Il ministro Nordio a Padova per la mostra su Rosario Livatino

Aprile 2023
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La mostra del Meeting di Rimini “Sub tutela Dei – il giudice Rosario Livatino” allarga sempre più i suoi orizzonti, e come è stata amata appassionatamente dal pubblico del Meeting, così nella sua versione itinerante continua ad essere molto richiesta e sta raggiungendo numerose città italiane, e in particolare anche vari Palazzi di Giustizia.

È avvenuto anche a Padova, dove grazie all’impegno di Associazione culturale Rosmini, Libera Associazione Forense, Centro Studi Rosario Livatino e network “Ditelo sui tetti” la mostra, esposta dal 22 marzo al 4 aprile, è stata arricchita da vari incontri con personalità di primo piano. Di rilievo eccezionale l’incontro del 31 marzo “’Beati’ gli operatori di Giustizia - il Giudice Rosario Livatino”, a Palazzo di Giustizia, alla quale ha presenziato anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio

«Rosario Livatino, un uomo unito»

Stefano Lonardi dell’Associazione Rosmini ha ricordato come è nata l’dea di portare la mostra Sub tutela Dei a Padova. «Ciò che più ci ha colpito della vita di questo magistrato è che egli fu un uomo “unito”. L’emergere originale di tale unità è stato il suo porsi Sub Tutela Dei, “sotto la protezione di Dio”, come amava siglare tutti i suoi scritti con le relative tre iniziali “STD”, che scolpivano in qualsiasi circostanza – favorevole o avversa – egli attraversasse, l’affidamento a un Altro, istante per istante». Lonardi ha mostrato che in Rosario Livatino l’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà, ha parlato della sua inesausta tensione a rendere giustizia, a «prendere sul serio tanto il bisogno di giustizia e la repressione dei reati, quanto l’umanità di tutti – di chiunque – fosse chiamato a giudicare» con quella umiltà autentica di cui è stato testimone fino al martirio.

Il giudice ucciso dalla Stidda, «un uomo che ha vissuto all’altezza della sua umanità»

«Il mio è un saluto pieno di gratitudine per vedere come questa storia continua oltre il Meeting», è stato l’esordio di Alessandra Vitez, responsabile mostre del Meeting, «è stato bello vedere in Fiera come questa figura parlava a tutti; era una meraviglia vedere famiglie, giovani, meno giovani commossi da questa figura, non solo per il suo martirio causato dalla Stidda, ma per tutta la sua vita. Rosario Livatino è stata la figura che ha incarnato meglio di ogni altra il Meeting della “passione per l’uomo”». Vitez ha poi ricordato che la mostra sta assumendo sempre più un rilevo internazionale e che verrà tradotta in spagnolo e portoghese per paesi europei e dell’America Latina. «È stato un uomo», la sua conclusione, «che ha vissuto all’altezza dei suoi desideri e della sua umanità, e questo gli ha consentito di allargare la ragione e di vivere il lavoro, la professione, gli incontri con le persone al massimo dell’espressione umana e con tutta la sua personalità».

Nordio: il giudice Livatino non era solo un servitore dello Stato

Il ministro Carlo Nordio ha ricordato che il rischio corso da Rosario Livatino era comune in quegli anni a tutti i servitori dello stato, eppure in lui con qualcosa in più. «Non si trattava solo, come avviene nell’ambito laico», ha affermato, «di un dover essere che fa parte della coscienza, Livatino si poneva su un piano superiore, non solo di chi accetta il suo destino di servitore dello stato. Lui ha anche perdonato i suoi nemici». «Personalmente non credo che sarei riuscito a fare altrettanto», ha confessato il ministro, che poi ha paragonato la figura di Livatino a quella biblica di Giobbe, l’uomo che subisce le peggiori disgrazie con pazienza e rassegnazione in nome del suo rapporto con Dio. «Dov’è la giustizia divina nell’omicidio di un uomo umanamente sano come Rosario Livatino?» si chiede Nordio. «Forse il giudice siciliano non si poneva neppure questa domanda, ma l’Antico Testamento è percorso da questa domanda di giustizia». E qui appunto la figura di Giobbe è emblematica, così come a livello ancora più drammatico lo sono le parole di Qoelet, il testo biblico in cui il male pare essere l’ultima parola sulla storia, dove il giusto è punito e l’ingiusto è premiato.

Il sacrificio del giudice Livatino e il sacrificio di Cristo

Che fiducia può avere l’uomo in questo contesto? «La risposta si trova solo nel Nuovo Testamento», ha concluso il ministro, «perché il fatto che lo stesso Creatore del mondo si sia immolato su questa terra per redimere i peccatori, concilia la massima ingiustizia con la massima tra le espiazioni, perché se addirittura Dio si mette alla pari con il reo che viene punito, allora l’ingiustizia di tutte le Auschwitz è stata riparata dal sacrificio del Creatore». «Questa era anche la visione di Livatino», ha concluso il ministro, «che nel momento della morte ha saputo perdonare ai suoi assassini».

Gli altri relatori del pomeriggio dedicato a Livatino

Oltre al Ministro, che ha regalato anche una battuta («Questi argomenti mi appassionano molto di più della separazione delle carriere»), sono intervenuti il presidente della Fondazione Cariparo Gilberto Muraro, il presidente del Tribunale di Padova Caterina Santinello e di seguito Francesco Rossi, presidente dell’Ordine degli avvocati di Padova. La tavola rotonda ha visto poi gli interventi di Domenico Airoma, procuratore di Avellino e vice presidente del Centro Studi Livatino (tra l’altro ha annunciato il lancio della proposta di Rosario Livatino come patrono dei magistrati), Stefano Delle Monache, ordinario di Diritto privato all’Università di Padova e del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari.

Non un giudice ragazzino, ma “un sacerdote della Costituzione”

Quella che è emersa quindi, non è la figura definita troppo spesso in modo riduttivo come “il giudice ragazzino”, ma di un uomo e un magistrato esemplare. Il pomeriggio, al quale ha fatto da fil rouge la moderazione di Domenico Menorello del network “Ditelo sui tetti”, è stato concluso da Fabio Pinelli, vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, che ha ricordato alcuni punti della personalità di Livatino: la solitudine del magistrato, l’integrità morale, la professionalità, l’amore al diritto, definendolo “un laico della Chiesa e un sacerdote della Costituzione”.

La mostra del #Meeting22 “Sub tutela Dei – il giudice Rosario Livatino” ora prosegue il suo percorso in tutta Italia, per info e prenotazioni clicca qui.

Il video dell’incontro “’Beati’ gli operatori di Giustizia - il Giudice Rosario Livatino”

Le foto dell’incontro “’Beati’ gli operatori di Giustizia - il Giudice Rosario Livatino”
230331 Il ministro della Giustizia Nordio per Livatino a Padova