LA SERATA FINALE CONDOTTA DA GIOELE DIX – Una cosa (più) bella mi ha scelto

Agosto 2020

di Maurizio Vitali

Anche se un giorno, amico mio, dimenticassi le parole...

non potrò mai dimenticare cosa dicevano i tuoi occhi (Claudio Chieffo)

 

Quando stendo la rete per prendere le cose migliori,
queste mi sfuggono, non so dove.
Ma quando dono me stesso, e stendo le mani giunte
sono esse che mi vengono a cercare...(Rabindranath Tagore)

 

Gioele Dix che canta con disarmante intensa semplicità la Canzone degli occhi e del cuore del cantautore riminese (lasciando presto la scena al figlio di lui, Benedetto). E che poi si affida quasi pudicamente alle parole del poeta buddista premio Nobel per confidare la propria coscienza che ha di quello che gli è capitato in questo e nei precedenti Meeting: “Una cosa più bella mi ha scelto”. Come un ebraico Amen: questo è tutto, non c’è altro da aggiungere. Ci sta la Ninna nanna di Davide Van De Sfroos, e arrivederci alla prossima.

Condotta appunto da Gioele Dix, si è conclusa così la serata finale di questa edizione speciale: il grande attore e regista da solo sul palco per due ore a inanellare i collegamenti quasi tutti in diretta con tanti artisti incontrati negli anni e diventati amici del Meeting.

Dal martoriato ed esausto Venezuela, la direttrice d’orchestra Elisa Velas, che regala un’esecuzione musica e canto realizzandola in remoto. Decisa a restare nella sua terra, e vive la sua arte come un atto di amore per la sua gente.

Da Nairobi, Kenia, si esibiscono i ragazzi del Koinonia acrobatic team, fondato da padre Renato Kizito Sesana, età capelli e barba da patriarca e brio di un ventenne. Gli acrobati non hanno il supporto di niente: al ritmo africano dei tamburi, volteggiano in un prato, intrecciano figure supportandosi a vicenda. Sprizzano gioiosità.

Mirna Kassis è una cantante lirica siriana, che dopo lungo studio ed esercizio, riesce a far convivere il canto lirico e il canto arabo.

Dalle Dolomiti, Pale di San Martino, località Primero, dal Coro Sass Maor una straordinaria interpretazione della notissima Ceseta de Transaqua eseguita proprio lì, alla chiesetta di Transacqua, dominata dal Cimon della Pala. E’ una canzone d’amore: cosa importa se ho le scarpe rotte, io ti guardo e mi sento il cuor contento.

Riro Maniscalco, nome dio Battesimo Maurizio (come il figlio di Dix), pesarese di stanza a Minneapolis dopo anni e anni newyorkesi, mandolinista della band “La signora stracciona” al proto-Meeting del 1980.

“Ho scoperto la bellezza del Meeting più a fondo quando sono venuto in America: non potevo più darlo per scontato”. Ha inventato, con gli amici, il “New York Encounter” (“perché Meeting qui vuol dire riunione d’affari, quanto di più lontano dallo spirito del nostro Meeting”), giunto alla dodicesima edizione, l’ultima in febbraio e in presenza, perché negli Usa il virus non era ancora esploso.

Carogna di un virus: Giacomo Poretti, attore comico del trio Aldo Giovanni e Giacono, con giovanili trascorsi in sanità, ha dichiarato i suoi due obiettivi. Primo: trovare l’antiCovid prima dei russi (sta lavorando a un cocktail di tachipirine, barbera e cif ammoniacal). Secondo: prendersi cura di una parola, anima per esempio, come con lo spettacolo  che ha costruito due anni fa Fare l’anima (“perché le parole se le trascuri muoiono nel vocabolario”).

Poi è la volta della “I.M.F”, International Music Friendship, più di cento giovani musicisti provenienti da Austria, Germania, Polonia, Lettonia, Russia e Italia, che hanno presentato il risultato del percorso di studio e amicizia affrontato durante l’estate. Per loro la musica è “strumento di pace, di vicinanza, di amicizia”, sottolinea Gioele Dix.

Di pace e amicizia Dio sa quanto ce n’è bisogno a Beirut, città antica di 5000 anni, distrutta decine di volte nella storia e sempre riedificata. Come desidera ed è convinto che potrà accadere ancora adesso dopo la micidiale esplosione al porto della capitale libanese Ivan, il leader di un gruppo di danzatori.

Edoardo Bennato è amico ospite fisso ormai del Meeting. Il cantautore napoletano è un convinto fautore dell’incontro e della solidarietà tra i popoli, ed è anche pittore: spiega il dovere di superare le diseguaglianza tra nord e sud del mondo disegnando alla lavagna con tratto abile e velocissimo il planetario della sua visione geo-politica (espressa anche nel libro Codex latitudinis).

Genova, Ostuni, Cremona, sono tra delle 120 piazze del Meeting che é dove sono io. Tosca, la bravissima cantante, manda una clip dove al tavolo di un ristorante, prima dello spettacolo, senza strumenti (“sono là sul palco”) regala una deliziosa ’esecuzione a tre voci femminili.

Ci sta un piccolo omaggio di Dix al suo maestro Sergio Fantoni, da poco scomparso, che ha lasciato impresso in Gioele una preziosa indicazione: “trasforma l’evento in decisione”.

Il Meeting dell’era Covid ha ragionato così.