto l’occasione di fare il primo incontro con don Luigi Giussani. Non dimenticherò mai quella giornata, anche per il fatto che una persona importante a livello europeo come Giussani aveva accettato di affrontare un viaggio così lungo, fino al Monte Koya in Giappone, per venirci a trovare. C’è un proverbio giapponese che dice: "Quando si apre il fiore la farfalla arriva, ma nello stesso tempo quando la farfalla arriva si apre il fiore". Due esempi tratti dal mistero della natura faranno capire questo proverbio citato. La farfalla è un animale misterioso perché durante un viaggio fatto in gruppo, che dura un anno, spostandosi dal Nord al Sud dell’America, si riproduce e moltiplica; contemporaneamente, attraverso il fenomeno dell’impollinazione, permette ai fiori che incontra lungo il suo viaggio di diventare frutti. Quindi la farfalla, non solo si nutre del nettare del fiore, ma aiuta il fiore stesso a completare la sua realizzazione trasformandosi in frutto.

C’è un altro fenomeno misterioso della natura. Quando il pulcino sta nascendo, il pulcino stesso becca dall’interno il guscio per romperlo; contemporaneamente la gallina cerca di rompere l’uovo dall’esterno. Queste due azioni che avvengono nello stesso momento permettono la nascita del pulcino.

Questi due esempi tratti dai fenomeni naturali ci aiutano a capire che quello che apparentemente vediamo capitare per caso ha invece dentro di sé un disegno misterioso, universale, che dà senso all’azione della natura. Noi chiamiamo questo principio universale Mistero, e quando ci accorgiamo della sua presenza facciamo un’esperienza mistica. Questa esperienza mistica significa essere uniti con l’Assoluto. L’Assoluto ha diverse forme in cui è incontrabile. Una di queste è Dio presente nell’uomo, che per voi è Gesù; per noi non è presente nell’uomo ma in ogni forma di verità che esiste nella natura, infatti tutto ciò che esiste nell’universo fa parte dell’Assoluto. Il fondatore del buddismo Shingon, Kobo Daishi, vissuto all’inizio del nono secolo dopo Cristo, ha scritto un libro intitolato Arrivare all’illuminazione in tutto ciò che esiste nel mondo, nel quale descrive l’esperienza dell’unione tra l’uomo e l’Assoluto. Nel mondo l’uomo che sta facendo meditazione ed ha il cuore puro e semplice riceve l’illuminazione e fa da specchio riflettendola. Questo fatto gli permette di unirsi al Mistero.

Per il buddismo, l’origine del tutto si identifica anche con la "grande misericordia", che è eterna ed universale, che raggiunge tutto ciò che esiste nel mondo. Quando noi ci accorgiamo della presenza di questa grande misericordia universale possiamo fare un’esperienza mistica e renderci conto che la vita stessa è mistica. Aver incontrato monsignor Giussani è stato per noi esattamente un’esperienza mistica. Prima ho detto che l’esperienza mistica è l’unità con l’Assoluto, ora voglio spiegare perché per noi l’incontro con don Giussani è stata un’esperienza mistica.

Nell’insegnamento del buddismo Shingon l’esperienza dell’unità si identifica con il fatto che tutte le persone hanno le stesse potenzialità. La natura dell’uomo è avere il cuore puro, però l’egoismo dell’uomo può mutare il suo cuore da puro ad impuro. Se paragoniamo il cuore dell’uomo alla luna, il suo egoismo sono le nuvole che ne oscurano lo splendore. Se eliminiamo l’egoismo dell’uomo possiamo accorgerci della sua purezza. L’esperienza della purezza è l’esperienza dell’estasi. Questo tipo di esperienza è un tipo di esperienza mistica che si chiama esperienza spirituale. Come possiamo fare l’esperienza spirituale?

Attraverso la bellezza della natura.

Attraverso l’incontro con veri maestri e veri amici.

Quando sappiamo riconoscere nelle circostanze che capitano il disegno misterioso di Dio o la misericordia di Buddha.

L’esperienza mistica vuol dire credere fortemente che la natura dell’uomo è pura. Inoltre dobbiamo anche credere che esista un maestro capace di amare veramente e al quale possiamo affidarci: per voi questo maestro è don Luigi Giussani il quale vi guida nella giusta direzione.

L’occasione dell’incontro con don Giussani mi ha permesso di conoscere tanti altri amici. E credo di poter dire che tutti gli incontri fatti lungo questi anni non siano stati solo culturali ma vere e proprie esperienze di scambi culturali; ecco perché l’incontro del 1987 con don Giussani è stato una nuova esperienza mistica di rapporto con l’Assoluto. L’esperienza mistica è sempre legata alla saggezza e alla razionalità, e permette il migliorarsi della nostra condizione umana; alla fine del percorso dell’esperienza mistica, l’uomo può arrivare ad avere la vera libertà, che vuol dire superare lo spazio ed il tempo che sono condizioni umane e quindi soggette al peccato originale. Le caratteristiche frutto dell’esperienza mistica per l’uomo sono la purificazione di se stesso, il miglioramento della qualità, il sentire una grande gioia senza limite; in questi tredici anni ho veramente sperimentato il realizzarsi di questi frutti.