"BEST OF BROADWAY"

"IL TEMPO DELLA NOSTRA VITA"

La sera sono due gli spettacoli in contemporanea tra cui scegliere: "Best of Broadway", un " musical " messo in scena dalla compagnia statunitense "I love New Yiork", e "Il tempo della nostra vita" di Saro an in anteprima nazionale con la compagnia italiana Teatro dell'Arca.

Píero Bassetti, presidente dell'Unioncamere e ca undo, presidella:ella Camera di Commercio di Milándente dell'Istituto per l'Africa, il Medio Oriente usi eg níi leRIe l'America Latina (IPALMO) I= qMarco Martini, docente alla facoltà di scienze politiche dell'Università Statale di Milano,esperto di macroeconomia e di problemi del

lavoroPietro Merli Brandiní, segretario confederale e

responsabile del Dipartimento economico dellaCISL

PIERO BASSETTI: cose a e a

"~ possibile che il mondo proceda nello sviluppo e nel medesimo tempo nella solidarietà? Vi dico subito che la mia risposta è sì. 2 possibile,A ma a moltissime condizioni, una più dífficile dell'altra. Credo però che, con la lealtà che si deve ai giovani, sarebbe criminale venire qui a dire-avendoconosciuto questi problemi almeno un po'-che il 'vogliamoci bene' e quattro spinte di buona volontà bastino, nel mondo di oggi, a darci uno sviluppo ispirato alla solidarietà. E questo per cinque motivi fondamentali,che ora elenco; e poi vorrei tornare su ciascuno di essi.Primo: le differenze nel mondo di oggi non sono un fatto accidentale; le abbiamo costruite noi. Erano molto minori soltanto mezzo secolo fa; quindi non dobbiamo illuderci che queste differenze, queste mancanze di soirietà siano una piccola svista di un sistema che peraltro potrebbe rimuoverle. Questo è il frutto di un sistema che ha costruito il nostro benessere anche e molto su questi squilibri. Secondo punto: gli interessi forti esistenti nel mondo moderno e anche,non vorrei dire soprattutto, ma anche nelle due Americhe, sono per lo squilibrio. Ultimamente negli Stati Uniti, e qui bisogna fare omaggio alla chiarezza, è stato detto chiaramente che il problema del rimedio degli squilibri non è al centro degli interessi forti di quel sistema economico.Basti questo dato: l'anno scorso gli Stati Uniti d'America avevano prelevato cento miliardi di dollari di capitali e quindi di risparmi, di risorse, dall'emisfero Sud; quindi noi in questo momento non stiamo trasferendo risorse,noi stiamo prelevando risorse dal Sud; e quando dico 'noi' intendo 'noi Nord', e poi faremo qualche precisazione.Terzo punto: si tratta divide il mondo e anche l'America. Qui veramente va ripreso il vostro manifesto sulla dícotomia America o Ameríche.Divide l'America perché, lo sapete tutti, l'America del Nord è rispetto a questo problema radicalmente differenziata dall'Ameríca del Sud Sfida l'Europa in termini molto drammatici politicamente, perché l'Europa a colonizzazione, ha iniziato forse A processo di è stata al centro dell creazione degli squilibri, è stata al centro della decolonizzazione. Oggi sitrova tra Stati Uniti, da una parte, Giappone e presto Cina dall'altra, che sono altri due soggetti rilevanti nei riguardi dei temi del Sud. Deve scegliersi una politica in proposito: e questo non è facile, tanto più che ne derivano conseguenze per tante altre nostre ragioni di solidarietà. Prendiamo per esempio le solidarietà strategiche. Basta pensare all'Africa, al problema dei

rapporti col Sud Africa, e come si incrociano le linee delle solidarietà strategiche con le linee delle solidarietà umane.Quarto: la scienza, la tecnica, e questo è un punto che vorrei sottolineare a dei giovani, non sono affatto neutre. Noi abbiamo sviluppato finanziamo con miliardi di dollari, scienze e tecniche conseguentemente costruite per creare gli squilibri. Cioè gran parte della nostra ricerca tecnica e scientifica parte dal presupposto che occorra disporre di strumenti conscitivi utili per continuare a sfruttare gli squilibri; quindi muove in senso opposto rispetto all'obiettivo della solidarietà.Quinto punto: per arrivare a creare un sistema realistico, di lotta per la creazione delle condizioni oggettive di un'azione di solidarietà, occorrono forze; se mi consentite, forze forti, non soltanto benevolenti. Quindi esiste un problema politico di costruzione di un sistema di alleanze fra uomini di buona volontà e, lasciatemelo dire, interessi suscettibili di essere utilizzati da parte degli uomini di buona volontà. Questo è un tema centrale,importante, difficile, che non taglia soltanto la nostra società in termini di padroni e di lavoratori ma, per esempio, taglia la nostra società in termini (e io lo vivo bene come presidente dell'Unioncamere) in termini di differenza di interessi tra la grande impresa, ormai generalmente agganciata al sistema delle multinazionali e quindi ad un sistema ordinato su un certo presupposto di sviluppo, e per esempio la piccola e le media impresa, italiana in particolare, largamente suscettibile di essere schierata in modo diverso a seconda che si riesca o meno a mettere a punto una politica diversa per usare la tecnica a fini di solidarietà e di sviluppo o di sviluppo nella solidarietà Brevissimamente, poiché il tempo è scaduto, vorrei ritornare su alcuni di questi punti tema che si basa su una tecnologia sociale, quella delina E nostro è un sis Egli, imercato, che è fondata sugli squilibri poiché il mercato funziona se c'è il, 1:51differenza di condizioni di richiesta Secondo me quando Reagan, nel con E messaggio che vi ha inviato, parla di 'tolleranza non solo possibile ma necessaria', quando affianca, indicandoli come valori complementari, l'individualismo e la tolleranza, in sostanza vi fa un discorso chiarissimo:afferma cioè che, se si accetta un forte tasso di squilibrio permanente, è possibile uno sviluppo che progressivamente porterà il benessere a tutti 4 Fedeli cioè alle loro tradizioni calviniste gli Stati Uniti propongono l'edificazione di differenze giudicate sane, fisiologiche; dentro queste differenze la gente è chiamata a lottare e lottando si arricchisce. Così, presto o tardi, in un paio di generazioni, anche il portoricano sarà ricco come gli altri nordamericani. Il problema è di vedere se questo sistema può garantire reali rospettive di sviluppo, in un lasso di tempo accettabile, non soltanto i io poi 11 ai portoricani ma a tutti i restanti miliardi di persone che oggi nell'emisfero

Sud riescono a malapena a sopravvivere Credo che la sfida per voi amici, che siete in questa sala, sia quella di pwsí seriamente H problema della solidarietà. Il tema del volontariato è fondamentale; ma altrettanto fondamentale è il tema dell alleanza con interessi forti, grazie all'apporto dei quali questi obiettivi di solidarietà possano diventare obiettivi vincenti. Concludendo, l'appello dea essere chiaro: prima di tutto è necessario essere consapevoli delle dimensioni e della drammaticità del problema e Nei delle forze in >co; poi occorrono diagnosi e politiche adeguate, e disponibilità a trovare, a livello internazionale ed a livello sociale ed economico,nell'ambito del nostro mondo, le alleanze indispensabili per offrire anche la Ami m

Il libro del Meeting '84

prospettiva del successo ad uno sforzo er lo sviluppo solidale in cui migliaia di giovani sono oggi impegnati in tutto il globo. Perché evocare á buoni sentimenti, lanciare i giovani alla solidarietà e avere la riserva mentale di sapere che quello che fanno o faranno non servirà a niente, non promozione, non è incoraggiamento, ma rischia di essere tradimento. E questo credo che è l'unica cosa che una classe dirigente non deve fare con ri una gioventù motivata. Grazie."

~CO MARTINI:

"( 1 processi di trasformazione tecnologica in atto stanno introducendo cambiamenti radicali sia nelle possibilità sia nelle condizioni e nelle forme dello sviluppo. A causa di ciò si parla ormai, per definire la situazione che ora viviamo, di 'società post-industriale'. Occorre allora chiedersi in che termini, nella società post-industriale, si possono comporre l'esigenza dello sviluppo e quella della solidarietà.

L'America in questo caso l'America del Nord, è in qualche modo un

Paradigma Sottolineerei tre fattori.Primo: cambiano le dimensioni dello spazio economico le nuove tecnologie non richiedono più la contiguità fisica, e nemmeno la contemporaneità. Questo che cosa vuol dire? Vuol dire che cade uno dei grandi presupposti della società industriale classica: la grande fabbrica.Secondo: il lavoro è sempre stato composto di trattamento di informazioní e trattamento di materiali, ma oggi la quota relativa di queste due componenti si sta profondamente modificando Se prevale il contenuto informativo, il controllo disciplinare e la divisione del lavoro non servono più, non tengono, non sono efficienti Soltanto in condizioni di rapporti di lealtà il lavoro a prevalente contenuto informativo può essere efficiente Conseguentemente la vera risorsa strategica della società post- industriale è la risorsa umana, e non più il capitale fisso. E vedremo come questo abbia delle grosse conseguenze sul modo con cui si pone il problema della solidarietà.Terzo: sta cambiando 9 rapporto tra la persona e il sistema del lavoro nel suo insieme. Diminuiscono i posti di lavoro a tempo pieno, a tempo indeterminato, a mansione predeterminata. Diminuiscono i posti di lavoro; aumentano invece le occasioni di lavoro, ovvero le possibilità di introdursi nel complesso ed integrato sistema produttivo in modo multiforme, e ciò sia all'interno che all'esterno della fabbrica Di fronte alla crisi delle categorie culturali con cui si cerca di capire il processo che regola il sistema di lavoro nella società industriale, e di fronte Lunedi, 27 agosto alla crisi dei sistemi di solidarietà fondati su queste categorie, e su un modello che si sta progressivamente trasformando, ci sono due possibili atteggiamenti: c'è un atteggiamento di paura del cambiamento, l'atteggiamento di difesa nei confronti delle novità tecnologiche, in quanto si ritiene che queste novità tecnologiche siano foriere di nuovi e più preoccupanti squilibri e problemi. C'è un fondamento in questa paura, ma c'è anche una tentazione nichilista, una resa in questa paura. La nuova frontiera non viene guardata come un'avventura che si può cercare di affrontare ma come un pericolo da cui difendersi. Fu un atteggiamento di questo genere nei confronti degli Stati atlantici che condannò al dedino le Repubbliche marinare italiane dopo la scoperta dell'America. E oggi l'Europa sarà destinata alla stessa sorte se prevarrà tale atteggiamento nei confronti del Giappone e degli Stati Uniti.C'è poi un altro atteggiamento, quello improntato ad un ottimismorima descritto da Bassetti. Si tratta di una specie di darwiní progressivo psmo sociale, secondo il quale nella competizione per la vita e il benessere vincono i migliori ed alla fine vincono tutti quelli che comunque riescono a resistere. In proposito già molte riserve sono state espresse da Bassetti Come si pone e soprattutto come può attuarsi la solidarietà nell'ambito di questa nuova situazione, di questa società post-industriale? Si pone in termini diversi da quelli di un tempo. Più che distribuire A reddito oggi si tratta di distribuire le occasioni di lavoro tra tutti coloro che vi aspirano indi preliminarmente di distribuire a livello sia nazionale che internazionale-prima ancora del reddito le conoscenze, ossia la risorsa strategica fondamentale. Si tratta di applicare criteri di creatività sociale perpassare da una solidarietà che si esprime in forme statistiche tutte legate al posto di lavoro a sistemi di collettivizzazione del rischio del cambiamento fondati su qualcosa d'altro, e non mi soffermo perché poi potremmo eventualmente riprendere questo aspetto, dico solo una cosa e qui mi

ricollego al tema del Meeting. possibile la tolleranza? Credo possibile che nella nuova frontiera della tecnologia lo sviluppo avvenga in un contesto di solidarietà che valorizzi un patrimonio ideale che in questo secolo si è accumulato nei nostri paesi, trovando forme nuove. Dico che è possibile

La stessa tecnologia offre la possibilità di pensare in modo nuovo alle forme di prestazione di lavoro, alle forme di composizione tra lavoro e capitale,alle forme di assicurazione sociale. Certo tutto ciò implica una grande cultura in senso forte, cultura del cambiamento, che non abbia paura della verità, che non si nasconda dietro la drammaticità dei problemi, cultura della solidarietà che consenta di affrontare questa nuova frontiera, insieme con il gusto del rischio, dell'accettazione della sfida che viene dalla nuova frontiera tecnologica, e con la passione per l'uomo con la coscienza del comune destino dell'uomo. Non affrontare il rischio della nuova frontiera vuol dire rifiutare di vivere, affrontare il rischio della nuova frontiera con la

Il libro del Meeting '84

coscienza della solidarietà è un compito che non promette vittorie, ma è l'unica condizione che permette di percorrere questa strada da uomini.

Grazie."

PIETRO MERLI BRANDINI:

"t possibile giungere ad una Terra Promessa dei cui frutti tutti gli uomini possano godere equamente? A questa domanda Bassetti ha dato una risposta che condivido: è possibile, ma è anche molto difficile In secondo luogo vorrei sottolineare che ovunque nel mondo l'accento si sta spostando dalla politica all'etica, e ciò è a mio avviso un fatto molt positivo. L'etica diventa il presupposto sempre più importante delle decisioni in sede non solo politica ma anche economica.

In terzo luogo credo si debba rilevare che l'etica cristiana-nelle sue versioni cattolica e protestante stia conoscendo un momento alto, stia cercando di ristabilire un doveroso e giusto rapporto di influenza sulla politica In quarto luogo desidero far presente che il valore della solidarietà ha un suo forte rilievo non soltanto nei confronti dei paesi del Terzo Mondo,ma anche-credo-all'interno dei paesi industrializzati.Infine vorrei fare qualche considerazione sul rapporto tra etica e polica in Italia, soprattutto con riguardo alla vostra presenza di giovani impegnati eminentemente su un terreno etico, e quindi con i necessari rapporti che questa dimensione del vostro impegno deve presentare con la politica come è in Italia Sul primo punto non ho molto da aggiungere all'analisi che hanno fatto tanto Bassetti quanto Martini per ricostruire nei paesi industrializzati posizioni meno disuguali non c'è dubbio che occorra percorrere la via di un'accelerato impiego delle nuove tecnologie Con riguardo al secondo punto vorrei precisare che in ogni caso, forti della nostra tradizione che è diversa da quella degli Stati Uniti, diversa perché positivamente influenzata sia dal solidarismo cattolico che dall etica socialista, non possiamo pensare di mettere una pietra sopra il sistema di sicurezza sociale. Si tratta piuttosto di riformare il sistema basandolo su questo 'ethos': è possibile un miglioramento di coloro che possono produ re meglio, che sono più capaci, più competitivi, che hanno più il senso del rischio, a condizione che agli strati più deboli della popolazione sia assicurato tutto ciò che è necessario per una esistenza libera, dignitosa, che dia accesso alla felicità. E questi strati più deboli aumentano. Lo dimostra il fatto che nei paesi industrializzati, dove la ricchezza sembra più distribuita,dove tutti sembriamo più felici e ricchi, tra il 1977 e il 1984 il numero dei

Lunedi, 27 agosto

disoccupati è passato da 17 a 34 milioni Quindi la solidarietà da noi deve anche prendere la forma di una ripartizione delle opportunità, e quindi di una forte riduzione dell'orario di lavoro.

In terzo luogo occorre che nei paesi industrializzati si possa avere un maggior controllo popolare delle scelte economiche, che oggi diventano,per le ragioni già esposte, delle scelte tecnologiche

Da ultimo desidero rivolgermi a questo pubblico che voi siete di giovani, come diceva Bassetti, motivati. Siete i giovani più attivi, quelli che si pongono il problema di un impegno per il domani, a cui dobbiamo quanto prima passare il nostro testimone, perché la corsa continui, e c'è un'osservazione che io farei in Italia. Voi sapete che questa obiezione esiste,si dice i giovani che si concentrano opportunamente su una scelta di vita etica e rigorosa, cioè che coltivano un modo di vivere perfetto, pulito, ma isolato dal mondo, ecco, questi giovani rischiano di non essere utili al mondo. Dall'altra parte noi abbiamo una concezione della politica che ha perso il senso dell'etica. Credo che sia abbastanza evidente l'attenzione, la pressione che si pone in molti ambienti non solo della sinistra, ma del centro, dei partiti popolari, sulla necessità che la moralità pubblica sia molto più forte di quello che è. E allora stiamo attenti. Credo che un'etica che non poggi sulla politica rischi di lasciare isolato il movimento, che non assuma responsabilità e non renda il suo servizio al mondo, anche se mondo presenta dei rischi. Ma credo che sia altrettanto e ancora più dannoso che la politica smarrisca sempre di più il senso etico. Io credo che binari e locomotiva sono fatti l'uno per l'altro, e. se sono fatti l'uno per l'altro, un sistema ferroviario funziona ed è efficiente, e il mio augurio è che se voi siete la locomotiva su quei binari che sono rappresentati dal mondo, per quanto imperfetti, possiate percorrerli liberamente e con grande efficacia al servizio di tutti. Grazie."