I ragazzi di piazza Majakovskij

 

E insorse, calpestata e crocifissa, la bellezza umana…». Il «Manifesto umano», la poesia da cui sono tratte queste righe, lacerò come un grido la notte del piattume ideologico sovietico e divenne una specie di parola d’ordine fra i «ragazzi di piazza Majakovskij». Il suo autore, Jurij Galanskov, sarebbe morto dieci anni dopo in lager.
Di che si trattava? Era il 1961, in URSS il disgelo aveva smosso le acque, suscitato speranze, reso evidente la condizione invivibile, disumana dell’uomo ridotto a ingranaggio del sistema, a robot allineato nei ranghi dell’armata in marcia verso l’edificazione del socialismo mondiale.
Intorno al monumento al poeta Vladimir Majakovskij, inaugurato il 29 luglio 1958 a Mosca, cominciarono a radunarsi dei giovani, per lo più studenti, a leggere poesie di poeti ufficiali e non, e poi via via anche proprie. Era il superamento del muro del silenzio, la certezza che una parola di verità detta, appena sussurrata, nella forma anti-ideologica per eccellenza, quella della bellezza artistica, possiede vibrazioni capaci di spezzare le prigioni ideologiche costruite dall’onnipotente e onnipresente regime.
Un fenomeno paragonabile per certi aspetti al ’68 in Occidente, con connotazioni esistenziali profonde, che rilanciavano una domanda umana di significato, di verità, di bellezza che non aveva – almeno in un primo tempo – risvolti politici, ideologici, ma si espresse innanzitutto in poesia. La politica sarebbe venuta poi, come risposta alla domanda: «Se non mi muovo io, chi si farà avanti?».
Al divieto che le autorità ben presto posero a queste riunioni, i giovani risposero organizzando riunioni e riviste clandestine, da cui nacque il samizdat, l’«autoeditoria libera». Questa corrente sotterranea di ricerca e ribellione all’ideologia sarebbe sfociata per la prima volta, nel 1965, durante il processo contro i giovani scrittori Sinjavskij e Daniel’, colpevoli di aver pubblicato i loro libri all’estero, in una presa di posizione dell’opinione pubblica contro il totalitarismo: la miccia del dissenso si era accesa.
La mostra ripercorre la storia dei «ragazzi di piazza Majakovskij» e delle loro sorti successive, offrendo brani di memorie e di poesie dei giovani autori (tra gli altri, Galanskov, Brodskij, Bukovskij, Ginzburg) e dei loro maestri (Pasternak, Anna Achmatova, Mandel’stam e così via), disegni e quadri «non conformisti», e la possibilità di ascoltare le canzoni di cantautori come Okudzava, Vysockij, Galic.
Memorial, la prima organizzazione autonoma della Russia post-sovietica, fondata da Andrej Sacharov, ci mette a disposizione fotografie e documenti di eccezionale interesse, tra cui il fascicolo riguardante la rivista «Sintaksis», sequestrato dal KGB alla fine degli anni ’60 e restituito dopo la perestrojka.

Data

18 Agosto 2002 - 24 Agosto 2002

Edizione

2002
Categoria
Esposizioni Mostre Meeting