martedì 25 agosto, ore 15

L'AVVENTURA ECONOMICA

partecipano

Raffaele Cascella

direttore dell'Associazione Industriali della Brianza.

Marco Martini

docente di Statistica economica presso l'università di .Milano

conduce l'incontro:

Lanfranco Senn

L'avventura economica è sempre un'avventura, drammatica, in cui l'uomo è posto continuamente di fronte alla scelta tra considerare l'altro uomo come un volto amico o come un oggetto. Oggi che il potenziale tecnico di dominio sul mondo è enorme, la 'risorsa scarsa' è l'uomo che sappia assumersi la responsabilità di sé e degli altri, delle cose e del mondo.

R. Cascella:

(..) Che cosa si vuole in sostanza? Si vuole concorrere alla conoscenza della cultura economica, convinti, come credo siamo un po' tutti, che nella vita d’oggi ogni azione dell'uomo non può non tenere conto di queste regole economiche, che vanno indubbiamente umanizzate sempre più, ma che comunque sono la base d’ogni attività. Proprio in questa chiave, in questo spirito, noi riteniamo poi, dopo Rimini, di poter far sì che questa mostra, queste nozioni, queste conoscenze vengano portate anche a livello locale contribuendo cosi a diffondere lo spirito del Meeting e a continuare questo dialogo negli incontri con il mondo civile, soprattutto con i giovani.

In particolare intendiamo creare un ulteriore dialogo fra mondo dell’impresa e mondo della scuola, coinvolgendo studenti ed insegnanti allo scopo di imparare ad approfondire le regole dei meccanismi economici che presiedono alle attività dell'uomo. Il tema di questo Meeting bene si attaglia e si collega a quelle esigenze, che credo nascano proprio dalla società contemporanea, di stimolare lo spirito d’intrapresa, far sì che ciascuno di noi possa meglio realizzare le proprie potenzialità, i propri talenti, e quindi portarsi egli stesso ad intraprendere. Ma come si fa ad intraprendere se mancano le conoscenze fondamentali dei meccanismi economici? Forse anni addietro si poteva in maniera un po' più artigianale impostare delle attività. Credo che oggi, per chiunque voglia iniziare un’impresa industriale, artigianale, commerciale o agricola, non sia essenzialmente fondamentale avere delle nozioni di base dei meccanismi economici d’ordine generale, quanto soprattutto dei meccanismi di funzionamento dell’impresa. Proprio per contribuire alla diffusione di questa cultura economica, la nostra associazione ha inteso sponsorizzare questa mostra sperando che possa essere veramente un qualcosa che concorre a fertilizzare sostanzialmente questa potenzialità che esiste in ciascuno di noi ad essere un "homo economicus".

M. Martini

Il titolo della nostra mostra dice che l'economia non è un meccanismo, l'economia è un'avventura, e la parola "avventura" è una parola umana. E’ l'avventura di chi parte, di chiunque parte con qualche bisogno di cui si sente responsabile e a cui vuole rispondere, e ogni uomo ha un bisogno di cui si sente responsabile e a cui vuole rispondere; e tanto più si sente responsabile, tanto più è coinvolto in rapporti con altri uomini. Quasi tutti lavorano per sé e per la propria famiglia, questa è l'esperienza normale. Ma quanto più un uomo cresce assume bisogni sempre più numerosi, sempre più grandi. Come si fa a rispondere ad un bisogno? Ciò che si ha a disposizione per rispondere a questo bisogno è ciò che la tradizione e la natura ci mettono a disposizione, cioè ciò che hanno fatto coloro che ci hanno preceduto e che si rivela sempre limitato rispetto ai bisogni cui noi vorremmo rispondere. Questa è una dimensione dell'attività umana, qualsiasi cosa l'uomo faccia. Non è qualche cosa che c'entra con il denaro, con il profitto, con la ricerca dell'arricchimento; è qualcosa che c'entra con l'agire d’ogni uomo. Ogni uomo che fa esperienza di avere dei bisogni e di dover utilizzare delle risorse per rispondere a questi bisogni, fa l'esperienza di una sproporzione, e la fa quanto più ha consapevolezza del bisogno e quanto più ha consapevolezza delle risorse. Anche gli animali lavorano, cioè cercano di adattare ciò che la natura dà loro ai loro bisogni.

Anche gli animali lavorano, producono, risparmiano, accumulano, anche gli animali scambiano. Ma allora si tratta di capire che cosa fa dell'agire economico dell'uomo qualche cosa di propriamente umano. Che cosa lo differenzia rispetto a quanto fanno gli animali? Ciò che differenzia l'agire dell'uomo rispetto a quello degli animali è che il rapporto che l'uomo ha con i suoi bisogni e con le sue risorse non è un rapporto meccanico o istintivo, iscritto nei suoi cromosomi; l'uomo quando avverte un bisogno, quando risponde ad un bisogno, è rimandato sempre ad ulteriori bisogni. L'uomo nella coscienza del suo bisogno è rimandato sempre ad un oltre, e il bisogno di mangiare, di bere, di riposare, di avere una casa, di divertirsi, di stare con gli amici, ogni bisogno, man mano che vi si risponde, rimanda a bisogni più radicali, o meglio rivela in se stesso il segno di un desiderio più radicale. In ultima analisi, come diceva Kant: "Date ad un uomo tutto, ed egli si accorgerà immediatamente che non è tutto". Ecco, l'uomo è uomo per questa consapevolezza di sé, che lo spinge in un desiderio che per definizione è incolmabile. Il bisogno dell'uomo è per definizione incolmabile. L'uomo non sarebbe uomo se il suo desiderio e il suo bisogno fossero colmabili. E così anche il suo rapporto con le risorse. Le pozze di petrolio del Medio Oriente fino al 1800 erano pozze di liquido inutile, spesso anche dannoso per gli arabi che vivevano in quella zona. Ad un certo punto quello stesso liquido è diventato una fonte enorme d’energia; ma è rimasta sempre la stessa cosa. Il petrolio era petrolio prima, ed è rimasto petrolio; ora capite che la risorsa non è ciò che si trova in natura, ma è ciò che si trova in natura cui l'uomo ha dato forma. E cosa vuol dire dare forma ad una cosa? Vuol dire renderla utilizzabile, capire che questa cosa può essere messa in rapporto con un bisogno. E allora il silicio, che era un sasso, diventa qualcosa di estremamente utile se si capisce che può essere utilizzato per costruire circuiti integrati. L'avventura economica è insieme l'avventura di chi scopre sé, cioè il suo bisogno e le risorse. La materia è muta, non è utile; la materia diventa utile quando risponde al bisogno, se l'uomo la trasforma, le dà forma, la informa. E’ l'informare ciò che rende la materia bene economico. E’ l'informazione il lavoro. Quest’avventura l'uomo l'ha percorsa e continua a percorrerla senza sicurezza che il passo successivo lo conduca necessariamente ad un miglioramento, perché non basta rintracciare una nuova possibilità perché ciò significhi necessariamente la possibilità per un uomo di essere più uomo. Nella mostra viene documentata, nelle tre grandi fasi che ha vissuto, l'evoluzione della creatività dell'uomo nel trasformare in risorse le cose, dai primi agricoltori, dalla capacità dell'uomo di addomesticare il fuoco, gli animali, la terra, l'aria. E cosa vuol dire addomesticare? Portare nella propria casa e renderli utili per l'uomo. Addomesticarli, portarli nella propria casa; è stata una lunga vicenda questa, che ha trovato un'accelerazione fortissima negli ultimi 200 anni, perché, come vedrete nella mostra, si possono rappresentare le grandi tappe di questa evoluzione dall'8000, 10.000 a.C. fino al 1750-1800 in un pannello; ma un pannello delle stesse dimensioni è necessario per documentare quanto successe dal 1750 fino al 1950, cioè in due secoli. E un altro pannello è necessario per documentare ciò che sta avvenendo dal 1950 ad oggi. Un'accelerazione fortissima nella capacità di intuire la forma, cioè di dare la forma, di informare la materia perché sia utile. Questo non è sufficiente. Perché nel momento in cui do forma, quando la mia mano prende e comprende la cosa, io possiedo la cosa, la porto nella mia casa perché deve servire ai bisogni che domani si affacceranno. Ma questo potere sulla cosa è implicito nel concetto stesso di lavoro, il lavoro è comprendere e prendere la cosa, portarla a casa, addomesticarla, inserirla nella sfera della propria disponibilità. Nel momento in cui la prendo, la afferro, ho uno strumento grande nelle mani, ma c'è una realtà, un elemento nell'essere che io non posso prendere, comprendere, possedere come invece possono prendere, comprendere tutte le cose. Ciò che fa resistenza all'uomo, contrariamente a quanto sostenevano gli idealisti, non è la materia. La materia è contenta di essere dominata, si lascia dominare, manipolare, ciò che fa resistenza a questa manipolazione è il volto dell'altro uomo. L'altro uomo non può essere preso come una cosa, formato, compreso e trasformato come una cosa. L'avventura economica è un'avventura drammatica perché mentre l'uomo scopre la capacità di trasformare le cose, è sempre tentato di usare il suo potere per trasformare, manipolare l'uomo come se fosse una cosa. Allora l'uomo uccide l'altro, lo rende schiavo, nega i suoi bisogni, lo rapina, lo sfrutta, lo rende appendice di una macchina, lo rende numero di una massa, lo rende pezzo di un meccanismo, questa tentazione è la tentazione di tutta l'avventura economica, ed è una tentazione mai finita, perché man mano che il potere sulle cose cresce è possibile che si trasformi in un potere sugli uomini. Questa allora diventa un'avventura drammatica, affascinante e drammatica, perché nelle stesse condizioni tecniche è possibile scegliere per l'uomo e contro l'uomo; si può costruire l'uomo contro l'uomo, si può costruire l'uomo e la cosa o si può distruggere l'uomo e insieme la cosa. Non si può mantenere la cosa se si distrugge l'uomo. E la mostra vuol documentare in modo molto sintetico e anche molto semplice, come nei diversi periodi dell'umanità l'uomo si sia sempre trovato di fronte a questa scelta. Ma allora il limite dello sviluppo non è, come diceva il Club di Roma, la fisica misura delle risorse minerarie della terra. Il limite vero dello sviluppo è la mancanza di cultura e di responsabilità nel dominare questo enorme potere; quello di cui abbiamo bisogno oggi, la risorsa scarsa oggi è l'uomo integro, l'uomo che assume sulle sue spalle la responsabilità di sé, degli altri, delle cose e del mondo. Questa è la risorsa scarsa che dobbiamo formare, informare. Questo è l'investimento dell'economia contemporanea.