Venerdì, 30 agosto, ore 11.15

IL MOVIMENTO SPORTIVO POPOLARE GUARDA ALL'EUROPA

partecipano:

Benito Castejon,

presidente Movimento Sportivo Popolare di Spagna e vice-presidente del Comitato 0limpico spagnolo.

Vincente Vereist,

presidente della Federazione Internazionale Scuole Cattoliche

Franco Carraro,

presidente del C.O.N.I. e dei Comitati Olimpici Europei.

Gianfranco Lupatelli,

presidente M.S.P

Al termine della tavola rotonda, vengono consegnati premi a campioni dello Sport, esponenti del mondo politico, responsabili delle federazioni sportive.

B. Castejon:

La Spagna, che in questi momenti guarda all'Europa, s’integra al Movimento Sportivo Popolare Europeo con una vera speranza. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere Franco Lupatelli nella nostra patria, ed egli ci ha detto, e ci ha convinto, che questo Movimento Sportivo Popolare costituisce uno strumento magnifico per integrarci meglio nell'Europa e ottenere che lo sport sviluppi questa possibilità a beneficio dell'uomo. Vogliamo rendere noto nella nostra patria che, al di sotto dello sport-notizia, c'è questa realtà quotidiana dell'uomo che pratica lo sport, qualunque sia la sua età, per ricercare un equilibrio nella vita. La nostra presentazione in Spagna ai mezzi di comunicazione di massa, ha generato un accoglimento affettuoso ma scettico; un noto giornalista spagnolo ha parlato di "un bel sogno per un’utopia", cercando di definirlo come qualcosa d’illusorio. Noi pensiamo, invece, che sia qualcosa che dà speranza. Un’impresa che impegna l'individuo profondamente, e che vale la pena compiere. Lo sport, come il deputato Formigoni ha detto, può costituire un’esperienza profonda del corpo, che produce un’apertura a ciò che è trascendente. A nome della mia delegazione, desidero ringraziarvi per la spinta emotiva e spirituale che presuppone quest’esperienza di Rimini e promettervi che noi continueremo tenacemente a lavorare, perché questo magnifico sogno utopico, diventi, invece, realtà, in modo che i nostri figli, e i figli dei nostri figli, possano godere dei bei sogni che comporta e delle sue utopie.

V. Vereist:

. Per troppo tempo lo sport è stato confinato ad occupazione per il tempo libero, fuori da qualsiasi realtà e dalla vita. Non c'è sport cattolico, ma ci sono cattolici che fanno sport ed è essenziale che essi ne capiscano l'importanza. Lo sport ci consente di dar sfogo alle nostre riserve fisiche, di conservare la creatività in ogni pratica sportiva, inoltre, c'è questo bisogno di superare se stessi. Vorrei evidenziare un tema che sta particolarmente a cuore: lo sport a scuola. Se la Comunità cristiana ha a cuore d’avere scuole cattoliche, questo non è per insegnare matematica, fisica, latino o la letteratura, ma per dare un’educazione, che deve essere uno slancio verso la vita adulta. C'è l'esempio di una scuola che ho finanziato in India, per quanto riguarda le attività sportive, dove i risultati scolastici hanno avuto un netto miglioramento con lo sport... Questi studenti delle caste povere, hanno potuto scoprirsi ed affermarsi in un valore che era loro congenito...Il secondo e principale obiettivo della nostra federazione sportiva è di favorire gli incontri fra giovani di vari paesi. Bisogna dapprima imparare a conoscere se stessi, ed è soltanto dopo che si riesce ad amarsi, ognuno secondo le proprie caratteristiche, a volte diverse, ma meritevoli tutte di rispetto, perché formano un’immagine della poliedricità dell'immensa ricchezza di Dio. Dobbiamo riconoscere in ognuno di noi, anche nei nostri avversari, l'immagine di qualcuno che sta a cuore a Dio. Il nostro Santo Padre, il Papa, varie volte ha voluto evidenziare il valore della persona umana. E’ questa coscienza del nostro valore personale che deve stimolarci a sviluppare i nostri talenti, comunicandoli e confrontandoli con gli altri...

G. Lupatelli:

Il tema del Meeting di quest'anno sembra stato fatto apposta per noi sportivi. Ci siamo subito sentiti coinvolti e abbiamo scelto l'atleta che per noi è Parsifal: l'atleta che dà tutto per la vita, per lo sport. Voglio fare solo un esempio: Paolo Pinto. L'ho seguito la settimana scorsa nella traversata dalle Isole Tremiti a Termoli, 45 km a nuoto. Io mi sono stancato solo a vederlo, seduto su una barca, mentre lui si è fatto 18 ore di nuoto. Lo stimolo che ha Pinto è chiaramente ideale, meraviglioso, si è pagato perfino il biglietto per venire fino a Termoli. Noi abbiamo scelto la gente come Pinto, la gente che deve fare lo sport perché lo sport è una componente indispensabile per la crescita di ognuno di noi. Arriviamo all'Europa: non vogliamo assolutamente pensare che lo sport sia il toccasana. Però siamo sicuri che il MSP europeo con tutti gli stati aderenti, con tutte le federazioni, dalle associazioni di handicappati alle associazioni di professori, alle scuole cattoliche possa portare avanti un progetto per un’Europa che si guardi con amicizia, amore, solidarietà, fraternità sincera. Queste sono le parole che ha detto già il Santo Padre.Come MSP presenteremo un documento su tutto quello che ha scritto il Papa su lo sport, che già supera le 500 pagine. Lo sport ha dei grandi valori, e allora il progetto del MSP europeo è di presentarsi alla Comunità economica europea come un'associazione di milioni di persone, per ottenere un riconoscimento come associazione sportiva a livello europeo. Lo sport deve crescere, ma deve essere anche aiutato. Come in Italia abbiamo potuto crescere grazie al presidente Carraro e al CONI tutto, così dobbiamo fare anche a livello europeo, attraverso la richiesta del Movimento Sportivo Popolare Europeo, che rappresenta 14 stati in Europa...

F. Corrado:

Ho accettato quest’anno l’invito con maggiore sollecitudine ed entusiasmo dello scorso anno in quanto l'esperienza mi aveva dimostrato come tra questo vostro incontro e il mondo dello sport ci sia un minimo comune denominatore, la passione di fare qualcosa sul piano del volontariato. Questo è il meccanismo che fa funzionare il vostro Meeting, questo è il meccanismo che fa funzionare lo sport in Italia e nella maggior parte del mondo. Condivido l'opinione di Lupatelli che l'ideale dello sportivo è Parsifal. L'altro giorno - Don Giussani, chiudendo l'assemblea, ha fatto a tutti voi l'augurio d’essere uomini mai tranquilli. Io direi che gli sportivi non sono mai tranquilli, perché sono sempre alla ricerca di un obiettivo, appena vincono o perdono una competizione a qualsiasi livello, immediatamente pensano alla successiva, cercando di migliorare se stessi. Certo, nell'ambito sportivo esiste anche il rischio d’essere Superman, quando la commercializzazione, l'arroganza, l'eccesso d’allenamento o addirittura l'uso di sostanze chimiche nocive come il dopping portano a mettere in secondo piano l'uomo, rispetto al conseguimento di un certo risultato; o bestia, con il comportamento scorretto da parte degli atleti oppure degli spettatori, o quando si cerca di usare lo sport come elemento di divisione. Consci di questo pericolo cerchiamo di lavorare perché lo sport mantenga quella che è la sua natura, un ideale d’unità, di fratellanza, ma soprattutto di miglioramento dell'individuo. L'attività sul piano internazionale è complessa, soprattutto a livello europeo. Vi sono grandi diversità di sviluppo a livello d’impianti sportivi, di tenore di vita, di concezione dell'attività sportiva. C'è chi interpreta l'attività sportiva come elemento di libertà, chi esalta il libero associazionismo e chi concepisce l'attività sportiva come attività di stato. Quando nell'ambito europeo si possono individuare soluzioni unitarie che racchiudano la volontà generale, si è abbastanza sicuri che è facile trasportare queste soluzioni a qualsiasi livello, perché il crogiuolo delle polemiche è certamente nel nostro vecchio continente. Credo che l'impegno di tutti noi debba essere il cercare di lavorare con intensità, per uno sport aperto e accessibile a tutti, che sia un elemento di miglioramento dell'individuo, di fratellanza e d’amicizia tra le persone e i popoli...